Bolletta elettrica, la Tutela Simile per ora è un flop

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Dal 1° gennaio l’Autorità, in vista della scomparsa del mercato di maggior tutela, ha istituito la cosiddetta “tutela simile”. Secondo i contratti effettivamente stipulati nei primi due mesi di funzionamento questa opzione transitoria si sta rivelando un insuccesso. I consumatori non sembrano interessati.

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Dal 1° gennaio 2017 l’Autorità per l’Energia, in vista della scomparsa del mercato di maggior tutela dell’energia e del fatto che esisterà solo il mercato libero, ha istituito la cosiddetta Tutela Simile.

Il passaggio al mercato libero dovrebbe avvenire nel 2018; usiamo il condizionale perché la disposizione è dentro il Ddl Concorrenza, attualmente bloccato in Parlamento.

QualEnergia.it ne ha parlato anche di recente (“Bollette: posti contati per la Tutela Simile, a chi conviene la nuova tariffa?”), segnalando alcune criticità di questa nuova, e transitoria, modalità contrattuale per la fornitura di energia elettrica.

Criticità che ha sollevato anche l’associazione dei consumatori Codici, dimostrando con i dati che questa opzione si sta rivelando un fallimento e “un’altra operazione non riuscita dell’Autorità per l’Energia”.

Ripetiamo rapidamente in cosa consiste questa tipologia di contratto (vedi anche qui).

Si tratta di un contratto di fornitura di elettricità di durata di 12 mesi non rinnovabile, che pur basandosi sul mercato libero, è composto da condizioni contrattuali definite dall’Autorità, obbligatorie ed omogenee per tutti i venditori. È un modello di offerta tipicamente pull, cioè attivabile solo su iniziativa del cliente finale.

Le condizioni economiche saranno analoghe a quelle del servizio di Maggior Tutela, ma con la riduzione di un bonus una tantum – qualora il contratto perduri per tutti i 12 mesi – diverso da fornitore a fornitore, che verrà applicato nella prima bolletta.

Per tale ragione le offerte di Tutela SIMILE saranno facilmente confrontabili tra loro e con il servizio di Maggior Tutela.

Se alla fine dei 12 mesi di contratto non ne stipulerà nessun nuovo, il cliente resterà con il venditore scelto per la Tutela SIMILE e gli saranno applicate condizioni contrattuali ed economiche di “mercato libero” in base a una struttura standard definita dall’Autorità.

Lo scopo della Tutela SIMILE dovrebbe essere quindi di guidare il consumatore nel comprendere modalità e meccanismi per poter scegliere consapevolmente il proprio fornitore, senza incorrere in truffe e raggiri in un mercato come quello libero, che non potrebbe conoscere chi si trova ancora in quello tutelato.

Questa opzione però non è stata finora un successo. Anzi in base ai dati disponibili, spiega Codici, è un vero fallimento: Green Network ha concluso un solo contratto, Estenergy solamente due, Sinergas nemmeno uno, Engie che applica lo sconto più elevato di 115 €, ne ha conclusi 652.

Secondo un recentissimo comunicato dell’Autorità ai primi di marzo il 94% dei contratti stipulati (oltre 1.500) è stato sottoscritto dai clienti domestici e il 6% da piccole e medie imprese. Nei primi due mesi di funzionamento del meccanismo la quasi totalità dei clienti ha effettuato un accesso diretto al portale senza intermediari e ripensamenti.

Ricordiamo che si può aderire alla Tutela SIMILE solo attraverso il sito web www.portaletutelasimile.it, scegliendo una delle offerte tra i fornitori ammessi.

Sembra abbastanza chiaro che il consumatore non sia particolarmente interessato a questa iniziativa dell’Autorità, “nonostante le Associazioni dei consumatori siano state decretate come facilitatori per supportarlo nella scelta”, ha detto Codici. “Inoltre – aggiunge l’associazione – le aziende che applicano lo sconto maggiore hanno ovviamente polarizzato le offerte, evitando che vi fosse una vera e propria “concorrenza”.

Ricordando che la Maggior Tutela resterà in vigore fino alla sua rimozione ex-lege, possiamo affermare che per ora è più conveniente restare nel mercato tutelato?

Vedremo i dati a metà anno, ma abbiamo il sospetto che sia così.

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