ENI: tante esplorazioni fossili e rinnovabili ancora marginali. Il bilancio 2016

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L'azienda ha annunciato la trasformazione in consociata del retail Eni Gas & Power. Tra le diverse attività in fase di sviluppo, molte nuove riserve di petrolio e gas in tutto il globo, un po' di chimica verde e rinnovabili, tra cui 220 MW di fotovoltaico da sviluppare in Italia entro il 2022.

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La partecipata pubblica continua a perseguire una strategia centrata su petrolio e gas, come se non ci fosse un domani, mentre le attività nelle rinnovabili e nell’efficienza energetica, pur presenti, sembrano marginali.

Nell’anno appena concluso, infatti, Eni  ha scoperto risorse per 1,1 miliardi di barili di petrolio equivalenti (boe) e le risorse esplorative scoperte negli ultimi 3 anni ammontano a 3,4 miliardi di boe.

Sale al 193% il tasso di rimpiazzo organico delle riserve nel 2016, record storico per la società, anche considerando pro-forma la cessione del 40% di Zohr, il nuovo giacimento di gas in acque egiziane.

Lo mostrano i dati del bilancio 2016 che la società ha presentato oggi a Londra, annunciando, tra le altre cose, che il braccio retail Eni Gas & Power sarà trasformato in una consociata.

Rimandando ai documenti (in allegato in basso) per i dati economici e i dettagli, va notato come il break-even medio dei nuovi progetti Eni è di circa 30 $/b, che vanno confrontati con la previsione fatta alla presentazione dall’a.d. Claudio Descalzi che si aspettava un “lento aumento dei prezzi del petrolio fino a 70 $/b nel 2020“.

Eni sta trivellando un po’ dappertutto, comprese le aree delicate come quelle artiche. Se le performance ambientali sono leggermente migliorate (vedi tabella), le attività alternative all’estrazione e alla raffinazione di gas e petrolio restano nel complesso poca cosa.

Per il fotovoltaico c’è il “Progetto Italia” che prevede la realizzazione di impianti in aree industriali di proprietà, disponibili all’uso e di scarso interesse per altre attività economiche. Eni ha identificato 15 progetti per una capacità complessiva di circa 220 MW che saranno installati entro il 2022.

La prima fase prevede la realizzazione di 5 impianti: Assemini e Porto Torres in Sardegna (per i quali è in corso l’iter autorizzativo presso le autorità competenti), Manfredonia in Puglia e Priolo in Sicilia (FID ottenuta) e Augusta in Sicilia.

All’estero, si spiega poi, sono stati individuati progetti da sviluppare in Paesi di interesse strategico nei quali l’azienda già opera – in particolare Africa e Asia – con l’obiettivo di “incrementare l’efficienza energetica, la sostenibilità dei consumi, nonché di migliorare l’accesso all’energia delle popolazioni locali attraverso un più sostenibile mix energetico.”

Nel 2016, si spiega, sono stati siglati accordi con General Electric per lo sviluppo di progetti di energia rinnovabile, sia brownfield che greenfield, e soluzioni ibride con focus sull’efficienza energetica, e con Terna, per la valutazione congiunta di progetti di sviluppo.

Per quel che riguarda la chimica verde, oltre a un aumento di produzione nella bioraffineria di Marghera, ad aprile 2016, con l’ottenimento delle necessarie autorizzazioni, è stato avviato il cantiere del progetto Green Refinery, di Gela.

L’impianto, si spiega, avrà una capacità di lavorazione di olio vegetale per circa 750 kton/anno e utilizzerà la tecnologia proprietaria ecofining, sviluppata e brevettata da Eni, che consentirà la produzione di green diesel, biocarburante a elevata sostenibilità ambientale, e sarà in grado di processare anche materie prime di seconda generazione.

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