In Europa il venture capital torna a scommettere sulle rinnovabili

I fondi VC hanno destinato 834 milioni di $ nel 2016 a progetti dell’industria green, in molti settori considerati ancora di nicchia o troppo rischiosi dagli investitori tradizionali, tra cui biomasse, gestione-riciclo dei rifiuti, batterie di accumulo e colonnine di ricarica per veicoli elettrici.

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L’energia verde sta nuovamente attirando i capitali dei fondi venture capital europei (VC), destinati a società le cui attività sono considerate troppo incerte e rischiose da buona parte degli investitori istituzionali.

È Bloomberg New Energy Finance (BNEF) a segnalare questa tendenza, che lo scorso anno ha toccato il livello d’investimenti più alto da quando, nel 2004, BNEF ha iniziato a collezionare dati su questo comparto finanziario.

Nel 2016, scrive Bloomberg, i fondi VC hanno veicolato 834 milioni di dollari in progetti di diverse tecnologie rinnovabili, dal fotovoltaico su tetto alla produzione di energia dai rifiuti organici, passando per l’eolico, l’accumulo elettrochimico e così via.

Alcuni gestori di fondi, prosegue BNEF, quelli più propensi al rischio, stanno tornando a puntare sull’industria green dopo averla un po’ trascurata per qualche anno, nel momento in cui erano affluiti molti capitali dagli investitori “mainstream”, come banche, fondi pensione e fondi generalisti, che quindi avevano ridotto i margini di profitto.

Come si spiega questo ritorno? I finanziamenti VC, osservano gli analisti di BNEF, si stanno focalizzando su settori più rischiosi e di nicchia, poco appetibili per i gestori tradizionali che devono porre invece molta attenzione al bilanciamento tra perdite e guadagni potenziali.

Un fondo VC è meno interessato ai criteri di bancabilità dei progetti, perché accetta una maggiore esposizione al rischio in cambio di alti profitti futuri. In pratica il venture capitalist “scommette” su un progetto, una start-up, un’azienda piccola, ma di cui intravede la crescita.

Ecco qualche esempio proposto da Bloomberg sulla nuova finanza verde in Europa:

  • Oxford Capital ha investito 374 milioni di dollari nel solare FV, nelle batterie di accumulo e nella digestione anaerobica delle biomasse agricole, per produrre elettricità con gli scarti delle fattorie in diverse zone della Gran Bretagna.
  • Terra Firma Capital, fondata nel 2002 dal finanziere inglese Guy Hands, ha già installato 1,7 GW di eolico e solare; queste due tecnologie restano il focus degli investimenti verdi, ma il fondo sta considerando progetti in paesi emergenti come Vietnam, Iran e Arabia Saudita per ottenere remunerazioni più elevate che in Europa stentano ad arrivare.
  • Zouk Capital si sta concentrando su biogas, efficienza energetica, gestione/riciclo dei rifiuti, colonnine di ricarica per le auto elettriche. Questo fondo basato a Londra non intende però investire in grandi impianti eolici e solari, perché questi due settori sono più “convenzionali”, incentrati sulla ricerca di capitali a basso costo e sullo sviluppo di economie di scala.
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