Riforma tariffa elettrica: Aeegsi segnalata per pubblicità ingannevole

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Adusbef, Codici, Greenpeace, Italia Solare, Kyoto Club, Legambiente e WWF segnalano all'Antitrust lo spot dell'Autorità per l'Energia sulla nuova tariffa elettrica per i clienti domestici: sarebbe fuorviante per i consumatori. In reltà “bollette più care per oltre l'80% degli utenti”.

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Per la prima volta un’autorità di regolazione viene segnalata all’Antitrust per pubblicità ingannevole.

Nel mirino delle associazioni dei consumatori e di quelle ambientaliste, che si sono rivolte al garante per la concorrenza e il mercato, c’è la campagna Aeegsi sulla riforma delle tariffe elettriche per gli utenti domestici e, in particolare, lo spot video diffuso dall’Autorità (vedi sotto).

Lo spot, che ha come protagonisti vari simpatici elettrodomestici parlanti che elencano benefici e i vantaggi della nuova riforma, “continua a lasciar trapelare un’informazione ingannevole e illusoria sulla nuova tariffa elettrica e sembra fuorviare i consumatori, palesandosi in una condotta commerciale scorretta in quanto ingannevole”, scrivono in una nota congiunta Adusbef, Codici, Greenpeace, Italia Solare, Kyoto Club, Legambiente e WWF.

Per le associazioni la riforma, a differenza di quanto detto nella campagna Aeegsi, “è tutt’altro che equa, trasparente ed efficiente.”

Le critiche delle associazioni

“Non sembra facilmente comprensibile dai consumatori – si osserva – l’affermazione circa ‘tariffa di rete ripulita dai sussidi. Sembrerebbe comportare un risparmio, ma non si comprende in che modo. Solo gli addetti ai lavori ricorderanno, invece, come probabilmente si faccia riferimento ad una pulizia del sistema tariffario da un sussidio incrociato tra utenti domestici. La progressività della tariffa di rete, infatti, comportava un importo minore di tale tariffa per minori consumi.”

“Probabilmente – prosegue la nota – l’Autorità quando parla di sussidio intende una sorta di ‘aiuto’ in favore dei grandi consumatori di energia in sfavore dei più piccoli. Tale lettura, che pure si contesta, non è minimamente comprensibile dal breve spot.”

L’Autorità ha pubblicizzato la riforma sostenendo che intende promuovere l’efficienza energetica e che tale riforma è improntata a una maggiore equità.

A conti fatti, però, come abbiamo scritto più volte, le nuove tariffe premieranno solo le utenze domestiche che consumano oltre 2.700 kWh l’anno, che in Italia sono meno del 20% del totale.

“Il messaggio che si vuole far passare – denunciano le associazioni – è che la riforma della tariffa elettrica tuteli le classi sociali più svantaggiate, i più deboli e le famiglie più bisognose, ma il bonus sociale a cui si fa riferimento, presentato come una novità introdotta dalla nuova riforma, in realtà esisteva anche antecedentemente ad essa (anche se è stato rafforzato con la riforma, ndr).”

Inoltre, con il cambiamento, si fa notare, “si fanno pagare di più i consumatori che risparmiano o che hanno messo in atto un intervento di efficienza energetica. La riforma, infatti, agevola il consumo dell’energia, di conseguenza sarà penalizzato chi tenderà a risparmiare, che si ritroverà in bolletta cifre spropositate. Saranno i piccoli consumatori di energia a subirne le conseguenze, ad essere premiato, paradossalmente, sarà chi consuma di più.”

La riforma in breve

La riforma contestata è quella approvata con delibera il 2 dicembre 2015 e, come detto, riguarda le tariffe elettriche per i clienti domestici. Avevamo spiegato nel dettaglio in questo articolo in cosa consiste.

In sintesi, si abolisce la progressività, ossia il meccanismo che fa pagare di più il kWh a chi ha consumi maggiori e di meno a chi ha consumi bassi.

Inoltre i costi di rete (cioè i costi pagati per la trasmissione, distribuzione e misura dell’energia elettrica) vengono spostati sulla parte fissa, cioè saranno pagati per punto di prelievo e per potenza impegnata, anziché in base ai kWh consumati.

Tra le altre novità c’è da ricordare che vengono introdotti livelli di potenza con un “passo” più fitto e si riducono i costi per il cambio di livello.

La riforma prevedeva due step di cambiamento: uno partito dal 1° gennaio 2016 e uno scattato da gennaio 2017, per arrivare a regime nel 2018.

Dallo scorso 1° gennaio 2017 c’è la piena applicazione della tariffa non progressiva per gli oneri di rete ed è in vigore il primo intervento anche sulla tariffa per gli oneri di sistema, in modo da diminuire l’effetto di progressività e limitare a due il numero di scaglioni di consumo annuo. Verranno poi introdotte tutte le novità legate all’impegno di potenza.

Quanti ci guadagnano e quanto

La riforma, come intuibile e come fanno notare le associazioni che la contestano, eliminando la progressività favorisce chi consuma di più.

L’efficienza energetica è incentivata solo per quelle tecnologie che spostano i consumi dal gas al vettore elettrico, come la pompa di calore e la piastra a induzione, protagoniste dello spot Aeegsi.

Diventano meno convenienti invece gli investimenti fatti per risparmiare elettricità: si pensi alla sostituzione delle lampadine con dei led o all’installazione del fotovoltaico (si veda qui).

A conti fatti la riforma – una volta a regime – porterà un beneficio economico rispetto alla situazione precedente solo a chi consuma più di 2.700 kWh l’anno.

Quante saranno le famiglie italiane che ci rimetteranno e quante invece ci guadagneranno? La risposta è facile: i punti di prelievo con consumi inferiori a 2.700 kWh l’anno sono oltre l’82% dei 29.430.000 utenti domestici italiani (dati 2014). Ci rimetteranno dunque oltre 24 milioni di utenze.

Abbiamo spiegato in questo articolo per ogni fascia di consumi come cambiano i conti in bolletta con la nuova fase della riforma della tariffa degli utenti domestici scattata da gennaio e come cambieranno nel 2018: QualEnergia.it Bolletta elettrica, ecco come cambia da gennaio 2017.

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