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Costi delle rinnovabili, il fotovoltaico inizia a battere l’eolico?

L’ultimo studio di Bloomberg su 58 nazioni di America Latina, Asia e Africa mostra che i costi medi d’investimento dei grandi impianti eolici e fotovoltaici sono ormai allineati. In alcuni casi, gli impianti FV sono già più competitivi delle turbine. I principali risultati di Climatescope 2016.

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Il solare fotovoltaico sta diventando sempre più competitivo rispetto alle altre fonti energetiche, sia fossili che rinnovabili, grazie a una costante riduzione dei costi d’investimento e ai prezzi elettrici molto “aggressivi” spuntati nelle aste competitive in varie parti del mondo.

A segnalare questa tendenza è il nuovo rapporto di Bloomberg New Energy Finance (BNEF), che analizza le condizioni di mercato per le tecnologie pulite in 58 paesi emergenti in America Latina, Africa, Medio Oriente e Asia.

Come evidenzia per prima cosa Climatescope 2016 (allegato in basso), infatti, il baricentro della green economy è migrato notevolmente verso sud.

Nel grafico sotto si vede che nel 2015, per la prima volta, le nazioni in via di sviluppo hanno installato più energie verdi dei 35 paesi OECD: quasi 70 GW contro 59, con il maggiore contributo proveniente dagli impianti eolici.

Il secondo grafico che proponiamo, invece, riassume l’andamento degli investimenti in fonti rinnovabili.

Anche in questo caso, nel 2015 per la prima volta c’è stato il sorpasso dei paesi emergenti su quelli più industrializzati.

Da notare, poi, che l’area OECD ha destinato alle fonti pulite lo stesso livello di denaro del 2012, 153 miliardi di dollari circa dopo una discesa durata un paio d’anni. La cifra è ben lontana dai 192 miliardi spesi nel 2011. Al contrario, per il gruppo di paesi di Climatescope la crescita è stata continua.

Torniamo al solare. Secondo i dati di BNEF, gli investimenti in questo settore sono aumentati di oltre undici volte dal 2010 a oggi: da 6,4 a 71,8 miliardi di dollari nelle 58 nazioni considerate dallo studio. Quindi la nuova capacità installata è salita da appena 289 MW a 43 GW in pochissimi anni.

Interessante osservare il terzo grafico sotto, che evidenzia il capex medio (capital expenditure) per i grandi progetti eolici sulla terraferma e per quelli fotovoltaici.

Già nel 2015 c’è stato un sostanziale allineamento intorno ai due milioni di dollari/MW installato (quindi circa 2 dollari/watt). Le proiezioni riferite ai primi mesi del 2016 dicono che il solare è riuscito a battere di pochissimo l’eolico, attestandosi a circa 1,65 dollari/watt contro 1,66.

Non bisogna fermarsi alle spese in conto capitale per costruire nuovi impianti. Altrettanto decisivo è il costo medio dell’elettricità generata dalle diverse fonti. Per ora – spiegano gli analisti di BNEF – l’eolico è generalmente meno costoso soprattutto perché produce circa il doppio dell’energia rispetto al fotovoltaico, grazie a un fattore di capacità nell’ordine del 20-45% contro il 16-21% del solare.

Dalla mappa sotto emerge però che il fotovoltaico sta guadagnando rapidamente terreno. In alcuni casi, ad esempio in Cile e Dubai, l’energia solare sarà venduta a un prezzo inferiore a quello ottenuto nelle aste competitive dai progetti eolici (vedi anche QualEnergia.it).

Parliamo di 29-30 dollari/MWh, valori impensabili fino a qualche anno fa, determinati da una serie di condizioni favorevoli, tra cui irraggiamento solare intenso, ribasso costante dei costi delle tecnologie impiegate (pannelli, inverter eccetera), concorrenza tra operatori nelle aste.

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