La Commissione Ue multa il cartello delle batterie al litio

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In totale è di 166 milioni di euro la multa che dovranno pagare tre compagnie - Sony, Panasonic e Sanyo - mentre a Samsung SDI è stata concessa piena immunità per aver rivelato l’esistenza del patto di non concorrenza. Le società concordavano i prezzi e si scambiavano informazioni sensibili.

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Una multa complessiva di 166 milioni di euro contro il cartello delle batterie al litio.

La Commissione europea ha stabilito che quattro colossi dell’industria elettronica hanno violato le regole comunitarie dell’Antitrust: Sony, Panasonic, Sanyo e Samsun SDI, anche se quest’ultima ha ricevuto la piena immunità perché ha rivelato a Bruxelles l’esistenza dell’indebita alleanza commerciale.

Come ha spiegato il commissario per la concorrenza, Margrethe Vestager, la decisione presa dall’esecutivo UE «manda un segnale importante alle compagnie: se i consumatori europei sono colpiti da un cartello, la Commissione investigherà sull’accaduto, anche se le azioni anti competitive sono avvenute fuori dell’Europa».

Quali sono stati i comportamenti scorretti e illeciti delle quattro aziende coinvolte? In sintesi, si legge nella nota ufficiale diffusa da Bruxelles (allegata in basso), c’era una rete di contatti bilaterali-multilaterali per concordare i prezzi di vendita delle batterie ricaricabili al litio utilizzate nei più comuni apparecchi elettronici, tra cui cellulari, computer portatili e tablet.

Quindi era un patto di non concorrenza per evitare strategie commerciali troppo aggressive, che avrebbero finito per limitare i profitti delle società

. In particolare, i quattro produttori avevano stabilito di comune accordo di aumentare temporaneamente i prezzi in due occasioni, nel 2004 e 2007, facendo seguito a un incremento del costo del cobalto, un metallo raro impiegato per fabbricare i dispositivi ricaricabili.

Inoltre, prosegue la nota della Commissione, le aziende hanno scambiato ripetutamente informazioni sensibili, ad esempio previsioni su forniture e prezzi e anche le intenzioni a partecipare a determinate aste competitive, organizzate da singoli marchi di apparecchi elettronici di largo consumo.

La multa più salata è toccata a Sanyo con oltre 97 milioni di euro; Panasonic dovrà pagare quasi 39 milioni mentre a Sony spetterà l’esborso minore (poco meno di 30 milioni). Si tratta di cifre scontate in varia misura rispetto agli importi che le aziende avrebbero dovuto corrispondere, perché la Commissione ha riconosciuto la loro collaborazione durante le indagini e la loro ammissione di responsabilità.

Come ha fatto intendere la Commissione tra le righe delle sue dichiarazioni, l’attenzione per il rispetto delle norme antitrust rimarrà alta in questo settore industriale; sappiamo bene, infatti, che proprio le batterie ricaricabili sono un tassello fondamentale per la transizione energetica verso sistemi diffusi di mobilità elettrica, smart grid e fonti rinnovabili integrate con accumulatori. Concorrenza e riduzione costante dei prezzi sono ingredienti indispensabili per consentire una più rapida e massiccia diffusione delle batterie.

La nota della Commissione

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