Batterie dei veicoli plug-in a fine vita: riuso e riciclo a confronto

Dopo le valutazioni di Bloomberg New Energy Finance sulla possibilità di utilizzare dispositivi rigenerati nelle applicazioni di rete, le analisi di Lux Research vanno nella direzione contraria, affermando che la strada più conveniente è riciclare i materiali. Ma le risposte in entrambi i casi non sono univoche.

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Riutilizzare o riciclare le batterie delle auto a zero emissioni? La risposta a questo dubbio può valere miliardi di dollari ed ecco perché molti analisti stanno affrontando il problema.

Di recente, Bloomberg New Energy Finance (BNEF) ha approfondito la soluzione del riuso, attraverso la rigenerazione dei dispositivi dei veicoli elettrici e ibridi plug-in (Auto elettrica, la seconda vita delle batterie sarà nell’energy storage).

Può sembrare un tema prematuro, ma tra qualche anno, quando andranno in pensione le prime generazioni di vetture ecologiche, il problema di come smaltire migliaia – o forse milioni – di batterie in tutto il mondo sarà all’ordine del giorno per l’industria automobilistica. Un nuovo contributo arriva da Lux Research, con una visione sostanzialmente opposta a quella di BNEF.

Rivediamo brevemente che cosa pensa Bloomberg: secondo le sue stime al 2025, l’ammontare complessivo delle batterie usate disponibili sarà pari a 95 GWh, anche se poi la capacità netta sfruttabile sarà molto inferiore (circa 26 GWh) a causa del deterioramento delle prestazioni rispetto ai valori nominali di fabbrica dei prodotti originari.

Intorno al 2020, prosegue BNEF, una batteria di seconda mano, dopo aver passato i diversi processi di controllo-rigenerazione, costerà ancora meno di un apparecchio nuovo, ma sono tutte valutazioni da prendere con grande prudenza.

L’idea di Bloomberg è che la maggior parte delle batterie potrà avere una seconda vita nelle applicazioni di rete, come l’accumulo elettrochimico stazionario. L’ipotesi è seguita con attenzione da alcuni produttori, tra cui Mercedes-Benz.

Per Lux Research, invece, al riutilizzo è da preferire il riciclo di alcuni elementi per poi impiegarli in dispositivi freschi di fabbrica. Partiamo da un dato generale: nel 2035 la disponibilità di batterie usate di veicoli elettrici e ibridi plug-in sarà di circa 65 GWh, anche se i numeri cambiano parecchio secondo la vita media utile considerata (vedi grafico sotto).

Con la tecnologia attuale, spiegano gli analisti, il riciclo consente di ottenere più valore aggiunto grazie al recupero-riutilizzo di certi materiali.

Il problema delle vecchie batterie, infatti, è che il loro rendimento può essere critico, anche dopo un’accurata rigenerazione, limitando la “seconda vita” a impieghi poco stressanti, quindi con una frequenza ridotta di cicli di carica/scarica e con una minore capacità di accumulo.

Che l’argomento sia variamente dibattuto e interpretato si vede dalla spaccatura nell’industria automobilistica. Daimler, BMW e Nissan sono alcuni costruttori impegnati a studiare la fattibilità del riutilizzo delle batterie in sistemi per lo storage energetico. Al contrario, Tesla sta operando sul fronte del riciclo. La diatriba è acuita dall’incertezza sui costi futuri dei dispositivi.

I vantaggi delle batterie rigenerate rischiano di essere molto contenuti, soprattutto se i prezzi del nuovo continueranno a scendere grazie soprattutto alle economie di scala delle gigafactory costruite-progettate tra Europa e Stati Uniti (vedi anche QualEnergia.it).

La stessa Lux Research però ammette che anche i prezzi degli apparecchi riconfigurati potrebbero calare sensibilmente, se le aziende del settore renderanno più efficienti i processi produttivi.

La filiera del riuso è certamente complessa: bisogna smistare e valutare tutte le batterie usate per individuare quelle con le caratteristiche migliori e che non sono state danneggiate, assemblarle nuovamente, testarle, fornire una garanzia.

Solo se l’intero procedimento sarà molto efficiente e accurato, in definitiva, i dispositivi saranno in grado di “sopportare” condizioni d’uso ad alta intensità nelle reti elettriche di nuova generazione, tra cui servizi domanda-risposta, backup di emergenza e accumulo dell’energia solare.

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