Nuovo pacchetto energia UE, l’incognita sulle misure di efficienza

Dopo le preoccupazioni emerse intorno alla possibile perdita della priorità di dispacciamento per le rinnovabili, restano altre incertezze sulla strategia energetica della Commissione. Vediamo quali sono i temi più discussi alla vigilia delle proposte legislative che usciranno mercoledì.

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Bruxelles sta per presentare il “pacchetto d’inverno”, un faldone di proposte legislative e revisioni delle direttive sull’energia, atteso il 30 novembre, che comprenderà tutti i settori più importanti, dai trasporti all’edilizia, passando per l’agricoltura, gli scambi elettrici transfrontalieri e così via.

Sul programma Clean Energy for All della Commissione europea restano diverse incertezze. Nelle ultime settimane, ad esempio, sono emerse preoccupazioni per lo sviluppo delle fonti rinnovabili, che potrebbero perdere la loro priorità di dispacciamento e vedersi così “battute” dalla generazione fossile (i possibili impatti di una simile misura sul mercato italiano sono stati spiegati in questo articolo di QualEnergia.it).

Il quadro generale

L’obiettivo generale del pacchetto è creare quell’Unione dell’Energia annunciata dal presidente Jean-Claude Juncker già nel 2014. Si tratta, in sintesi, di ridurre la dipendenza continentale dalle importazioni di combustibili fossili e aumentare, di conseguenza, la sicurezza delle forniture attraverso una maggiore integrazione dei singoli mercati elettrici e del gas.

La Commissione, inoltre, ha dichiarato in più occasioni di voler assegnare un ruolo di primo piano ai consumatori (famiglie e imprese), quindi favorire anche l’autoproduzione-autoconsumo di energia, con la generazione distribuita dei piccoli impianti abbinati a sistemi di accumulo e tecnologie di gestione attiva della domanda.

Il nodo dell’efficienza energetica

Aspettando l’uscita dei testi finali, vediamo quali sono i punti più aperti alle critiche e al dibattito. L’efficienza energetica è al centro di una battaglia politica, come rileva un’analisi pubblicata su EurActiv. L’esecutivo, con ogni evidenza, proporrà l’obiettivo – sarà vincolante? – di incrementare l’efficienza del 30% in confronto al livello “base” del 1990.

Tuttavia, per diventare legge, la proposta dovrà essere approvata dal Parlamento e dal Consiglio dei ministri europeo. Come sappiamo, il Parlamento ha sempre spinto sulla Commissione per far approvare un traguardo vincolante di efficienza energetica del 40% nel 2030, mentre gli Stati membri hanno remato nella direzione opposta, preferendo la linea molto più morbida del 27% (vedi QualEnergia.it).

Anche sulle rinnovabili c’è stata molta discussione: l’output verde dovrà salire al 30% nei prossimi 14 anni, oppure “almeno” al 27% come vorrebbero molti Stati membri? Sulle emissioni, invece, l’esecutivo ha raccolto un consenso unanime per un taglio del 40% nel 2030, rispetto alla quantità di gas serra del 1990.

Rinnovamento degli edifici a rilento

C’è da capire se l’efficienza resterà un po’ la Cenerentola del pacchetto o se Bruxelles riuscirà a smuovere più investimenti in questo campo. In ballo c’è anche la revisione della direttiva EPB (Energy Performance of Buildings) perché il rinnovamento degli edifici è un cardine irrinunciabile per una strategia di efficienza davvero efficace.

Lo stock immobiliare europeo, infatti, è ampiamente obsoleto: secondo le stime, agli edifici va imputato il 40% circa dei consumi energetici totali. Inoltre, il 70% delle costruzioni avrebbe bisogno di qualche intervento per migliorare le prestazioni (isolamento termico, impianti rinnovabili, sistemi di monitoraggio, domotica e altre soluzioni di questo tipo).

Tra le proposte attese mercoledì, c’è l’obbligo di installare colonnine di ricarica per le auto a zero emissioni in tutti i nuovi interventi e nelle ristrutturazioni, seguendo quel principio di elettrificazione dei trasporti che sembra stia animando la presidenza Juncker.

Il problema è che finora i dettami per la riqualificazione immobiliare sono passati in sordina tra gli Stati membri, tanto che il tasso attuale di rinnovamento del patrimonio edilizio è dell’uno per cento appena.

Allora la Commissione saprà invertire la tendenza? Un’altra iniziativa molto attesa è l’European Building Initiative, che lancerà un piano finanziario per sbloccare, dicono le stime, almeno 10 miliardi d’investimenti aggiuntivi pubblici-privati.

Sempre in tema di efficienza, la discussione resta aperta sulla direttiva Ecodesign. Stando alle indiscrezioni più recenti (vedi anche Direttiva Ecodesign: Juncker vuole lasciare fuori alcuni prodotti) la Commissione Ue potrebbe escludere determinati apparecchi dalle nuove regole sull’etichettatura energetica, quelli considerati “minori” – tostapane e bollitori, ad esempio – perché più piccoli e quindi con un presunto basso impatto sui consumi energetici finali.

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