Piano Enel 2017-2019: avanti su reti e rinnovabili

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Per le rinnovabili si privilegerà un modello di business a minore intensità di capitale, di tipo “Build, Sell and Operate”. Previsto il sorpasso in potenza su parco termoelettrico. Grossa spinta verso la digitalizzazione, prospettive “ampie” per ricarica veicoli elettrici e V2G. Il piano presentato oggi.

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Nel Piano strategico 2017-2019 presentato oggi a Londra alla comunità finanziaria, Enel prevede investimenti per 20,9 miliardi – 300 milioni in meno rispetto al piano precedente per il medesimo periodo – nell’ambito di una crescita industriale “fortemente centrata sui business delle reti e delle fonti rinnovabili“.

Reti digitali e rinnovabili in BSO

Il piano – che prevede un rapporto di 4 a 6 tra gli investimenti di manutenzione e quelli per la crescita – implica anche un riequilibrio del capex tra reti e rinnovabili, a favore delle prime.

A pesare, il fatto che sul lato rete si punterà molto sulla digitalizzazione, mentre per le rinnovabili si privilegerà un modello di business a minore intensità di capitale, il ‘BSO’, che sta per “Build, Sell and Operate”, cioè “costruisci, vendi e gestisci”.

Nonostante l’annunciata realizzazione di 6,7 GW di nuova capacità rinnovabile aggiuntiva nei prossimi tre anni, nel Piano 2017 – 2019 gli investimenti dedicati alle reti aumentano così del 26% rispetto al precedente, salendo a 5,8 miliardi (erano 4,6 miliardi nel piano precedente), mentre gli investimenti mirati alle rinnovabili sono in calo a 5,2 miliardi, quindi -29% sui 7,3 miliardi previsti in precedenza.

Verso il sorpasso delle fonti pulite

La produzione netta del gruppo oggi viene per il 29% dal carbone, per il 24% dall’idroelettrico, per il 14% da cicli combinati a gas-ccgt, per il 12% da nucleare, per l’11% da oil & gas e per il 10% dalle rinnovabili.

Nel 2019 i numeri saranno: 30% idroelettrico, 26% carbone, 15% rinnovabili, 11% ognuno cicli combinati a gas-ccgt e nucleare, 7% oil&gas.

Oggi la capacità rinnovabile gestita (non consolidata, cioè con presenza Enel sotto il 51%) è pari a 1,6 GW, nel 2019 saranno 6,5 GW. La capacità consolidata oggi è a 10,9 GW, nel 2019 sarà 14,2 GW.

Al 2019 la potenza da fonti pulite, secondo il piano, salirà a 45,7 GW, mentre nello stesso anno quella termoelettrica si fermerà a 36,5 GW. Un ribaltamento sui dati 2016, che vedono le fonti convenzionali a 47,8 GW e le rinnovabili 37,3 GW.

Il 48% della crescita di capacità installata rinnovabile di Enel Green Power tra 2017 e 2019 sarà in America Latina, seguita da Asia e Africa (23%), America (15%), Spagna (6%), Italia (5%) e resto dell’Europa (3%).

Le previsioni sui costi di eolico e FV

Il costo del solare – ha ricordato durante la presentazione del piano l’A.D. di EGP Francesco Venturini – è calato del 90% dal 2009, mentre, il costo delle batterie a ioni di litio è crollato dai mille dollari al kWh del 2007 ai 300 $/KWh di oggi, l’innovazione è “pervasiva e inarrestabile”.

Il costo medio delle turbine eoliche – ha riportato – è dato in calo del 10% tra 2014 e 2019, da 1,03 milioni di dollari per MWh a 930mila $/MWh, il costo LCOE è previsto in discesa del 24% nello stesso periodo.

Sul fronte FV, EGP prevede un calo del capex del 30% tra 2014 e 2019, con una riduzione del LCOE del 29% nello stesso arco temporale.

Digitalizzazione

Nel Piano strategico 2017-2019 di Enel, come anticipato, si punta molto sulla digitalizzazione. Si prevede un investimento di 4,7 miliardi per digitalizzare gli asset, l’operatività e i processi del gruppo e potenziare la connettività.

Una parte importante di questo impegno – si è spiegato – sarà rivolto alla cyber security, per fronteggiare i rischi sempre maggiori che derivano da attività digitali illegali.

Enel punta “al 75% di utenti finali digitalizzati al 2019″, ha spiegato l’A.D. di Enel Francesco Starace. Nell’ambito del metering, “pensiamo di installare 18 milioni di nuovi contatori digitali e oltre il 70% nostra capacità produzione sarà digitalizzata entro la fine del piano”, per quel che riguarda i contatori intelligenti “siamo oggi a 30, arriveremo a 48 milioni.”

I risultati economici

Rispetto a un anno fa, ha spiegato Starace, il gruppo ha raggiunto in anticipo i risultati previsti per ciascuno dei principi fondamentali della strategia.

Quanto a efficienza operativa, i cash cost sono stati ridotti del 10% rispetto al 2014. Dal lato crescita industriale, l’obiettivo di Ebitda 2016 – si è spiegato – è verso il conseguimento e quello 2017 già realizzato al 90%.

Sono state realizzate cessioni per 4 miliardi di euro in meno di due anni. Sul fronte della remunerazione degli azionisti c’è l’impegno impegno per un dividendo attraente e in crescita e pay-out aumentato dal 40 al 60%.

Mobilità elettrica e V2G

Durante la presentazione Starace ha ricordato il programma per installare 11 mila stazioni di ricarica elettrica nei prossimi 3 anni.

Starace ha parlato anche della tecnologia Vehicle to Grid (V2G), che usa le batterie delle auto come elementi di accumulo diffusi, per stabilizzare la rete.

In Danimarca stabilizziamo la rete e i consumatori ne condividono i benefici”, ha spiegato, “infatti i clienti danesi di Enel che mettono a disposizione la loro auto quando non gli serve, ricevono circa mille euro l’anno. È un nuovo paradigma – dice l’AD e DG Enel – gli utilizzatori dell’auto che possono guadagnare dalla loro vettura”.

“Sul settore delle auto elettriche noi vediamo che là fuori c’è un grande spazio aperto per noi”, ha concluso.

Trump e il referendum

Sollecitato da una domanda l’AD di Enel, ha dichiarato che l’avvento di Donald Trump negli Usa “non sarà un problema” per gli investimenti del gruppo negli States.

“Siamo davvero curiosi di vedere quali saranno le mosse della nuova amministrazione – ha commentato – ma segnalo come la maggior parte del nostro impegno (in larga parte rinnovabile, ndr) è in stati Usa a maggioranza repubblicana, ma tutto va bene.”

Anche riguardo all’esito del referendum costituzionale del 4 dicembre Starace ha minimizzato: “non vediamo grossi temi legati alle politiche energetiche”, quindi “niente di davvero fondamentale” per il settore energetico, dal punto di vista regolatorio “non ci aspettiamo un terremoto sul quadro regolatorio, da questo punto di vista non vediamo grossi cambiamenti.”

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