Scrivi

Minieolico in Italia, tra accelerazioni del mercato e normativa dal fiato corto

Il trend del settore del minieolico in Italia anche in vista della riduzione della tariffa onnicomprensiva che entrerà in vigore dal 1 luglio 2017. Come si stanno attrezzando gli operatori? Ne parliamo con Vito Zongoli, Regional Director Mediterranean di Northern Power.

ADV
image_pdfimage_print

Dal 1 luglio 2017 il settore del minieolico italiano dovrà confrontarsi con una riduzione di circa il 30% della tariffa onnicomprensiva. Alcuni operatori stanno semplificando le macchine per tagliare i costi. Altri stanno introducendo diametri dei rotori più grandi, per avere maggiore produzione a parità di potenza.

Ne abbiamo parlato con Vito Zongoli, Regional Director Mediterranean di Northern Power.

Ingegner Zongoli, prima di parlare del minieolico che sarà dopo il taglio della tariffa onnicomprensiva guardiamo intanto al mercato odierno. Secondo gli ultimi dati del CPEM il settore sta vivendo una fase di crescita. Qual è la vostra percezione del mercato?

Dall’entrata in vigore del decreto rinnovabili abbiamo assistito a una fase di crescita del minieolico italiano, che per circa un anno e mezzo ha dato continuità al settore permettendo agli operatori di crescere e affermarsi sul mercato. Ci aspettiamo una flessione nei primi tre mesi del prossimo anno, periodo in cui presumibilmente ci si focalizzerà sulla costruzione di turbine più adatte alla nuova tariffa incentivante, che entrerà in vigore dal 1 luglio 2017.

Sarà un ostacolo per il settore?

Crediamo che il mercato ripartirà e se venisse confermata la stessa tariffa anche per gli anni a seguire vedremo una crescita più solida e costante del settore. C’è però un altro ostacolo da superare. Mi riferisco all’anarchia burocratica dei Comuni che in molti casi prendono posizioni assolutamente contrarie alla normativa nazionale, forti del fatto che un eventuale ricorso al TAR comporterebbe per chi investe perdite di tempo superiori ai tempi necessari a connettere le turbine sotto un certo schema incentivante. Questo atteggiamento ostativo può e deve essere combattuto solo con una normativa che abbia una durata ben superiore ai 12 mesi che hanno caratterizzato in questo mercato i decreti degli ultimi 5 anni.

Come vi state preparando a questa nuova fase con le tariffe incentivanti ridotte?

Stiamo aumentando il diametro dei rotori per aumentare la produzione a parità di potenza e allo stesso tempo stiamo strutturando l’offerta commerciale per poter offrire un maggior numero di servizi come la costruzione di opere civili o la fornitura di pacchetti chiavi in mano. Per quanto riguarda la gestione delle macchine, anche soluzioni all inclusive che comprendano monitoraggio e manutenzione. Questo al fine di ridurre i costi e rendere l’investimento più sostenibile anche in vista di un rientro minore rispetto alla spesa iniziale. Va detto che la nuova Legge di Stabilità ci viene incontro con il super ammortamento e la diminuzione dell’IRES che renderà più conveniente realizzare questo tipo di investimento.

Con la riduzione della tariffa incentivante è possibile che coloro dovranno realizzare un impianto minieolico possano optare più facilmente per una turbina ricondizionata per ridurre l’investimento iniziale?

Potrebbe succedere. Ma questo ovviamente non aiuterebbe il mercato a crescere sia come peso che come sviluppo tecnologico. Chi come noi investe nell’innovazione guarda con diffidenza al mercato delle turbine ricondizionate. Intanto bisogna ricordare che un buon ricondizionamento non è a costo zero. A mio avviso quindi la differenza di prezzo tra una nuova turbina e una ricondizionata non è tale da giustificare un investimento su un prodotto desueto, con una resistenza strutturale e una vita stimata sicuramente inferiore. Va poi ricordato che è più difficile ottenere l’accesso all’incentivo per questo tipo di turbine, che spesso non hanno tutte le certificazioni necessarie.

Parliamo di O&M. Questo segmento di mercato è in crescita. Nell’eolico di grande taglia i prezzi sono in calo e cresce la competizione tra gli operatori ‘O&M puri’ e i produttori di turbine che forniscono anche servizi di operation & maintenance. Questa dinamica si sta replicando anche nel minieolico?

Sì, in questo il minieolico si sta allineando alle logiche del grande eolico. Ma la differenza sostanziale sta nel fatto che le imprese che operano nell’O&M del piccolo eolico nella maggior parte dei casi non sono ancora aziende strutturate. Parliamo di piccoli operatori locali, a differenza dei grandi operatori nazionali o internazionali che operano nell’O&M dell’eolico. Quindi spesso chi deve risolvere un malfunzionamento tecnico o ottimizzare le performance della propria turbina sceglie un operatore con una rete capillare di service partner, per avere un accesso più veloce alle componenti di ricambio e una maggior rapidità di intervento.

Come avete strutturato la vostra attività in questo segmento di mercato?

Noi offriamo un servizio post-vendita con una gestione completa della manutenzione ordinaria e straordinaria, monitoraggio, consulenza e rimessa in moto degli impianti, non solo quelli realizzati da Northern Power. Questo ci ha permesso anche di ampliare la squadra assumendo personale e di aprire anche nuovi magazzini di ricambio in tutta Italia.

Come si inserisce lo storage nella vostra strategia commerciale?

Northern Power ha una soluzione di storage per il minieolico, ma riteniamo che abbia più opportunità di sbocco all’estero per le installazioni off-grid o semi off-grid, ad esempio in Paesi in cui le reti sono meno stabili. In quei contesti il connubio tecnologico tra minieolico, o fotovoltaico, e lo storage è necessario per fornire un’alimentazione elettrica continua. Stiamo investendo in Medio Oriente, Africa, America Latina. In Italia non è strettamente necessario utilizzare un sistema di energy storage abbinato a un impianto minieolico, perché vendiamo ad oggi tutta l’energia con una cessione totale alla rete in qualsiasi ora del giorno. Per renderlo conveniente dovremmo cambiare le regole sulle reti di bassa tensione, ma la vedo difficile.

Quali risultati avete ottenuto nel 2016 e che aspettative avete per il futuro?

Il 2016 è stato caratterizzato da una forte crescita in Italia rispetto al 2015 e la cosa ci ha permesso di incrementare gli investimenti sul territorio e di creare tanti nuovi posti di lavoro. Il team Italiano è quasi raddoppiato rispetto al 2015 e abbiamo stretto nuovi accordi con fornitori e partner Italiani. Per quanto riguarda il futuro ci auguriamo di riuscire a conservare gli stessi volumi di vendita nonostante il cambio tariffa. Per far sì che questo accada, per noi come per gli altri operatori del settore, è necessario che venga fatta al più presto chiarezza in merito alla normativa per il triennio 2018-2020.

Nella foto in alto la turbina Northern Power NPS 60-24

ADV
×