Via libera della UE agli incentivi greci per le rinnovabili

La Commissione europea ha giudicato che il piano ellenico di sostegno alle fonti energetiche rinnovabili è compatibile con le linee guida sugli aiuti di Stato. Sono previste tariffe feed-in per gli impianti di taglia più piccola e per le installazioni nelle isole. I progetti sopra al megawatt parteciperanno invece ad aste competitive.

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Via libera dalla Commissione europea al piano greco di sussidi per le fonti rinnovabili, che Atene ha sottoposto all’esecutivo UE lo scorso luglio.

In una nota, Bruxelles evidenzia che il programma per sostenere le energie pulite in Grecia è pienamente compatibile con le linee guida comunitarie sugli aiuti di Stato e, di conseguenza, non rischia di ledere la concorrenza sul mercato.

Tale piano, rileva inoltre la Commissione, permetterà al paese di aumentare la quota di energia verde nel mix elettrico, ridurre le emissioni di gas serra e raggiungere così l’obiettivo fissato per il 2020, pari al 18% di rinnovabili. Che cosa ha previsto in concreto il governo ellenico?

Lo schema approvato dall’Europa include due tipi di incentivi: da un lato, una tariffa feed-in per i piccoli impianti, dall’altro un meccanismo di gare al ribasso per i progetti di maggiori dimensioni.

La tariffa in conto energia riguarderà esclusivamente le installazioni sotto 500 kW di potenza e quelle realizzate sulle isole non connesse alla rete elettrica nazionale. I progetti di potenza superiore a questa soglia e fino a 1 MW riceveranno, invece, una tariffa premio per l’energia prodotta, più elevata rispetto a quella di mercato, per un periodo di 20-25 anni.

Le installazioni di taglia superiore a 1 MW, infine, dal primo gennaio 2017 dovranno partecipare alle aste pubbliche che assegneranno la nuova potenza rinnovabile da costruire sul territorio greco, assicurando così che la produzione di energia avverrà al costo più basso possibile per i consumatori.

La Grecia, per prima cosa, organizzerà un’asta pilota riservata al fotovoltaico, per poi estendere il modello competitivo a tutte le tecnologie pulite. Nel 2017, inoltre, Atene aprirà parzialmente questo schema di finanziamento per le rinnovabili ai produttori stranieri di energia, allo scopo di evitare possibili distorsioni della concorrenza.

Vedremo se il programma darà nuovo slancio all’economia del paese. Pochi giorni fa avevamo pubblicato un’idea proprio orientata a risolvere alcuni problemi economici ed energetici della Grecia: una proposta del WWF International per ridurre il debito e convertire questi capitali per finanziare misure di tutela ambientale e investimenti in rinnovabili ed efficienza energetica.

Intanto, prima che si muova su un tema così ampio, rileviamo che l’orientamento della Commissione UE sugli aiuti di Stato all’energia green viene confermato nei suoi tratti essenziali: semaforo verde agli incentivi diretti agli impianti più piccoli, soprattutto se si trovano in aree geografiche di particolare difficoltà e disagio per la sicurezza delle forniture elettriche, come le isole.

Per il resto, la soluzione preferita resta quella delle aste, in modo da minimizzare il sostegno pubblico e favorire la libera concorrenza tra operatori.

Nelle scorse settimane, Bruxelles ha dato via libera ai nuovi incentivi tedeschi per la cogenerazione ad alta efficienza e i sistemi di gestione della domanda (Aiuti di Stato e prosumer, ok UE a incentivi tedeschi a cogenerazione e domanda) dopo aver approvato anche i sussidi polacchi sempre in tema di impianti CHP, combined heat and power.

Il premio per la cogenerazione, in particolare, è riconosciuto solo per un numero limitato di ore di funzionamento, durante i picchi di domanda, ed è assegnato tramite aste alle installazioni fino a 50 MW di potenza.

Qualche dubbio resta a Bruxelles sullo sconto concesso ai clienti energivori, che nelle intenzioni di Berlino pagheranno un sovrapprezzo minore sull’elettricità. Tale sovrapprezzo, lo ricordiamo, serve proprio a finanziare gli incentivi alle rinnovabili.

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