Efficienza energetica, come sbloccare i contratti EPC

I contratti di rendimento energetico sono uno strumento molto interessante per fare interventi di efficienza energetica, ma sono ancora poco utilizzati. Dal progetto europeo GuarantEE, portato avanti in Italia da ENEA e FIRE, un'indagine sulle tendenze in atto per gli EPC e sulle soluzioni per favorirne la diffusione.

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La complessità dell’efficienza energetica e la necessità di considerare l’elemento gestionale tramite una corretta regolazione degli impianti, rendono conveniente la possibilità di ricorrere ad un servizio energetico.

Attraverso tale servizio vengono acquistate e date in gestione nuove soluzioni, richiedendo in cambio, generalmente, una garanzia sui risultati a cui viene legato il canone del servizio.

Tra i vari servizi, i contratti di rendimento energetico, EPC, sono un prezioso strumento che i proprietari di edifici hanno a disposizione per modernizzare ed efficientare le proprie strutture.

La recente indagine FIRE, svolta nell’ambito del “Rapporto energy manager 2016” ha permesso di cogliere il punto di vista delle pubbliche amministrazioni su questo strumento.

È emerso come il 60% del campione intervistato abbia sviluppato contratti a prestazioni garantite, ma solo per il 10% si tratta di EPC a fronte del 50% che ha usufruito di servizi energetici tradizionali.

Lo sviluppo dei contratti EPC è stato finora limitato per via di due ragioni principali: il problema degli split incentives, ovvero la ripartizione dei benefici economici derivanti da interventi di efficienza tra le diverse parti interessate e la mancanza di modelli di contratto flessibili.

Su queste tematiche è basato il progetto europeo GuarantEE, finanziato dal programma di ricerca e innovazione dell’Unione europea Horizon 2020, di cui ENEA è partner italiano e FIRE subcontractor.

Lo scopo del progetto è favorire l’utilizzo di EPC nel settore pubblico e privato in tutta Europa, in particolare rendendo tali contratti più flessibili, sviluppando soluzioni innovative per strutture in affitto e sostenendo progetti EPC pilota tramite soggetti facilitatori.

Nel sito del progetto sono presentati alcuni casi di successo europei nella realizzazione di progetti EPC, incluse informazioni su investimenti, risparmi conseguiti e interventi implementati.

Nell’ambito del progetto è stata condotta un’indagine, in maniera simultanea presso tutti i Paesi aderenti, volta ad individuare l’attuale conoscenza dei contratti di rendimento energetico e le relative problematiche. In Italia, in particolare, sono stati coinvolti gli Energy Manager nominati da organizzazioni pubbliche e private del settore terziario.

Tra i temi più interessanti è emerso lo scarso coinvolgimento delle ESCo nell’implementazione degli interventi di efficienza energetica, che vengono realizzati per lo più internamente.

Ciò può essere dovuto alla bassa capitalizzazione che inibisce l’utilizzo del FTT (finanziamento tramite terzi), strumento particolarmente richiesto in questa fase del mercato.

Nonostante ciò i risparmi garantiti dalle società di servizi, nonché le loro competenze, sono tra le motivazioni principali che spingono a realizzare un EPC. Tale forma contrattuale è ritenuta tuttora complessa sia dal punto di vista tecnico che amministrativo, in particolare nel settore pubblico, dove chi si occupa di energia raramente ha anche potere decisionale.

Le due problematiche significative analizzate nell’indagine riguardano prettamente l’efficienza energetica nelle istituzioni pubbliche: spesso il dipartimento che finanzia gli interventi non trae beneficio da essi, e al tempo stesso il consumo energetico è influenzato dal comportamento degli utenti.

La soluzione per la prima criticità è lo stanziamento di un budget globale per tutti i dipartimenti, con costi energetici fissi e con i risparmi conseguiti che vanno a finanziare ulteriori interventi.

Per quanto riguarda il cambiamento nei comportamenti degli utenti si preferisce un rimedio di tipo tecnico (sensori di movimento, di apertura finestre, ecc.) piuttosto che “premi” per i contributi virtuosi forniti.

L’indagine si inserisce all’interno di un più ampio market report in cui è presentato lo stato dell’arte dei contratti EPC nel mercato italiano.

Emerge come nell’ambito della pubblica amministrazione i contratti di prestazione energetica siano sfruttati per lo più dai comuni metropolitani, strutture più grandi e diversificate dove è più facile trovare competenze adeguate.

Oltre alla limitata preparazione della struttura amministrativa, tra i problemi segnalati da coloro i quali hanno usufruito dei contratti EPC nel settore pubblico vi è soprattutto la difficoltà nella misura e verifica delle prestazioni, che suggerisce l’utilità dell’applicazione di un protocollo, quale può essere l’IPMVP, anche in questo campo.

Nel documento viene sottolineato come i meccanismi di supporto, in particolare i certificati bianchi, vengano ritenuti un prezioso strumento per favorire la diffusione degli EPC mediante il coinvolgimento delle ESCO, mentre nel settore pubblico il conto termico si configura come lo strumento più idoneo: in particolare la sua versione 2.0 può garantire un contributo maggiore di quanto fornito fino ad oggi.

Il finanziamento da parte di banche e istituti di credito è limitato da una loro competenza tecnica non adeguata e dalla relativa difficoltà di erogare prestiti non basati solo sul merito creditizio del cliente finale. In questo quadro già complesso, non sono di aiuto i bassi prezzi dell’energia, che prolungano inevitabilmente i tempi di ritorno degli investimenti.

Per quanto riguarda la P.A., a complicare ulteriormente la già scarsa propensione all’efficienza energetica vi sono alcune disposizioni del nuovo codice degli appalti e le linee guida Eurostat sull’EPC pubblicate nel 2015, che rendono complesso il ricorso a finanziamenti off-balance.

Tra i prossimi obiettivi di GuarantEE vi sarà quello di raccogliere soluzioni ad alcune delle principali sfide legate agli EPC, su tutte il problema degli split incentives.

Per ovviare a tale problema si cercherà di sviluppare e validare modelli di business innovativi che seguano l’approccio del triple win, ossia distribuire in maniera ponderata i benefici tra il locatore, il conduttore e la ESCo.

In merito alla flessibilità dei contratti, alcune soluzioni potrebbero essere l’introduzione di clausole di recesso anticipato da ambo le parti, la semplificazione dei costi di misura e verifica e l’integrazione di tali contratti con le future diagnosi energetiche obbligatorie (ex D.Lgs. 102/2014).

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