Per la IEA le rinnovabili possono salire al 60% nel mix elettrico del 2040

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Il World Energy Outlook 2016 corregge le stime prudenti sullo sviluppo delle tecnologie pulite, assegnando un ruolo decisivo ad eolico e solare. In ritardo riscaldamento e trasporti. Carbone e petrolio sorpassati dal gas. Grande incertezza sull’effettivo declino delle emissioni di CO2.

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L’uscita del World Energy Outlook 2016 dell’International Energy Agency (IEA) era particolarmente attesa alla Cop22 di Marrakech, perché nel bene e nel male l’agenzia internazionale fornisce sempre dati sui quali è bene riflettere.

Certo è un’organizzazione che in questi anni è stata assai prudente nelle sue previsioni sullo sviluppo delle rinnovabili, tanto da doversi correggere più volte e annunciare, qualche settimana fa, che avrebbe alzato nettamente le stime per eolico e fotovoltaico (Rinnovabili, la conservatrice IEA rialza le previsioni: “effetto Parigi”).

Il nuovo rapporto (sintesi allegata in basso) si colloca in una transizione energetica mondiale con tante sfaccettature. Le emissioni di gas serra sono vicinissime alla crescita zero, ma non è chiaro se e quando inizieranno a calare e, soprattutto, se la riduzione della CO2 nell’atmosfera basterà a limitare il surriscaldamento terrestre entro i due gradi centigradi (vedi anche questo articolo di QualEnergia.it).

La IEA evidenzia che gli accordi salva-clima definiti a Parigi serviranno a rallentare l’incremento delle emissioni, ma non a bloccare il global warming sulla soglia critica. Il picco della CO2 appare ancora lontano, prosegue l’agenzia, anche perché il motore nascosto dell’efficienza energetica, finora, è stato un po’ sottovalutato (La IEA e i trend dell’efficienza energetica spiegati in sei grafici).

La stessa agenzia, infatti, ritiene che intorno al 2040 avremo speso l’intero carbon budget compatibile con lo scenario dei 2 °C, salvo riuscire a mettere in campo politiche molto più aggressive per sostituire i combustibili fossili con le energie rinnovabili.

La tendenza comunque è investire sempre di più in risorse a basso contenuto di carbonio. Come ha spiegato il numero uno della IEA, Fatih Birol, nel presentare il WEO 2016, nei prossimi 25 anni l’eolico, il solare e il gas naturale rimpiazzeranno il “campione” del passato, cioè il carbone.

Vediamo allora le previsioni aggiornate: innanzitutto, c’è da segnalare una nuova divisione dei capitali, perché gli investimenti in estrazione e forniture di combustibili fossili passeranno dal 70% del totale, come osservato nel periodo 2000-2015, al 60% circa dei 44.000 miliardi di dollari destinati all’intero comparto energetico da oggi al 2040.

Va detto che questa è la stima dello scenario principale, “main scenario”, del documento, mentre gli investimenti in fonti pulite sarebbero ancora più elevati nello “scenario 450”, elaborato per avere maggiori opportunità di contenere il surriscaldamento globale nei due gradi centigradi.

La IEA fa comunque rientrare nelle scelte low carbon, oltre al nucleare, anche la tecnologia CCS, carbon capture and storage, per catturare e sequestrare la CO2 emessa dagli impianti industriali.

Per quanto riguarda le rinnovabili, ecco una sintesi dei dati più importanti al 2040:

  • Il 60% della nuova potenza di generazione sarà green (main scenario)
  • La maggioranza delle tecnologie pulite sarà competitiva senza sussidi
  • I costi medi del fotovoltaico scenderanno del 40-70% e quelli dell’eolico a terra del 10-25%
  • Le fonti rinnovabili produrranno il 60% di tutta l’energia elettrica (scenario 450)
  • Quasi il 30% del mix energetico sarà diviso tra eolico e solare
  • Il settore elettrico emetterà in media 80 grammi di CO2/kWh (335 grammi nel main scenario; oggi siamo a 515 grammi di CO2/kWh).

Il grafico qui sotto riassume la probabile evoluzione della domanda di energia primaria nel mondo. Si vede bene la crescita attesa per le rinnovabili e il gas naturale, quest’ultimo sostenuto dai mercati LNG, a fronte del calo delle due fonti più inquinanti, cioè carbone e petrolio.

In un altro grafico, invece, vediamo le differenze rispetto al World Energy Outlook 2015: un incremento molto più marcato della generazione eolica e solare al 2040, soprattutto nello scenario più avanzato, compatibile con un global warming inferiore a due gradi centigradi.

I problemi, conclude la IEA, sono dati essenzialmente da due ordini di fattori. Da un lato, il ritardo delle rinnovabili nel riscaldamento e nei trasporti, due settori che dovranno puntare a una maggiore elettrificazione e decarbonizzazione, per non rischiare di vanificare una parte dei successi ottenuti sul versante del mix produttivo.

Dall’altro, la necessità di trasformare le reti elettriche, rendendole più integrate e flessibili anche grazie ai sistemi di accumulo.

World Energy Outlook 2016 (sintesi – pdf)

World Energy Outlook 2016 (sintesi in italiano – pdf)

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