Rinnovabili, la conservatrice IEA rialza le previsioni: “effetto Parigi”

Le stime sulla crescita di eolico e fotovoltaico contenute nel prossimo World Energy Outlook di novembre, sono state “significativamente riviste al rialzo” rispetto alle edizioni precedenti. Finora l'Agenzia internazionale per l'energia aveva sempre sottostimato la crescita delle rinnovabili.

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Nel mondo dell’energia le previsioni della International Energy Agency sono molto importanti ma, specie nel campo “rinnovabilista”, sono anche sinonimo di una visione piuttosto conservatrice sul futuro del sistema energetico mondiale.

È dunque particolarmente significativo l’annuncio che l’Agenzia ha fatto nei giorni scorsi: nel prossimo World Energy Outlook in uscita a novembre ci saranno stime sulla crescita di eolico e fotovoltaico nettamente più alte che nella precedente edizione.

“La IEA ha alzato significativamente le sue previsioni sullo sviluppo delle rinnovabili rispetto agli anni precedenti, come conseguenza di importanti cambiamenti nelle politiche energetiche nel mondo, in primis l’adozione dell‘accordo di Parigi”, ha spiegato in una mail a Bloomberg, Jad Mouawad, portavoce dell’agenzia.

La IEA, organizzazione internazionale intergovernativa fondata nel 1974 dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) in seguito allo shock petrolifero dell’anno precedente, dovrebbe dare indicazioni imparziali ai 29 Stati membri.

È stata però sempre stata criticata per la sua incapacità di cogliere la portata della transizione energetica in atto. Una miopia che secondo alcuni critici è dovuta ad un atteggiamento pro-fossili.

Non è la prima volta che l’agenzia rivede al rialzo le stime sulla crescita di eolico e fotovoltaico, ma ogni volta la realtà ha superato nettamente quanto previsto dall’agenzia. Lo sviluppo delle nuove rinnovabili negli ultimi 15 anni, d’altra parte, ha stupito anche i più ottimisti tra i sostenitori delle fonti pulite.

I grafici qui sotto, riferiti al decennio scorso, confrontano le previsioni degli scenari più spinti di associazioni rinnovabiliste come Greenpeace, GWEC ed EPIA con quelle della IEA e con i dati storici (il primo è riferito alla potenza eolica, il secondo al fotovoltaico) .

Si nota come tutte le previsioni, incluse quelle più ambiziose, siano risultate ampiamente sottostimate rispetto ai dati a consuntivo, ma il distacco tra le stime IEA e la realtà è decisamente imbarazzante.

Con la revisione delle previsioni in arrivo l’Agenzia riuscirà finalmente a non sottostimare la crescita delle fonti pulite? Lo scopriremo.

D’altra parte la IEA dovrebbe avere ben presente il cambiamento in atto, riassunto negli ultimi dati sul 2015 pubblicati dalla stessa Agenzia (vedi allegati in basso). Quasi tre quarti degli investimenti in nuova potenza elettrica messi in campo nel 2015, infatti, sono stati destinati alle rinnovabili, soprattutto eolico e fotovoltaico.

Sui 420 miliardi di dollari spesi in nuova potenza elettrica, 288, cioè circa il 70% è andato a fonti rinnovabili, come si vede dal grafico sotto, soprattutto grazie alla crescita dell’eolico.

La crescita della domanda elettrica mondiale registrata l’anno scorso è stata interamente compensata dalla nuova capacità da rinnovabili, che ha consentito in 5 anni di aumentare di un terzo la produzione.

Altro dato notevole è relativo alla diminuzione dei costi delle nuove rinnovabili: nel 2015 a parità di investimenti si è installato il 40% in più di potenza rispetto al 2011, ottenendo il 33% in più di produzione aggiuntiva, come si vede dal grafico sopra. Insomma, la strada è segnata.

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