Idee per una Finanziaria green secondo Legambiente

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Quindici proposte per la prossima Legge di Bilancio 2017 con interventi soprattutto sulla fiscalità, a parità di gettito, che riguardano energia, economia circolare, beni comuni, riqualificazione edilizia, manutenzione del territorio e mobilità sostenibile. Qualche dettaglio su ecobonus e autoproduzione da rinnovabili.

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Una finanziaria più green pensata per rilanciare l’Italia, con interventi fattibili e nell’interesse generale, senza nuove tasse o nuovo debito pubblico. È quella presentata da Legambiente alla Camera come idee per una legge di bilancio 2017.

Ci sono 15 proposte per la prossima finanziaria grazie alle quali potrebbero essere risparmiati anche 2 miliardi di euro l’anno. Gli interventi riguardano energia, economia circolare, beni comuni, riqualificazione edilizia, manutenzione del territorio, clima e mobilità sostenibile.

Per ottenere questi risparmi, spiega Legambiente, bisogna cancellare rendite e privilegi di cui beneficiano coloro che gestiscono cave, acque di sorgente, concessioni balneari, estrazione di gas e petrolio, agendo dunque anche sulla fiscalità.

Si spiega che oggi complessivamente tra accise su energia e trasporti, Iva su beni e prodotti, lo Stato attualmente incassa 150 miliardi di euro che, a parità di gettito, vanno ridistribuiti sulla base di logiche di tutela ambientale.

Nel documento (vedi allegato in basso) presentato da Legambiente per ogni proposta viene sintetizzata la situazione attuale nei diversi campi da affrontare. Questi i settori di intervento:

  1. Attività estrattive
  2. Riciclo e riutilizzo dei rifiuti
  3. Iva su beni e prodotti a basso impatto ambientale
  4. Sorgenti di acque minerali
  5. Concessioni balneari
  6. Ecobonus per le ristrutturazioni edilizie
  7. Bonifiche dei suoli
  8. Consumo di suolo e riqualificazione edilizia
  9. Recupero terreni agricoli e boschi abbandonati
  10. Tassazione trasparente sull’energia
  11. Autoproduzione da fonti rinnovabili
  12. Royalties sulle trivellazioni
  13. Autoveicoli
  14. Autotrasporto       
  15. Autostrade

Vediamo qui solo alcune delle proposte in campo energetico ad iniziare dall’ecobonus per le ristrutturazioni edilizie.

Su questo aspetto Legambiente chiede una revisione delle detrazioni per la riqualificazione energetica e antisismica del patrimonio edilizio attraverso incentivi legati al miglioramento delle prestazioni energetiche e all’adeguamento antisismico realizzati negli immobili.

Per la parte energetica si passerebbe da due famiglie di incentivi (50% di detrazioni per ristrutturazioni senza obiettivi energetici, 65% per quelle certificate) a un sistema premiale in funzione del salto di classe energetica realizzato.

Per la parte sismica si avrebbe una detrazione pari al 65% per gli interventi di adeguamento sismico, e la stessa detrazione si dovrebbe prevedere per la sostituzione dei tetti in amianto con impianti fotovoltaici.

Inoltre, attraverso un’estensione per tre anni degli incentivi e la loro trasferibilità alle imprese e alle ESCo che realizzano gli interventi, si supererebbe il problema di accesso agli incentivi da parte delle famiglie a basso reddito.

Si ricorda nel documento che secondo le stime del Cresme le detrazioni fiscali determinano, comunque, un saldo positivo per lo Stato grazie agli investimenti e alla fiscalità diretta e indiretta che generano.

Tassazione dell’energia

Sul tema della tassazione dell’energia si chiede soprattutto di rimodulare le accise sui prodotti energetici sulla base di criteri ambientali e, a parità di gettito, secondo un criterio proporzionale alle emissioni di gas serra medie relative al loro consumo.

In questo modo si potrà disincentivare l’uso delle più inquinanti centrali a carbone, spingendo le fonti rinnovabili e rendendo competitive anche le più moderne e meno inquinanti centrali a gas. Inoltre, nell’ambito della riforma si dovranno abolire tutte le esenzioni alle accise sui prodotti energetici e i sussidi alle fonti fossili presenti nelle bollette.

Autoproduzione da rinnovabili

Sull’autoproduzione da fonti rinnovabili Legambiente chiede che venga rivista la fiscalità sull’autoconsumo da rinnovabili in modo da spingere investimenti nel settore.

La modulazione del pagamento degli oneri di sistema dovrà essere rivista sulla base del tipo di fonte utilizzata e delle emissioni di gas serra prodotte, nel rispetto dei principi stabiliti dall’UE, e almeno il 75% del gettito degli oneri di sistema dovrà provenire dalla componente variabile, in modo da spingere la convenienza economica per investimenti in autoproduzione da rinnovabili, ad esempio fotovoltaico.

Inoltre si dovrà consentire la distribuzione di energia da fonti rinnovabili all’interno degli edifici e nelle aree produttive.

In una nota in calce al documento si spiega che è il Parlamento italiano che può legiferare per introdurre queste innovazioni che dovrebbero presentare le caratteristiche dei sistemi di distribuzione chiusi (SDC) come definiti dall’articolo 28 della direttiva 2009/72/CE.

La cessione dell’energia elettrica sarebbe regolata da contratti di vendita diretta tra privati sulla base di accordi bilaterali nel rispetto delle condizioni di sicurezza e stabilità del servizio.

La produzione elettrica deve essere esclusivamente da fonti rinnovabili e da cogenerazione ad alto rendimento e integrata con sistemi di accumulo; comunque strutturata in modo da evitare sbilanciamenti e, al contrario, poter rendere servizi di dispacciamento.

Con il gestore di rete sarà definito un contratto di immissione in rete con individuazione di una tolleranza massima nell’energia non autoconsumata e una riduzione della potenza impegnata in prelievo rispetto alla situazione precedente la installazione degli impianti di produzione.

Le ragioni sono nella opportunità di promuovere innovazioni nella gestione energetica delle imprese, promuovendo gestioni e produzioni condivise, per ridurre consumi e costi.

Attraverso la produzione e distribuzione di energia prodotta da rinnovabili direttamente alle utenze poste in aree limitrofe, si riducono i costi per il sistema e si possono spingere investimenti oltre che negli impianti rinnovabili, anche nella gestione integrata dell’energia (elettricità e calore, efficienza, accumulo, ecc.).

Un sistema di questo tipo è integrato con la rete e porta vantaggi, ma riduce la potenza impegnata e le oscillazioni rispetto a produzione e consumi, attraverso il ruolo dell’accumulo e la possibilità di sottoscrivere contratti di prelievo e immissione programmabili.

In particolare – si sottolinea – questa modalità consentirebbe di azzerare le eccedenze immesse nella rete pubblica da parte degli impianti da fonti rinnovabili e per la cogenerazione di dare la necessaria simmetria fra utenze elettriche e utenze termiche, che con l’attuale disciplina invece non può essere raggiunta, visto che non si può avere più di una utenza elettrica.

In conclusione queste proposte di Legambiente vogliono indicare che anche nel breve periodo si possono mettere in campo soluzioni per rilanciare l’economia, senza rinviare gli investimenti destinati a ricerca, istruzione e all’innovazione ambientale. Lo strumento è soprattutto quello di individuare nel bilancio dello Stato gli enormi sprechi e le distorsioni fiscali a danno dell’ambiente, oltre alle rendite di posizione che impediscono una corretta gestione di beni naturali e comuni.

Una Finanziaria green per rilanciare l’Italia – Legambiente (pdf)

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