Idee per innovare il mercato dell’efficienza energetica

  • 26 Settembre 2016

Modelli superati di business, politiche e risorse limitate, schemi di finanziamento non adeguati, ma un enorme potenziale. Questo è il mercato presentato nel rapporto annuale CESEF 2016 dal titolo “Innovare il mercato dell’efficienza energetica. Public policy, strategie e Internet of Things” che verrà illustrato a Milano il 4 ottobre.

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Sebbene il settore dell’efficienza energetica sia al centro delle politiche energetiche europee e nazionali, nella pratica è poco sostenuto, se non addirittura osteggiato. Si regge inoltre ancora su modelli di business poco innovativi e strategie di finanziamento poco efficaci.

Queste sono alcune delle tematiche che sono affrontate nel rapporto annuale CESEF 2016 dal titolo “Innovare il mercato dell’efficienza energetica. Public policy, strategie e Internet of Things” che verrà presentato a Milano il 4 ottobre in un workshop dal titolo “Efficienza energetica in Italia: tante competenze, ma pochi progetti”.

QualEnergia.it ha ricevuto in anteprima la sintesi dello studio che, grazie anche all’analisi di bilanci di un campione di oltre 200 soggetti coinvolti nel settore, intende evidenziare le principali dinamiche del mercato dell’efficienza energetica in Italia e in Europa anche con riguardo agli aspetti finanziari e legislativi.

Secondo il CESEF il settore oggi ha a diposizione risorse molto limitate e che sono usate poco e male. I finanziamenti, soprattutto bancari, per i progetti di efficienza e per le ESCo sono scarsi anche a causa della piccola dimensione delle imprese.

E poi ci sono le risorse non spese, come i 900 milioni di € del Conto Termico, o ancora bloccate, come i 70 milioni di € all’anno del Fondo Nazionale per l’Efficienza Energetica.

Nel rapporto si spiega che oltre a un mercato “tradizionale”, dove gli interventi sono trainati dalla necessità di rinnovare da parte dell’utente finale le tecnologie obsolete (ad esempio: la sostituzione dei macchinari nei processi industriali o di caldaie ed elettrodomestici nel building), c’è poi un mercato “in fase emergente”, dove l’efficienza energetica sarebbe un importante driver degli investimenti.

In questo caso – si afferma nello studio – ci si riferisce anche a interventi complessi che difficilmente i beneficiari farebbero se non stimolati e supportati anche finanziariamente. Ad esempio, i recuperi di calore industriali, la deep renovation nel building, fino alle nuove tecnologie come l’Internet of Things (IoT).

Questo mercato, in cui è fondamentale il ruolo delle ESCo o comunque di operatori qualificati, secondo il rapporto CESEF è tutt’altro che in crescita, con fatturati e margini in netto calo rispetto agli anni passati (vedi tabella sotto).

Le difficoltà del settore, si spiega nel report, nascono da modelli superati dal punto di vista del business, delle modalità di finanziamento, oltre che della governance complessiva dell’industria che appare oggi carente.

Circa i modelli di business, le ESCo devono certamente andare oltre gli approcci basati sulla burocrazia dei Certificati Bianchi (o TEE), orientandosi sempre di più verso la creazione e la valorizzazione di competenze tecniche e progettuali.

La contrazione del mercato dei TEE sta infatti determinando la concentrazione del mercato e una possibile espulsione dal mercato delle ESCo burocratiche.

Anche le utiliy dovranno estendere le loro competenze sul mercato dell’efficienza, andando oltre i semplici progetti basati su tecnologie standard (come l’illuminazione pubblica) e guardando sempre più a interventi complessi e profondi sia nel building che nell’industria.

Sul lato dell’offerta – si dice nel report CESEF –sono già in atto dinamiche sia di riposizionamento strategico delle ESCo su aree a maggior contenuto consulenziale, sia aggregative tra utilities (e più in generale società energetiche) ed ESCo, per superare i limiti di competenze delle prime e quelli finanziari delle seconde.

Ma come accennato anche le ESCo consulenziali hanno, per la prima volta dal 2011, fatturati decrescenti, con riduzione dei margini del 20-30% (vedi tabella).

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Dal punto di vista delle policy governative si chiede nello studio di sciogliere la distonia tra dichiarazioni di policy e realtà degli interventi. I dati del 2015 relativi ai risparmi energetici associati ai diversi sistemi di sostegno generano alcune preoccupazioni circa il raggiungimento degli obiettivi al 2020. Il grafico evidenzia questo aspetto.

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Si può innovare introducendo modelli innovativi di incentivo e di stimolo, ad esempio guardando ad alcune esperienze estere. vengono segnalati i modelli di Command&Finance, dove a fronte di un obbligo di intervento si forniscono anche gli strumenti di finanziamento agevolato.

Gli aspetti di finanziamento sono quelli che certamente richiedono il maggiore sforzo innovativo. Bisogna allora progettare nuovi strumenti capaci di gestire le complessità, e i conseguenti livelli di rischio, dei progetti.

In quest’ottica vi sono fondi di investimento, nazionali e internazionali, come Susi Partners, il Fondo Italiano per l’Efficienza Energetica, Foresight, lo European Energy Efficieny Fund, che offrono prodotti disegnati per l’efficienza energetica che potrebbero sbloccare il comparto.

Anche sul fronte tecnologico bisognerà innovare, guardando ad interventi di upgrade delle tecnologie e dei processi esistenti.

In questo senso l’interazione tra Internet of Things e l’efficienza energetica può rappresentare un’importante area di sviluppo di entrambi i comparti. Infatti, l’IOT migliora le tecnologie tradizionali, anche attraverso la creazione di un network di dispositivi in comunicazione tra loro determinando sostanzialmente in tutti i casi rilevanti incrementi di efficienza.

Infine, per il CESEF, va estesa la conoscenza e la percezione che gli utenti hanno dell’efficienza energetica.

Ad esempio la PA deve diventare consapevole delle opportunità che essa genera, per assumere un ruolo anche di traino per gli utenti privati. Le PA devono inoltre sviluppare le competenze adeguate per disegnare progetti e bandi di gara economicamente vantaggiosi e sostenibili per gli operatori in modo da avviare interventi di rinnovamento che sarebbero esemplari per il Paese.

Il Rapporto Annuale CESEF 2016 fornisce dunque un quadro delle principali dinamiche innovative in atto nel mercato, evidenziando esperienze e casi di interesse per operatori, policy maker, finanziatori e clienti finali.

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