Certificare la sostenibilità dell’edificio: iter e criteri

Costruire edifici in modo sostenibile richiede un completo ripensamento delle attuali pratiche. I protocolli di certificazione LEED e GBC creano un quadro flessibile che permette di valutare meglio la strategia che ottimizza il rapporto tra edificio e ambiente circostante. Vediamo come funzionano.

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Gli edifici rappresentano una delle maggiori fonti di consumo di risorse della nostra società; uno sviluppo sostenibile passa quindi inevitabilmente da un ripensamento nel modo di costruirli ed utilizzarli.

Da qualche tempo si sta consolidando un approccio più responsabile dell’architettura e dell’ingegneria che ha portato all’introduzione del concetto di green building, quale edificio progettato, costruito e gestito in modo sostenibile, al fine di controllare l’impatto generato dalle attività di costruzione, limitare il consumo di risorse e stimolare modalità e tecniche costruttive rispettose degli equilibri dell’ecosistema.

Già nella prima conferenza internazionale sull’Edilizia Sostenibile (Sustainable Construction) nel 1994, Charles J. Kibert enunciava la teoria delle 5R: Riduci, Riusa, Ricicla, Ricostruisci e Ristruttura, che mette in relazione tra loro pianificazione, progetto, costruzione, gestione e dismissione dell’edificio con le risorse (energia, acqua, materiali, suolo). Per dare oggettività ai concetti di sostenibilità richiesti, sono nati numerosi sistemi di valutazione e di certificazione energetico-ambientale.

Tali certificazioni, dette anche di sostenibilità ambientale, sono lo strumento che consente di dichiarare le prestazioni e gli impatti ambientali di un edificio sul territorio, includendo i suoi consumi di energia e non vanno confuse pertanto con la certificazione energetica che, con l’attribuzione di specifiche classi, attesta il consumo di energia espresso in KWh/anno per unità di superficie o volume di un edificio.

Rappresenta lo strumento di orientamento del mercato verso gli edifici a migliore rendimento energetico, permette di valutare la loro prestazione energetica e di confrontarla con i valori di un edificio di riferimento, in un bilancio costi/benefici.

La certificazione energetico-ambientale è invece il processo che permette di valutare un edificio non solo considerando i consumi e l’efficienza energetica, ma anche l’impatto della costruzione sull’ambiente e sulla salute dell’uomo.

Certificazione di sostenibilità

In generale esistono due approcci valutativi della sostenibilità di un edificio:

  • Metodo qualitativo o a punteggio: basato su requisiti definiti a cui corrispondono specifici pesi e punteggi la cui somma globale indica il livello di sostenibilità energetica e ambientale dell’edificio.
  • Metodo quantitativo: di maggior dettaglio che fa riferimento all’analisi Lca valutando e quantificando l’energia inglobata dal fabbricato durante l’intero arco di vita.

Si tratta quindi di un bilancio ambientale rigoroso dell’intero processo edilizio, compresa la gestione e la fine vita dell’edificio. Il metodo Lca nasce in ambito industriale e solo recentemente è stato “trasferito” e applicato al settore delle costruzioni. Con non pochi ostacoli e difficoltà, legate alla peculiarità del settore.

Per questo, negli ultimi anni, tramite modalità di analisi diverse da quella del metodo Lca, si sono andati definendo, requisiti e criteri progettuali orientati alla sostenibilità (risparmio energetico, risparmio e recupero dell’acqua, riciclaggio dei materiali), che hanno portato alla costruzione di veri e propri framework di parametri progettuali.

Sono nati strumenti di valutazione multicriteri, chiamati “sistemi a punteggio”, che associano un punteggio di merito, in base al grado di adempimento del requisito verificato tramite indicatori.

Hanno costituito una risposta “semplice”, accessibile e facilmente diffondibile, adatta alle esigenze del mercato e degli operatori di settore.

A livello internazionale, l’elaborazione dei sistemi a punteggio è nata principalmente per sollecitazione dei costruttori, che hanno manifestato l’esigenza di “certificare” la realizzazione di edifici ad alte prestazioni energetiche e a basso impatto ambientale, sulla base di riferimenti consolidati e con l’avallo di strutture di riferimento affidabili.

Esigenza manifestata anche e soprattutto dai grandi investitori immobiliari. I protocolli volontari diffusi nel mondo come l’americano LEED, l’inglese Breeam o il giapponese Casbee, e il protocollo italiano GBC rientrano tutti nel sistema valutativo a punteggio.

I sistemi LEED e GBC

LEED® (Leadership in Energy and Environmental Design) è un sistema di certificazione che misura la sostenibilità degli edifici, nasce in Nord America ad opera del Usgbc (United States Green Building Council) e si diffonde rapidamente a livello internazionale in più di 150 Paesi nel mondo.

Nel 1993, Robert K. Watson fonda e presiede il primo Comitato di coordinamento LEED, coinvolgendo professionisti volontari di organizzazioni non profit, enti governativi, architetti, ingegneri, sviluppatori, costruttori, produttori di materiali e altri leader del settore. Tutti mossi da un interesse comune: preservare la Terra, le persone, le piante, gli animali, e i sistemi naturali da cui dipende la vita.

Dal 1994 LEED è cresciuto fino a diventare un sistema complessivo di diversi standard secondo la tipologia di edificio o territorio, che coprono tutti gli aspetti del processo di sviluppo e costruzione. Si è sviluppato inizialmente grazie a un comitato formato da pochi volontari; oggi conta venti comitati con circa 200 volontari e di uno staff di Usgbc con circa 200 professionisti.

La progressiva crescita di LEED sul piano internazionale ha dato il via a quello che è diventato un movimento sovranazionale che, unitamente alla nascita di altri GBC in altri Paesi, sta trasformando il mercato dell’edilizia globale.

Nel 2008 è nato in Italia il Green Building Council Italia e, grazie al lavoro volontario dei soci organizzati in gruppi tecnici tematici, nell’aprile 2011 è stata pubblicata la versione italiana dello standard LEED Nuove Costruzioni 2009, basato su una revisione dello standard americano.

Dopo questa prima esperienza GBC Italia ha sviluppato altri ratingsystem, ma specificatamente studiati per il mercato italiano. I sistemi LEED e GBC sono volontari e basati sul consenso e promuovono un sistema di progettazione integrata che riguarda l’intero edificio; tali protocolli valutano l’impatto ambientale degli edifici considerando una pluralità di dimensioni, non solo l’efficienza energetica, ma anche la scelta del sito di costruzione, la gestione efficiente dell’acqua, i materiali impiegati, lo smaltimento dei rifiuti, il comfort e la salubrità degli spazi interni.

Forniscono metodi e strumenti oggettivi per misurare le prestazioni dell’edificio in termini di sostenibilità ambientale e di utilizzo delle risorse, lasciando allo stesso tempo la possibilità di premiare l’innovazione che non trova negli aspetti considerati la possibilità di essere valutata.

I sistemi LEED e GBC rappresentano nell’edilizia, l’equivalente di pratiche che in altri ambiti sono normali: per esempio, nel caso degli alimenti è obbligatorio apporre sulle confezioni l’etichetta che descrive tutte le componenti di cui sono composti. Per gli edifici non esistono ancora sistemi di etichettature che dichiarino quanto consumano, come si vive nell’edificio, quali sono i materiali con cui è stato prodotto, qual è il comfort acustico, termico, visivo, e così via.

L’attuale versione v4 di LEED si compone dei seguenti protocolli: BD+C per le nuove costruzioni e le ristrutturazioni degli edifici commerciali e pubblici, Homes per le abitazioni singole e condominiali, O+M per la valutazione della gestione e manutenzione degli edifici commerciali e pubblici, ID+C per le attività di completamento interno di ospedali, spazi commerciali e uffici e ND per lo sviluppo dei quartieri. Alcuni di questi protocolli sono difficilmente applicabili alla realtà italiana.

GBC Italia ha quindi sviluppato: GBC Home per le residenze, GBC Quartieri per lo sviluppo di aree urbanizzate e GBC Historic Building, primo protocollo al mondo dedicato alla sostenibilità del patrimonio storico edilizio. Tali sistemi di certificazione rappresentano un quadro flessibile che permette ai gruppi di progettazione e di costruzione di valutare la strategia che ottimizza il rapporto tra l’edificio e l’ambiente circostante.

Il sistema di rating si struttura in sezioni di valutazione omogenee che si differenziano in funzione della tipologia del protocollo. Per esempio nel rating system LEED v4 BD+C, relativo alle nuove costruzioni o alle ristrutturazioni importanti, le sezioni sono otto, organizzate in prerequisiti e in crediti:

  • Localizzazione e Trasporti: considera le caratteristiche esistenti della comunità circostante e in che modo le infrastrutture influenzano il comportamento degli occupanti e le relative prestazioni ambientali. Ricomprende le valutazioni riguardanti la posizione dell’edificio, con crediti che incoraggiano il trasporto alternativo e la connessione con servizi, come ristoranti e parchi.
  • Sostenibilità del sito: affronta gli aspetti ecosistemici e ambientali legati al sito entro il quale sarà costruito l’edificio e al rapporto di questo con l’intorno per limitare l’impatto generato dalle attività di costruzione, controllare il deflusso delle acque meteoriche, stimolare tecniche costruttive rispettose degli equilibri dell’ecosistema.
  • Gestione delle Acque: approccia le tematiche ambientali legate all’uso, alla gestione e allo smaltimento delle acque negli edifici monitorando l’efficienza dei loro flussi e promuovendo la riduzione dei consumi idrici e il riutilizzo delle acque meteoriche.
  • Energia e Atmosfera: promuove il miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici, l’impiego di energia proveniente da fonti rinnovabili o alternative e il controllo delle prestazioni energetiche.
  • Materiali e Risorse: considera le tematiche ambientali correlate alla selezione dei materiali, alla riduzione dell’utilizzo di materiali vergini, allo smaltimento dei rifiuti e ambientale degli edifici considerando una pluralità di dimensioni, non solo l’efficienza energetica, ma anche la scelta del sito di costruzione, la gestione efficiente dell’acqua, i materiali impiegati, lo smaltimento dei rifiuti, il comfort e la salubrità degli spazi interni e alla riduzione dell’impatto ambientale dovuto ai trasporti.
  • Qualità ambientale interna: affronta le preoccupazioni ambientali relazionate alla qualità dell’ambiente interno, che riguardano la salubrità, la sicurezza e il comfort, il consumo di energia, l’efficacia del cambio d’aria e il controllo della contaminazione dell’aria.
  • Innovazione nella Progettazione: ha come obiettivo l’identificazione degli aspetti progettuali che si distinguono per le caratteristiche di innovazione e di applicazione delle pratiche di sostenibilità nella realizzazione di edifici.
  • Priorità Regionale: ha come obiettivo quello di promuovere i gruppi di progettazione a focalizzare l’attenzione su caratteristiche ambientali del tutto uniche e peculiari della località in cui è situato il progetto.

Lavorando sull’intero processo, dalla progettazione alla costruzione, l’adozione di tali protocolli richiede un approccio interdisciplinare, pena il non raggiungimento degli obiettivi preposti.

I protocolli di certificazione LEED e GBC sono costantemente aggiornati attraverso una procedura di revisione periodica; per garantirne la corretta applicazione, Usgbc ha inoltre istituito un programma di accreditamento professionale degli esperti delle procedure LEED, i LEED AP.

Il processo di certificazione

Il ratingsystem LEED/ GBC è anche uno strumento che favorisce i processi di progettazione integrata. La certificazione LEED/ GBC riguarda sia il risultato finale sia il metodo utilizzato per raggiungerlo.

Le principali fasi della certificazione sono:

  1. registrazione del progetto;
  2. sottomissione del progetto (detta anche designreview e spesso facoltativa);
  3. Commissioning e sottomissione evidenze costruttive;
  4. Certificazione.

La struttura di LEED e GBC incentiva l’integrazione di diverse discipline e costituisce un ausilio per il projectmanagement. I vantaggi competitivi, per chi adotta tali standard, sono identificabili nella considerevole qualità finale del manufatto e nel notevole risparmio di costi di gestione se comparati con quelli degli edifici tradizionali.

Gli edifici certificati dai LEED utilizzano le risorse in modo più efficiente rispetto agli edifici convenzionali. Hanno un ambiente di vita e di lavoro più sano, che contribuisce a una maggiore produttività, all’incremento della salute e del comfort degli impiegati.

Il dipartimento Usgbc ha compilato una lunga lista dei benefici derivanti dall’implementare una strategia LEED, con vantaggi che vanno dal miglioramento della qualità dell’aria e dell’acqua fino alla riduzione dei rifiuti solidi, beneficiando così sia i proprietari, che gli occupanti, e la società nel suo insieme.

I benefici di un green building non si concretizzano infatti nel solo risparmio di risorse ambientali (energia, acqua, materiali), ma garantiscono anche una maggiore funzionalità e produttività.

Ad esempio in un edificio pubblico ad uso terziario il costo del personale rappresenta circa i 3/4 dei costi di gestione. È dimostrato che in ambienti certificati LEED, con adeguato confort termo-igrometrico e visivo, la produttività aumenta fino anche del 10-15%, consentendo così il recupero di quasi il 7,5% dei costi totali; beneficio economico corrispondente a circa il 50% del costo energetico dell’edificio.

I rating system di sostenibilità possono essere applicati a tutti gli edifici: grandi palazzi uffici e commerciali, scuole e residenze. Il numero di progetti LEED registrati in Italia ha raggiunto la quota di 326 per una superficie totale di circa 4,8 milioni di mq (vedi grafici).

Tra i 326 progetti totali 120 sono già certificati (tra questi ci sono Zara e Baxter a Roma, Vodafone, Morgan Stanley, Gucci, Bovisa, Lend Lease e Saint Gobain a Milano, Italcementi a Bergamo, Unipol a Bologna, Intesa Sanpaolo a Torino e Bottega Veneta a Vicenza). Sono 206 i progetti ancora in fase di certificazione (tra questi progetti spiccano nomi come, Lavazza, Petronas Lubricants Italy, Nestlè, L’Oréal, Johnson & Johnson, Beni Stabili, Prada e Nike).

Anche gli standard GBC, di più recente introduzione rispetto a LEED, iniziano ad avere una diffusione sul territorio e completano l’offerta dei sistemi LEED e di altri ratingsystem di sostenibilità garantendo ai professionisti, agli investitori e ai costruttori la disponibilità del protocollo più adatto per ogni esigenza e ambito di applicazione.

L’articolo è stato pubblicato nel n.2/2016 della rivista bimestrale QualEnergia, con il titolo “Certificare l’edificio”.

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