Scrivi

Proposte per una nuova Strategia Energetica Nazionale al 2030

  • 8 Luglio 2016

Il Coordinamento FREE presenta alcune linee guida per una nuova Strategia Energetica Nazionale che possa confrontarsi con gli obiettivi europei 2030: efficienza energetica a partire dal settore edilizio, rinnovabili elettriche al 50-60%, biogas e cura della filiera agricola integrata, gestione dei boschi e mobilità elettrica.

ADV
image_pdfimage_print

Dopo l’Accordo di Parigi sul clima è assolutamente indispensabile aggiornare e rivedere le politiche energetiche italiane. Anche perché la SEN, la Strategia Energetica Nazionale (pdf), approvata nel marzo 2013, aveva un orizzonte temporale limitato al 2020, mentre ora oltre a confrontarsi con gli obiettivi europei al 2030, va definito con chiarezza il percorso di decarbonizzazione sul lungo periodo al fine di evitare investimenti infrastrutturali inutili.

Le misure di promozione delle rinnovabili e dell’efficienza energetica per il quadriennio 2017-20 vanno definite nel quadro di indirizzi strategici, coerenti con gli obiettivi fissati dall’Unione Europea e con la Disciplina in materia di aiuti di Stato che stabilisce limiti alla definizione degli incentivi.

Efficienza Energetica al primo posto

L’impegno degli Stati Membri verso una riduzione media delle emissioni per il 2030 del 40% (su valori del 1990) significa nel nostro Paese un tasso annuo di riduzione nel periodo 2016-2030, più che doppio rispetto a quanto registrato nel periodo 1990-2015. Indipendentemente dalle scelte comunitarie, questo significa puntare sull’efficienza energetica con obiettivi incrementati fino al 40% al 2030, cosi come peraltro chiesto espressamente dal Parlamento Europeo (vedi documento integratico “Efficienza Energetica” a fondo pagina).

Il comparto che potrà contribuire maggiormente alle azioni di efficienza energetica è quello edilizio: si dovrà procedere ad una sistematica riduzione dei consumi specifici (più del doppio della media realizzata in questi anni) con un aumento del numero annuo di interventi di riqualificazione. Si dovrebbe inoltre consentire una aggregazione lato domanda dei consumi anche per attivare in una logica di demand-response il ruolo del consumatore-produttore secondo le richieste della Commissione Europea.

Per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio occorre affiancare alle detrazioni fiscali un nuovo strumento che consenta di superare gli ostacoli determinati dalla polverizzazione della proprietà. Va in questa direzione la proposta di costituire un Fondo (costituito da Cassa Depositi e Prestiti, eventualmente in pool con altri Istituti di credito privati) dedicato all’efficienza che consenta di erogare finanziamenti fino al 90% degli investimenti necessari per ottenere riduzioni dei consumi del 60-80% (vedi documento integratico “Edilizia” a fondo pagina).

Fonti rinnovabili elettriche al 50-60% nel 2030

Considerando la prevedibile limitata crescita delle componenti termiche e dei trasporti e una riduzione dei consumi al 2030 coerente con gli scenari UE, la percentuale di elettricità verde dovrà passare al 50%. Questo, nel caso che l’Italia debba raggiungere una percentuale analoga al target europeo del 27% (la quota nazionale di rinnovabili oggi è più elevata di quella UE). Se questo verrà alzato al 30%, le rinnovabili elettriche dovranno salire al 60%.

Il Coordinamento FREE ha elaborato una proposta sulle modalità che consentano di raggiungere l’obiettivo al 2030 che verrà presentata nel mese di settembre. Sono inoltre stati avviati contatti con Assoelettrica per verificare la convergenza su alcuni punti da inserire in un documento comune.

La rivoluzione agricola è già iniziata

L’impianto di produzione di biogas inteso come parte integrante dell’azienda agricola, è il fattore chiave alla base del modello di “Biogas Fatto Bene” da cui sta prendendo linfa un sostanziale cambiamento del modo di fare agricoltura secondo criteri innovativi e sostenibili.

Un approccio di filiera integrata al fondo agricolo e incentrata sulla valorizzazione delle risorse locali e sulla restituzione della sostanza organica al suolo, può certamente contribuire a rendere l’agricoltura strategica nella sfida al contenimento delle emissioni, in linea con i target della COP21 di Parigi.

Proprio in occasione di COP21, infatti, il Ministero dell’Agricoltura francese ha lanciato l’iniziativa #4pour1000 volta a rimarcare l’importanza del suolo nell’ambito degli equilibri del ciclo carbonio. La capacità del suolo di incamerare carbonio sotto forma di sostanza organica, da un lato, ne aumenta la fertilità e la produttività, dall’altro, funge da stoccaggio dinamico del carbonio.

Si può passare quindi da un paradigma di agricoltura energivora e dissipatrice di risorse a un modello ecosostenibile e multifunzionale. Si definisce così un modo di far agricoltura aderente al concetto dell’economia circolare, con cui si può chiudere il ciclo produttivo e valorizzare i propri scarti (vedi documento integratico “Agroenergie” a fondo pagina).

Dare valore al bosco italiano

Le foreste italiane rappresentano il 34% della superficie totale nazionale, nel corso degli ultimi 50 anni sono praticamente raddoppiate raggiungendo quasi 11 milioni di ettari. Soltanto negli ultimi 10 anni la loro estensione è aumentata del 5,8%.

Se da un lato si può interpretare positivamente l’aumento dell’estensione forestale nazionale, dall’alto spaventa l’incuria di ampie superfici non più presidiate – come ad esempio accade in molte realtà dell’Appennino – dove si registra un impoverimento dei nostri boschi dal punto di vista paesaggistico, sociale ed economico.

Alla logica dell’abbandono va contrapposta una gestione attiva, sostenibile e responsabile del patrimonio forestale. Le foreste sottoposte ad una corretta gestione presentano una capacità di assorbimento di CO2 nettamente superiore a quelle abbandonate a se stesse, ciò evidenzia quindi l’importanza dell’intervento antropico nell’ottimizzazione del potenziale di cattura del carbonio nella biomassa e nel suolo forestale.

È quindi urgente e necessario per il nostro Paese, dare corso a nuove politiche che pongano particolare attenzione attivare uno sviluppo economico locale e sostenibile legato alla gestione dei boschi e delle filiere produttive ad essi associate, che valorizzi le risorse umane del posto, soprattutto quelle più giovani, creando posti di lavoro nella produzione forestale, nella prima lavorazione per la produzione di materiali grezzi e semilavorati per fini strutturali, artigianali ed energetici.

Scenari 2025-2030: mercato dei veicoli elettrici in Italia al 30% e al 60%

Dopo la rivoluzione che ha cambiato la fisionomia della generazione elettrica in Italia e in Europa, dobbiamo prepararci al prossimo cambiamento radicale che riguarderà la mobilità (vedi documento integratico “Mobilità elettrica” a fondo pagina).

Grazie al rapido calo del prezzo delle batterie e al rapido cambio di strategia di molte case automobilistiche, i veicoli elettrici sono destinati a coprire fette crescenti di mercato. Nel 2015 le auto elettriche vendute in Europa hanno sfiorato le 190.000 unità, numeri ancora limitati ma in forte crescita.

Ed è significativo che la Norvegia, insieme all’Olanda, stia discutendo la possibilità di consentire la vendita di sole auto elettriche a partire dal 2025; e che in India e in Germania si stia valutando lo stesso obiettivo al 2030.

Il governo dovrebbe stimolare una rapida diffusione della mobilità elettrica in grado di consentire al nostro paese di raggiungere fra 10 anni i livelli di vendita che si riscontrano oggi dalla Norvegia: 30% del mercato e fra 15 anni una quota del venduto pari al 60% del totale.

Naturalmente l’introduzione di obiettivi ambiziosi rispetto ai ridicoli valori attuali comporta una strategia a tutto campo, inclusa un’attenzione sul versante della produzione di autoveicoli (finora quasi inesistente in FCA). Attualmente oltre il 70% delle auto vendute in Italia sono importate, una e percentuale destinata a salire con il successo della mobilità elettrica.

Documenti settoriali alla proposta FREE (pdf)

Il Coordinamento FREE è un’associazione no profit che raggruppa attualmente, in qualità di Soci, 23 Associazioni in toto o in parte attive nei settori dell’efficienza energetica e della produzione da energie rinnovabili, oltre ad un ampio ventaglio di Enti e Associazioni che hanno chiesto di aderire come Aderenti ed è pertanto la più grande Associazione del settore presente in Italia.

Il Coordinamento FREE ha lo scopo di promuovere lo sviluppo delle rinnovabili e dell’efficienza energetica nel quadro di un modello sociale ed economico ambientalmente sostenibile, della decarbonizzazione dell’economia e del taglio delle emissioni climalteranti, avviando un’azione più coesa delle Associazioni e degli Enti che ne fanno parte anche nei confronti di tutte le Istituzioni.

ADV
×