Un nuovo software che fa monitorare le emissioni ai Comuni sardi

  • 6 Luglio 2016

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Il software “Sardegna e-PAES” consentirà gratuitamente ai Comuni di conoscere e monitorare in modo preciso le proprie emissioni di CO2, permettendo la pianificazione di interventi mirati volti al loro contenimento. Gli obiettivi energetici della Regione al 2030 nel PEARS

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La Regione Sardegna ha ideato e progettato un software che permetterà ai Comuni di conoscere e monitorare in modo preciso le proprie emissioni di CO2, permettendo la pianificazione di interventi mirati volti al loro contenimento.

Si chiama “Sardegna e-PAES” e la sua realizzazione è costata 200mila euro, grazie ai fondi FESR. Sarà messo a disposizione gratuitamente di tutti i Comuni dell’isola.

La messa a punto del software presentato a Cagliari ieri, 5 luglio, rientra tra le azioni di assistenza tecnica previste dal Progetto Smart City – Comuni in classe A e, più in generale, nel programma di interventi previsti dal Piano Energetico.

La Regione provvederà ad aggiornare la metodologia secondo le indicazioni date dall’Ufficio del Patto dei Sindaci e fornirà supporto tecnico ai Comuni, non solo nell’affiancamento in fase di pianificazione ma anche nell’esecuzione degli interventi e nella fase di monitoraggio.

Questo strumento contribuirà ad accompagnare la Regione Sardegna verso il proprio obiettivo che prevede, entro il 2030, una riduzione delle emissioni associate al consumo dei residenti pari al 50% rispetto ai valori del 1990, il 27% dei consumi di energia soddisfatti dal fonti rinnovabili e la riduzione dei consumi del 27%. Si veda a questo proposito il Piano energetico ambientale della Regione PEARS 2015-2030 adottato dalla Giunta a fine gennaio 2016.

“L’eco-efficienza e la riduzione dei consumi di energia primaria negli edifici pubblici e nelle strutture pubbliche – ha detto l’assessore regionale all’Industria, Maria Grazia Piras – sono un elemento chiave della politica energetica regionale. Il ruolo dei Comuni è fondamentale e per questo guardiamo con attenzione alle iniziative intraprese in questo campo dai sindaci. Il nuovo software dà modo di uniformare la raccolta dei dati. Da un lato è utile alla Regione per avere sotto controllo le emissioni, dall’altro è fondamentale per quei Comuni che si sono già dotati di piani energetici locali e per quelli che ancora devono redigerlo.

Attualmente sono oltre 260 le amministrazioni comunali che hanno adottato un Piano d’azione per l’energia sostenibile. Obiettivo della regione è che anche tutti gli altri si attivino con la realizzazione dei Piani capaci di raggiungere i nuovi obiettivi energetici e ambientali europei.

Facendo riferimento al PEARS vediamo nel grafico come cambia la ripartizione percentuale tra le varie fonti di energia primaria a copertura della richiesta energetica regionale per gli scenari proposti al 2030 (base, sviluppo e intenso sviluppo), rispetto allo scenario di riferimento al 2013.

Viene data priorità all’utilizzo di fonti rinnovabili per la copertura dei carichi energetici regionali, associando all’energia elettrica esportata, e quindi non per il soddisfacimento del consumo regionale, la relativa quota parte di produzione delle centrali termoelettriche a combustibili fossili. Metano e rinnovabili complessivamente forniscono nei tre scenari tra il 46% e il 58% dell’energia primaria a copertura del fabbisogno energetico regionale.

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