Riscaldamento, elettricità e carburanti: come e quanto spendono le famiglie italiane

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Nel 2015 i consumi di energia sono aumentati, ma la spesa è stata contenuta dal calo del prezzo della benzina. Elettricità: le famiglie italiane con consumi bassi pagano meno di quelle del resto d'Europa, ma la riforma cambierà le cose. In crescita legna e pellet. I dati aggiornati su consumi e bollette.

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Nel 2015 è calata la spesa per i trasporti delle famiglie, soprattutto grazie al crollo dei prezzi del barile. Sono invece cresciuti, rispetto al 2014, i consumi per riscaldamento ed elettricità. I clienti domestici italiani spendono soprattutto per il metano, ma continua la costante crescita dell’utilizzo di biomasse.

Le bollette degli utenti residenziali da noi, nonostante il peso delle componenti parafiscali, per le famiglie con consumi contenuti sono meno care che nel resto d’Europa, situazione che però cambierà con la riforma avviata delle tariffe elettriche, che farà pagare di più chi consuma meno e meno chi consuma di più.

Sono questi alcuni tratti sui consumi energetici delle famiglie italiane presi dagli ultimi dati Istat ed Eurostat e raccolti nel nuovo rapporto del MiSE sull’energia in Italia presentato nei giorni scorsi.

I consumi

Tra il 2013 e il 2015 – mostra il documento – la quantità di energia complessivamente utilizzata dalle famiglie per uso domestico e per il trasporto privato è scesa del 5%, ma l’anno scorso c’è stato un piccolo rimbalzo: una crescita del 5% che compensa parte del calo del 9% registrato nel 2014.

Nello stesso periodo la spesa diminuisce del 14% (-9% nel 2014 e -5% nel 2015), soprattutto per il calo dei prezzi dei carburanti per il trasporto. L’automobile pesa ancora moltissimo sui consumi di energia delle famiglie nel 2015: l’uso domestico vero e proprio (riscaldamento/raffrescamento, acqua calda, uso cucina e elettrodomestici) incide per il 63% dei consumi e per il 57% della spesa energetica delle famiglie.

Gli usi domestici

L’energia usata per usi domestici è diminuita di circa il 6% tra il 2013 e il 2015 (-14% nel 2014 e +9% nel 2015), mentre la spesa è diminuita del 12% (-15% nel 2014 e +4% nel 2015).

Per soddisfare le esigenze domestiche nel 2015, secondo le stime preliminari Istat, si utilizza per il 51% metano, per il 21% le biomasse (in particolare legna da ardere), per il 20% l’energia elettrica, per il 4% il gasolio, per quasi il 4% il GPL e in quantità trascurabile gli altri prodotti energetici (carbone, coke, benzina, petrolio lampante, olio combustibile, eccetera).

Nel 2015 si sono spesi per i consumi domestici circa 36 miliardi di euro, di cui il 52% per energia elettrica e il 48% per metano (nel 2013 si spendevano quasi 40 miliardi euro, di cui il 53% per il metano e il 47% per l’elettricità); di gran lunga minore è la spesa per GPL, biomasse e gasolio: circa 6 miliardi di euro in totale (a fronte dei quasi 8 del 2013).

La spesa nel bilancio familiare

La quota di spesa che le famiglie destinano all’acquisto di energia elettrica e per il riscaldamento è progressivamente aumentata nel corso del primo decennio del 2000, con una crescita di un punto percentuale tra il 1997 e il 2013, in particolare per l’incremento della spesa elettrica.

L’aumento dell’incidenza della spesa energetica non è poi stato uniforme all’interno delle diverse fasce della popolazione in quanto questa pesa maggiormente per le famiglie meno abbienti: nel 2013 il 10% delle famiglie con i consumi più bassi destinava quasi il 5% della propria spesa all’acquisto di energia elettrica, mentre il 10% con i consumi più alti poco più dell’uno per cento.

Cala il differenziale dei prezzi dei prodotti energetici rispetto alla media europea (grafici sotto), anche se le famiglie italiane continuano in media a pagare di più, soprattutto a causa delle componenti fiscali e parafiscali (imposte, oneri di sistema, ecc.).

Per il gas il il sovrapprezzo pagato dalle famiglie italiane e quelle europee è sostanzialmente legato alle tasse: il confronto con gli altri paesi ci penalizza solo per la classe più alta di consumo, che rappresenta il 20% dei consumi totali, mentre per i consumi intermedi sono le famiglie spagnole quelle a pagare di più in Europa.

Per l’energia elettrica la situazione è differente. Con l’eccezione delle famiglie collocate nelle fasce inferiori di consumo – che comunque consumano oltre il 40% della domanda residenziale – il prezzo italiano dell’energia elettrica è tra i più elevati. La situazione cambierà con la riforma tariffaria avviata, che rende più cara la bolletta per chi consuma meno e la alleggerisce per chi ha prelievi più alti: l’82% delle famiglie sarà danneggiato dal cambiamento.

La crescita delle biomasse

Il contributo delle biomasse negli usi domestici è aumentato moltissimo per via della crescente diffusione di impianti a legna e pellet. Secondo i dati Istat, nel 2013, il 24,2% delle famiglie ha utilizzato biomasse, per il 21,4% di legna e per il 4,1% di pellet.

Le regioni in cui l’utilizzo di biomasse (vedi mappa) è più diffuso sono l’Umbria (29,4%), il Trentino Alto Adige (25%) e la Sardegna (24,1%), in cui particolarmente consistente è il ricorso alla legna da ardere (utilizzata, nell’ordine, da 47,7%, 46,7% e 39,2%), mentre il pellet è più usato dalle famiglie residenti in Valle d’Aosta (13,4%), seguite da Umbria e Sardegna, entrambe per l’11% dei casi.

Il consumo medio per le famiglie che hanno dichiarato di utilizzare biomasse è di circa 3,1 tonnellate a famiglia. Fanno registrare cifre al di sopra del valore nazionale le famiglie residenti in Basilicata (5), in Molise (4,8), in Calabria (4,4) e in Abruzzo (4,3).

Il camino e la stufa tradizionale la fanno ancora da padroni: sono presenti nel 77,6% delle famiglie che usano biomasse, mentre solo il 13,6% usa camini o stufe collegati ai termosifoni.

I trasporti: diesel -12%

Per quanto riguarda gli usi relativi ai trasporti privati delle famiglie, nel 2015 si consuma circa il 3% di Mtep in meno di quanto si consumava nel 2013 (+1% nel 2014 e -4% nel 2015).

Nel 2015 si osserva un calo del 12% rispetto al 2014 nell’uso del diesel, a fronte di lievi aumenti nell’uso degli altri carburanti (benzina, GPL e metano).

La spesa per il trasporto delle famiglie diminuisce tra il 2013 e il 2015 del 16% (-2% nel 2014 e -15% nel 2015), passando da quasi 38 miliardi di euro a 32 miliardi di euro. In particolare tra il 2014 e il 2015 la spesa per il gasolio diminuisce del 23%, per la benzina dell’8% e per il GPL del 15%; il metano registra un aumento dell’1%.

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