Competitività fotovoltaico: ancora offerte a prezzi stracciati

Nuova asta in Zambia vinta con l'offerta di vendere l'energia da fotovoltaico a soli 6 cent$ a kWh. Non è un nuovo record, ma è l'ennesima conferma che i grandi parchi FV in vari contesti producono a costi molto inferiori delle fonti convenzionali più “economiche”.

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Le nuove previsioni di Bloomberg New Energy Finance di cui abbiamo parlato nei giorni scorsi, stimano per il fotovoltaico un calo dei costi di LCOE del 60% da qui al 2040. Dal 2020 – stima BNEF – il FV sarà la fonte più economica in molti Paesi e negli anni ’30 lo sarà quasi in tutto il mondo.

Il futuro però corre veloce e in certi contesti il sole batte già di misura le fossili più economiche (“economiche” anche perché scaricano sulla collettività costi ambientali e sanitari, come non ci stanchiamo mai di precisare). Ieri è arrivata l’ennesima conferma che in certi contesti il FV già ora può produrre a 6 centesimi di dollaro a kWh, quello che solo un anno fa era un record eccezionale (registrato in un’asta a Dubai) ma che nel frattempo è stato battuto fino ad arrivare addirittura a 3 cent$/kWh.

L’asta in Zambia

In Zambia un consorzio tra Neoen e First Solar si è aggiudicato un’asta per costruire 45 MW di FV con un offerta di 6,02 cent$/kWh, mentre nella stessa ara Enel Green Power si è aggiudicata 28 MW a 7,84 cent$/kWh. Diversamente da altre aste con ribassi record, gli impianti saranno realizzati già quest’anno. A rendere possibile offerte così “aggressive”, riducendo il rischio di progetto, invece ci sono accordi PPA di 25 anni, che prevedono la vendita di tutta l’energia prodotta all’azienda elettrica di Stato, Zesco.

Enel precisa in un comunicato (in allegato in basso) che l’impianto FV in Zambia (28 MW in corrente alternata e 34 MW in corrente continua) comporterà un investimento di circa 40 milioni di dollari, entrerà in esercizio nel secondo trimestre del 2017 e genererà circa 70 GWh l’anno. Il progetto sarà realizzato da una società ad hoc, controllata all’80% da Enel GP e per il restante 20% dalla società per lo sviluppo industriale dello Zambia, Industrial Development Corporation Limited (Idc), come previsto dal regolamento di gara.

L’asta è stata organizzata nell’abito del programma Scaling Solar della Banca Mondiale che si propone di sviluppare 1 GW di FV entro il 2019 con iniziative come queste aste che spingano ad abbassare i prezzi. Ci saranno a breve anche aste in Senegal e Madagascar, le cui gare arriveranno alla fase di prequalifica nei prossimi mesi.

Lo Zambia è caratterizzato da una forte crescita dei consumi elettrici (+5÷6% l’anno), dalla necessità di diversificare un mix di generazione dominato dall’idroelettrico, aumentare la sicurezza degli approvvigionamenti, la qualità del servizio e l’elettrificazione delle aree rurali. Il Governo di Lusaka ha dunque avviato una serie di iniziative per promuovere la generazione da fonti rinnovabili, in particolare FV, con l’obiettivo di installare 600 MW nei prossimi 2-3 anni.

I ribassi record

Questi sono i prezzi solari più bassi visti finora in Africa e tra i più bassi del mondo, ma in altri contesti si è arrivati anche più giù: la storia dei record passa per i 5,85 cent$/kWh con cui la saudita Acwa Power e la spagnola Tsk si sono aggiudicate un anno fa la realizzazione di un progetto FV da 200 MW a Dubai; i 4,8 centesimi di $ a kWh offerti da Enel Green Power per un parco FV in Perù, fino ad arrivare agli incredibili 2,99 cent$/kWh con i quali di recente è stata vinta un’altra asta organizzata sempre dalla dalla Dubai Electricity & Water Authority.

Per avere qualche termine di paragone, il costo dell’energia LCOE di una nuova centrale a carbone – la fonte più economica tra le fossili (se non si contano eventuali sussidi ed esternalità negative) – è di circa 70-80 $/MWh. Mentre al nuovo reattore nucleare di Hinkley Point, che si vuole costruire in Gran Bretagna, per 35 anni l’energia prodotta verrà pagata ad uno strike price di 92,5 sterline cioè 134 dollari per MWh generato: oltre il quadruplo dell’energia che verrà dai nuovi parchi solari di Dubai che saranno operativi tra il 2018 e il 2020, mentre la centrale inglese, la cui realizzazione è ancora in forse, certamente non produrrà elettricità prima del 2025.

Sulla strada giusta

Davanti a ribassi così aggressivi molti si chiedono se siano realistici e quali margini di guadagno riusciranno ad ottenere i vincitori. I casi in questione, va detto, sommano una serie di circostanze favorevoli, che abbiamo spiegato in questo articolo parlando del record dei 2,99 c$/KWh.

Siamo sulla rotta giusta, forse anche con un certo anticipo, affinché si avveri la previsione del Fraunhofer Institut, secondo la quale nel giro di 10 anni (dal 2015) il fotovoltaico sarà la fonte più economica per produrre elettricità, con un LCOE che in Europa centro-meridionale, entro il 2025, scenderà fino a 4-6 centesimi di euro per kWh e che in aree più assolate del pianeta potrebbe arrivare a 3-5 cent/kWh, cioè meno della metà rispetto ai costi delle nuove centrali a fonti convenzionali.

Il costo degli impianti FV, diminuito di circa l’80% dal 2005 al 2014, da oggi al 2025, stima il Fraunhofer, senza considerare potenziali breakthrought tecnologici che accelererebbero la discesa, dovrebbe calare di un ulteriore 19-36% e al 2050 dal 40 al 72%. Una previsione simile a quella di Bloomberg che, come scrivevamo all’iniziio, prevede un calo del LCOE del 60% dal 2016 al 2040. e poi ci sarà tutta l’evoluzione tecnologica ed economica dello storage, che accompagnerà lo sviluppo anche dei grandi impianti FV.

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