Un accordo per i nostri energivori musei e palazzi storici

Il protocollo d'intesa tra MiBACT ed Enea, della durata di 3 anni, dovrà consentire, con interventi mirati, il taglio della spesa energetica del 30-40% del complesso dei musei nazionali che ci costa ogni anno oltre 250 milioni di €. Si punta su climatizzazione e illuminazione efficiente. Previsto anche l'utilizzo di pellicole fotovoltaiche.

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Il complesso dei musei nazionali è uno dei settori più energivori della nostra Pubblica amministrazione: paga ogni anno una bolletta energetica pari a circa 250 milioni di euro, con consumi in salita del 50% rispetto agli anni ‘80.

Per tagliare, almeno parte, questa spesa, è stato siglato oggi un protocollo d’intesa tra Dario Franceschini, ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT) e da Federico Testa, presidente dell’Enea.

Al centro dell’accordo check-up energetici, diagnostica e restauro laser, protezione antisismica. L’accordo avrà durata triennale e permetterà di avviare progetti per la valutazione dell’impronta energetica degli edifici storici e di individuare adeguati interventi di efficientamento che, secondo stime Enea, potrebbero abbattere fino al 30% i consumi per la climatizzazione e tagliare fino al 40% quelli per l’illuminazione grazie all’installazione di lampade a Led e all’impiego di tecnologie di smart lighting.

Un primo museo dove si dovrebbe sperimentare l’efficacia di questo accordo sarà probabilmente la Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma, dove la bolletta energetica rappresenta da sempre un costo elevato, a causa anche di impianti obsoleti.

L’accordo, secondo Federico Testa, consentirà di spingere su ricerca e innovazione ai fini della tutela del patrimonio culturale italiano, sviluppando centri di ricerca altamente qualificati, personale esperto, laboratori, infrastrutture e strumentazioni all’avanguardia.

I risparmi, liberando risorse economiche, dovrebbe essere reinvestiti, a sentire i due partner dell’accordo, nella valorizzazione dei beni culturali.

A gravare maggiormente sulla richiesta di energia degli oltre 5mila luoghi della cultura italiani – tra musei, palazzi storici e aree archeologiche – sono soprattutto illuminazione, climatizzazione, sicurezza e Ict, servizi essenziali che vanno riprogettati per ridurre i consumi e garantire il massimo del comfort ambientale per una migliore conservazione e fruizione delle opere d’arte e delle strutture architettoniche stesse.

In campo energetico, l’accordo non riguarda solo interventi di efficienza e sistemi ICT per la gestione energetica dei beni artistici, ma anche la diffusione di tecnologie per l’utilizzo di fonti rinnovabili, come ad esempio il cosiddetto fotovoltaico ‘invisibile’, una sorta di pellicola integrabile nel complesso architettonico e paesaggistico, che potrebbe sfruttare l’elevato irraggiamento solare negli oltre 1.600 ettari di aree archeologiche, di cui l’80% al centro-sud.

Previste inoltre, attività di formazione e azioni di sensibilizzazione al risparmio energetico verso i dipendenti e chi usufruisce dei luoghi d’’arte, che possono garantire un’ulteriore contrazione dei consumi dell’8%.

Per cercare di superare il problema della scarsità di risorse pubbliche, l’Enea avrà anche il compito di supportare il MiBACT nell’individuazione delle opportunità di finanziamento e incentivazione, come ad esempio il ricorso a società che effettuano gli interventi di efficienza energetica (ESCo), forme di Partenariato Pubblico-Privato (Ppt), Finanziamento Tramite Terzi, Conto Termico 2.0, Ecobonus del 65%, fondi nazionali ed europei.

Sul fronte della protezione antisismica, l’Enea utilizzerà sistemi non invasivi per valutare la vulnerabilità delle strutture architettoniche e delle opere d’arte, sia in esposizione che nel trasporto. È previsto inoltre l’utilizzo di modelli informatici per la stima dell’impatto sui monumenti dell’inquinamento atmosferico e della variazione climatica.

Video su attività dell’Enea per il patrimonio culturale italiano

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