FREE, “Calenda firmi subito decreto rinnovabili non FV”

  • 31 Maggio 2016

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Il Coordinamento FREE in un comunicato torna a sottolineare la gravità del ritardo nell'approvazione del decreto di incentivazione sulle rinnovabili elettriche non fotovoltaiche. Il ritardo è ormai di 517 giorni.

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Il decreto FER non fotovoltaiche ad oggi ha accumulato un ritardo abnorme e non più sostenibile dalle aziende del settore che sono ferme in attesa di conoscere le nuove regole e il nuovo sistema di tariffe incentivanti”. Cosí il Coordinamento FREE – fonti rinnovabili ed efficienza energetica, che raggruppa 30 associazioni del settore – in una nota stampa torna a sottolineare la gravità del ritardo nell’approvazione del decreto di incentivazione sulle rinnovabili elettriche non fotovoltaiche (si vedano sul tema gli articoli di approfondimenti di QualEnergia.it).

In effetti il decreto doveva essere pubblicato ormai 517 giorni fa, cioè il 31 dicembre 2014 e avrebbe dovuto riguardare l’incentivazione per il periodo 2015-2016.

“Si tratta non solo di un danno ma anche di una beffa – prosegue il Coordinamento – visto che il Governo a Parigi ha sostenuto i risultati di Cop21 e il nostro Presidente del Consiglio ha affermato, non più tardi di qualche settimana fa, di voler raggiungere nel 2018 la quota del 50% di rinnovabili per la produzione di energia elettrica” (si veda anche QualEnergia.it, Le “belle parole” di Renzi sugli obiettivi per le rinnovabili).

“A noi il decreto ministeriale così come è non piace – conclude FREE – ma è importante che avendo accumulato più di un anno e mezzo di ritardo il neo ministro Calenda lo firmi prima possibile. Il tempo è una variabile fondamentale, quando si fa impresa. Nel 2016 si tarda ancora a capirlo, altro che competitività del sistema Paese!”.

L’ultima bozza dell’atteso decreto contiene infatti diversi aspetti che non piacciono agli operatori, come alcune norme retroattive che colpirebbero anche il fotovoltaico, ostacoli per l’accesso agli incentivi degli impianti idroelettrici, aspetti ancora tutti da chiarire. Ne abbiamo parlato nell’articolo “I punti critici del decreto rinnovabili in arrivo“.

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