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Accumuli per il fotovoltaico, “in Italia un mercato vivace”

Come sta andando in Italia il mercato delle batterie per il fotovoltaico? Lo abbiamo chiesto a Ettore Uguzzoni, presidente di Aton Storage. È ottimista: le vendite sono sostenute, grazie alle detrazioni fiscali, la normativa è ben definita e c'è la volontà di molti italiani di autoconsumare energia pulita.

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Aton Storage è tra le prime aziende italiane attive nello sviluppo e nella produzione di sistemi innovativi di accumulo di energia elettrica da fonti rinnovabili. L’azienda nasce nel 2014, arriva sul mercato nel 2015 e già oggi fattura circa 2 milioni di euro.

QualEnergia.it ha intervistato il presidente Ettore Uguzzoni per capire com’è la situazione in Italia per il mercato dell’energy storage abbinato al fotovoltaico (nella fotografia Ettore Uguzzoni, presidente Aton, a destra, e Vittorio Balugani socio fondatore Aton, a sinistra).

Dottor Uguzzoni, dalla vostra esperienza nel campo dell’accumulo di energia pulita, come vedete il mercato dell’energy storage in Italia?

Il nostro mercato di riferimento è condizionato dal posizionamento e da una serie di fattori. In particolare mi riferisco alle detrazioni fiscali del 50% e all’attuale normativa, che giudico ben definita. Tali fattori sono sicuramente dei forti incentivi al mercato dello storage. Abbiamo avuto un ottimo riscontro con i nostri prodotti: da quando siamo sul mercato, da pochi mesi in realtà, abbiamo venduto oltre 1.000 impianti.

Ci sono state però anche evoluzioni normative che penalizzano l’autoconsumo di energia: pensiamo alla riforma della tariffa per i clienti domestici che va nella direzione di abolire la progressività. Le condizioni del mercato restano positive anche dopo questi cambiamenti?

Assolutamente sì. Abbiamo riscontrato positivamente che chi acquista accumulatori di energia elettrica da fonti pulite è particolarmente attento alle tematiche ambientali e tra queste all’inquinamento. L’utente finale ha il desiderio di raggiungere l’autonomia energetica e di poterla massimizzare in modo efficiente ed efficace.

La situazione non potrà che migliorare con l’atteso calo dei prezzi degli accumuli. Cosa prevede da questo punto di vista?

Abbiamo dotato Ston di batterie al litio-ferro-fosfato (brochure pdf). Queste sono il meglio che oggi si può trovare sul mercato: non necessitano di manutenzione, hanno un alto rendimento e una vita utile di oltre 10 anni. Queste batterie inoltre sono oggi sempre più accessibili. I prezzi stanno calando e ciò sta avvenendo anche grazie alla crescita della domanda da parte del mercato dell’automotive.

In Italia abbiamo un parco enorme di piccoli impianti FV cui potrebbe essere aggiunto un sistema di accumulo: la compatibilità con gli inverter esistenti è dunque molto importante. Come ha influito questo nella concezione di Ston il nuovo sistema di accumulo che avete presentato da poco?

Ston è stato pensato dai nostri ingegneri come l’accumulatore compatibile con la maggior parte degli impianti fotovoltaici già esistenti e che non ha bisogno di un inverter. Infatti si allaccia direttamente all’impianto installato. Inoltre, dal momento che Ston è un vero elettrodomestico domestico destinato ad entrare nelle case degli italiani, presenta un design compatto ed elegante e lavora in completa sicurezza e totale comodità per gli utenti finali.

Cosa vi ha portato a scegliere la tecnologia della batterie al litio per questo prodotto?

Il nostro engineering si occupa di batterie dal 1992, per cui abbiamo una discreta conoscenza della materia. Quella delle batterie al litio ci è sembrata la tecnologia più adatta a questa applicazione. Non richiedono manutenzione, e come detto, hanno un altissimo rendimento e un vita di oltre 10 anni.

Mettiamoci nei panni di un utente domestico medio che ha sul tetto un impianto fotovoltaico da 3 kWp: quanto spenderebbe per installare uno dei vostri sistemi di storage e in quanto tempo rientrerebbe dell’investimento?

Il nostro prezzo di lancio per il modello base, con 3 kW di potenza e 5 kWh di energia massima accumulabile e utilizzabile all’80%, è sui 7mila euro. Con la detrazione fiscale si ha un tempo di rientro dell’investimento sui 7-8 anni. Ritengo comunque che sia limitante fermarsi a guardare il payback-time, che dipende da vari fattori. I vantaggi degli accumuli sono anche altri: ad esempio avere una piccola stazione energetica in casa che permette di massimizzare il consumo di energia autoprodotta, e soprattutto pulita, è un vantaggio non da poco.

Un intervento normativo contenuto nell’ultimo Milleproroghe porterà anche per i clienti non domestici a uno spostamento dei costi dell’elettricità verso le componenti fisse della bolletta. Questo rende meno conveniente aumentare l’autoconsumo ma potrebbe aprire un’altra opportunità per gli accumuli: essere usati per appiattire la curva di domanda dei processi industriali, in modo da ridurre la potenza impegnata. È una prospettiva che state considerando?

Sì, il nostro prossimo obiettivo è appunto quello di lavorare sul trifase industriale sul quale dovremmo essere pronti entro fine anno.

Come altri sistemi di accumulo, Ston è accessibile da remoto tramite WiFi e 3G: si guarda già al futuro prossimo in cui anche i sistemi di accumulo e la gestione della domanda potranno partecipare alla fornitura di servizi di rete? Quali caratteristiche deve avere un sistema di energy storage per essere pronto per la smart grid?

I nostri prodotti oltre che CEI-021 sono certificati anche UDE, per essere venduti sul mercato tedesco, e dunque sono già predisposti per la smart grid. I nostri accumulatori possono dialogare con le prese comandate, per una gestione intelligente dei carichi in casa. Anche con la app e il portale stiamo lavorando alla gestione dei carichi, per fare qualcosa che sia veramente utile.

Per informazioni: Aton Storage

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