Parte in Sicilia il terzo impianto a biogas

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La filiera del biogas inizia a svilupparsi anche in Sicilia con l’attivazione del terzo impianto di digestione anaerobica realizzato da un'azienda agricola a Ciolino Resuttano, in provicia di Caltanissetta, L’impianto da 100 kW valorizza scarti e sottoprodotti agroalimentari che diventano digestato. L'enorme potenziale di biogas e biometano sull'isola.

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Anche in Sicilia prende corpo la filiera del biogas, con l’attivazione del terzo impianto di digestione anaerobica nell’isola, realizzato dall’azienda agricola Monaco di Mezzo, a Ciolino Resuttano (CL), un esempio di economia circolare.

L’impianto di biogas da 100 kW è in grado di valorizzare scarti e sottoprodotti delle produzioni agroalimentari tipiche mediterranee. L’azienda agricola ha applicato un modello, capace trasformare ogni scarto in una risorsa. Un sistema che utilizza pastazzo, sulla, siero, pollina, sansa, ma anche letame, che diventano a loro volta digestato.

Gli impianti a biogas, il combustibile che si produce durante la fermentazione di materiale organico in assenza di ossigeno, rappresentano in Italia la vera rivoluzione verde che ha già generato oltre 1.300 impianti agricoli, 4 miliardi di investimenti oltre 10mila occupati.

Insomma, anche in Sicilia si sta lentamente attivando questa filiera che ha nel meridione un potenziale di investimenti fino a 5,6 miliardi di euro entro il 2030, e 10mila posti di lavoro altamente qualificati (vedi studio Althesys, commissionato da CIB).

Il digestato, ridistribuito sui terreni quale ammendante e fertilizzante organico, chiude il ciclo biologico e produce una base importante per la bio-fertilizzazione dei suoli, evitando cosi la loro desertificazione e migliorando le produzioni agricole. L’impianto a biogas serve per rendere stabile un’innovativa gestione dell’agricoltura tradizionale che punti sulle produzioni autoctone e caratteristiche del territorio.

La Sicilia è ancora lontana dal raggiungere certi traguardi. Eppure, ogni anno ci sono circa 300mila tonnellate di pastazzo di agrumi e 1 milione di tonnellate di sanse esauste che potrebbero essere usati in impianti di biogas e biometano. Questi ultimi possono contribuire agli obiettivi nel settore dei trasporti e dare una spinta alle regioni del centro-sud, il cui potenziale produttivo di biometano al 2030 è stimato in 3 miliardi di metri cubi e corrisponderebbe a un aumento del Pil dello 0,3%.

Il nuovo impianto  rappresenta un caso unico anche rispetto agli impianti già realizzati al nord, perché si è stati in grado di garantire, in una area relativamente grande, la vicinanza della vasca dell’impianto con le stalle di bovini, è stata effettuata da Luciano Zoia, presidente di BIOGAS Engineering s.r.l, e preceduta sabato scorso,

Nell’ambito della inaugurazione si è svolto un incontro sull’economia circolare, l’innovazione e le nuove prospettive per l’agroalimentare siciliano, organizzato dalla start-up Risorse Smart. 

Secondo il presidente di Confagricoltura Sicilia, Ettore Pottino. ”esiste una grande possibilità di realizzare in Sicilia un progetto di biogas buono che apre nuovi scenari, significa fare sistema e diventa la quadratura del cerchio. La produzione di biogas in sinergia con l’attività agricola, e non in competizione, può fare raggiungere grandi risultati sia all’interno dell’economia di scala dell’azienda, sia del sistema agricolo isolano”. Ed ha aggiunto: “le nostre colture, i caseifici, la zootecnia rappresentano una grande ricchezza e la possibilità di utilizzare i sottoprodotti nella produzione di energia da’ un enorme assist all’industria agroalimentare, con le aziende che da un alto valorizzano, dall’altro diversificano perché diventa un’attività remunerata. La produzione di digestato, poi, permette di arricchire i terreni con sostanze organiche, a beneficio delle nostre colture più tipiche: agrumeti, oliveti, frutteti”.

Piero Gattoni, presidente Consorzio CIB Ha spiegato che “l’agricoltura del Mezzogiorno, e quella siciliana in particolare, rappresenta un vastissimo giacimento di ‘energia verde’ che è ancora largamente inespresso. Quello che oggi è prevalentemente un costo, può diventare una grande risorsa dal punto di vista economico e ambientale”.

Biagio Pecorino, responsabile Sezione Economia Agroalimentare Di3A ha detto di voler mettere in atto una strategia congiunta fra imprese agricole e della trasformazione per recuperare risorse organiche dalle filiere agroalimentari mediterranee e trasferirle in aziende agricole per produrre energia e, soprattutto, digestato”.

Presente all’incontro anche la dirigente generale dell’assessorato regionale Agricoltura, dello Sviluppo Rurale, della Pesca Mediterranea, Rosaria Barresi che ha detto che ha detto “parliamo spesso di energie rinnovabili, il biogas è senz’altro fra quelle meno invasive dell’ambiente e totalmente riutilizzabile all’interno dell’azienda stessa, e non solo, perché permette alle aziende di diversificare con le attività connesse, in modo da poter rimanere sul mercato”.

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