Per quale tecnologia energetica ci ringrazieranno le generazioni future?

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In una breve nota Roberto Meregalli di 'Energia Felice' ricorda l'importanza della partecipazione al referendum del 17 aprile, contro la durata indefinita delle trivellazioni per idrocarburi in mare entro le 12 miglia. "Viene prima l’economia o l’ambiente? Prima l’interesse economico di un'impresa o quello collettivo?"

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“Per quale tecnologia energetica ci ringrazieranno le generazioni future?” Questa domanda è stata posta in apertura di uno studio della Intergenerational Foundation, una organizzazione inglese che ha analizzato il contestato e costoso progetto di costruzione di due reattori nucleari a Hinkley Point C (Toxic Time Capsule: Why nuclear energy is an intergenerational issue – pdf).

Ma è una domanda che possiamo porci anche noi, che il nucleare lo abbiamo saggiamente rifiutato per ben due volte, e che ci troviamo ora davanti a una nuova occasione per esprimere la nostra opinione sul sistema energetico italiano; perché un referendum non è altro che questo: un’occasione partecipativa.

Per questo è importante andare a votare il 17 aprile: perché per me la parola democrazia è un po’ vuota, quella piena è “partecipazione”, se c’è, allora, possiamo parlare di democrazia, altrimenti no; il che mi fa sempre considerare diseducativo invitare alla non partecipazione.

Detto questo, la domanda della Intergenerational Foundation riguarda anche noi e il referendum sulle trivelle in mare entro le 12 miglia marine.

Ma perché non permettere il consumo totale di un pozzo quando è già scavato, si chiede più d’uno? Che male c’è? Ma il divieto in vigore entro le 12 miglia non è stato introdotto senza un perché e il perché è che un pozzo ha un impatto sull’ambiente negativo (ce l’ha anche oltre le dodici miglia ma lo accettiamo). E un impatto sul clima ce l’ha tutto quello che estraiamo e bruciamo.

Quindi la domanda a cui siamo chiamati a rispondere è: prima l’economia o prima l’ambiente? Prima l’interesse economico di un’impresa o quello collettivo di rispettare un po’ di più il mare e le nostre coste?

Le generazioni future di cosa ci ringrazieranno di più? Di aver svuotato del tutto le “sacche” di gas/petrolio vicino alle coste, liberando tutta la CO2 inglobata, o per aver spremuto le meningi per trovare altri modi più “smart” e rispettosi del pianeta per produrre energia?

Si veda anche dello stesso autore: ‘Trivelle in mare: dati, impatti ed effetti del referendum

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