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Emilia Romagna, un investimento di 40 mln per riqualificare le stazioni ferroviarie

  • 8 Aprile 2016

Di questi, 30 milioni euro sono a valere sul progetto “500 stazioni” di Rete Ferroviaria Italiana e si sommano ai 10 milioni di euro già erogati dalla Regione per i lavori in corso sulle fermate della rete FER.

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Prende il via anche in Emilia-Romagna il progetto “500 stazioni” di Rete Ferroviaria Italiana (RFI), per migliorare l’accessibilità e i servizi di 40 hub medio/piccoli. L’investimento complessivo è di 30 milioni di euro per gli interventi nel periodo 2016-2018 che prevedono: l’innalzamento dei marciapiedi (da 25 a 55 cm, standard europeo) per facilitare l’accesso ai treni, l’installazione di ascensori, la ristrutturazione dei sottopassaggi e delle pensiline, nuovi arredi (per migliorare la qualità della sosta in stazione) e l’installazione di impianti di illuminazione a led.

Agli interventi RFI “si sommano anche quelli già in corso in 120 fermate della rete FER (ferrovie Emilia Romagna, ndr) e che vedono risorse da parte della Regione per oltre 10 milioni di euro”, ha ricordato l’assessore alle Infrastrutture e Trasporti Raffaele Donini.

Dopo gli interventi nel 2016 sulle prime cinque stazioni (San Benedetto Val di Sambro, Porretta, Vergato, Riola e a Riccione, dove i cantieri sono già aperti), nel biennio 2017-2018 si interverrà sull’accessibilità, la sicurezza e il comfort delle stazioni di Castelbolognese, Riolo Terme, Castelfranco Emilia, Fidenza, Imola, San Pietro in Casale, Casalecchio di Reno, Sasso Marconi, Marzabotto, Casalecchio Garibaldi, Pioppe di Salvaro, Bologna Borgo Panigale.

“Quasi un decimo delle stazioni di RFI coinvolte in questo progetto, che come Regione abbiamo condiviso, si trovano sul nostro territorio – ha sottolineato poi l’assessore Donini – cinque quelle su cui si interverrà quest’anno, a cui se ne aggiungeranno altre 11 nel biennio 2017-2018. Come Regione, siamo molto interessati a farne dei luoghi vivi, e non solo di arrivo e partenza. Per questo apriremo un tavolo, insieme a RFI, FER e gli enti locali, con il coinvolgimento del mondo dell’associazionismo e del no profit, per garantire a queste realtà forme di presidio, in un’ottica di vitalità e sicurezza”.

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