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Incentivi fotovoltaico, perché quei ritardi nei pagamenti GSE?

Moltissimi ci segnalano di non percepire da mesi o di ricevere somme inferiori al previsto sugli incentivi in conto energia per i loro impianti fotovoltaici. Abbiamo chiesto i motivi al GSE. Oltre ai casi con problemi specifici, ci sono da considerare anche gli effetti delle nuove regole che hanno cambiato i tempi dell'erogazione.

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Nelle caselle mail della redazione e nei commenti ad alcuni articoli, da mesi piovono segnalazioni di proprietari di impianti fotovoltaici incentivati con il conto energia preoccupati perché gli incentivi che il GSE deve pagare non arrivano, arrivano in ritardo o con somme inferiori a quelle attese.

“Ho ricevuto nel 2015 solo 200 euro contro i 1400 da prospetto”, scrive ad esempio una lettrice in un commento datato 15 dicembre; “è dal 2014 che non prendo gli incentivi GSE del V conto energia”, scrive un altro lettore in data 22 ottobre 2015 e via così, con una lunga serie di casi, che potete leggere ad esempio sotto a questo nostro vecchio post con un tutorial video su come controllare i pagamenti del conto energia FV sul portale GSE.

I possibili motivi dei ritardi

Cosa sta succedendo? Perché questa mole di reclami? Dal GSE, giustamente, ci rispondono che “eventuali segnalazioni di mancato pagamento andrebbero valutate caso per caso”. Al Gestore “non risulta che il problema sia particolarmente diffuso”.

I mancati pagamenti possono dipendere da vari motivi: ad esempio un ritardo nella comunicazione dei dati al GSE da parte del distributore, la rettifica degli stessi da parte di questo dopo che ha comunicato una produzione in eccesso o, banalmente, un malfunzionamento dell’impianto.

Per capire se tutto è in regola si può accedere al portale informativo del GSE. Esistono anche app specializzate e gratuite come MySolarFamily* che consentono in maniera semplice di rilevare i pagamenti del GSE, controllare la produzione del proprio impianto e confrontarla con altri della zona. 

Ritardi reali e ritardi percepiti

Ma i pagamenti possono essere “in ritardo” rispetto a quanto ci si aspetta anche quando tutto è in regola.

“È comprensibile – spiegano a QualEnergia.it dal GSE – che per molti operatori domestici non sufficientemente qualificati o assistiti possa essere difficile entrare nel merito delle reali motivazioni di un evento di ‘mancato pagamento’. A volte ciò può non essere reale, ma percepito come tale dall’operatore.”

Gli utenti, cioè, possono pensare a un ritardo anche quando in realtà non ci sono problemi, perché non sono consci di alcune novità intervenute, come il recupero dell’adeguamento ISTAT per gli impianti in Primo Conto Energia e le “nuove” modalità di pagamento introdotte con il DM 16 ottobre 2014.

La “nuova” modalità di erogazione degli incentivi

Se vi sembra che gli incentivi siano in ritardo è innanzitutto consigliato verificare se questo non dipenda dalle nuove modalità di pagamento in vigore dal 2015 e che trovate descritte nelle “istruzioni operative per gli interventi sulle tariffe incentivanti relative agli impianti fotovoltaici” (in allegato in basso). Novità introdotte dal cosiddetto “Taglia-bollette” (decreto-legge 91/2014, convertito, con modificazioni, nella legge 116 /2014) e applicate con il successivo DM 16 ottobre 2014 (si veda anche questa interrogazione parlamentare).

Il ‘Taglia Bollette’ dispone infatti che gli incentivi siano erogati dal GSE in misura pari al 90% della producibilità media annua stimata di ciascun impianto e che poi ci sia un conguaglio, in relazione alla produzione effettiva, entro il 30 giugno dell’anno successivo.

Le nuove norme del DM 16 ottobre 2014 stabiliscono poi che i pagamenti in acconto siano effettuati solo qualora sia stata superata una soglia di importo pari a 100 euro, e con cadenza:

  • quadrimestrale per gli impianti di potenza fino a 3 kWp;
  • trimestrale per gli impianti di potenza superiore a 3 kWp e fino a 6 kWp;
  • bimestrale per gli impianti di potenza superiore a 6 kWp e fino a 20 kWp;
  • mensile per gli impianti di potenza superiore a 20 kWp.

L’adeguamento ISTAT del Primo Conto Energia

Se il vostro impianto è tra quelli incentivati con il Primo Conto Energia e non vi stanno pagando gli incentivi, potrebbe essere perché il GSE si sta trattenendo quanto concesso in passato come adeguamento ISTAT sulla tariffa incentivante.

Come abbiamo spiegato (QualEnergia.it, Restituzione adeguamento ISTAT per il I Conto Energia FV: pagare o fare ricorso?), il Gestore dei Servizi Energetici sta chiedendo la restituzione dell’adeguamento, previsto dal DM 28 luglio 2005 che istituiva il Conto Energia, eliminato dal successivo DM 6 febbraio 2006, ma applicato negli anni successivi a seguito di una tortuosa vicenda legale.

Un piccolo impianto da 3 kW in esercizio da 8 anni può trovarsi a dover pagare circa 600 euro, mentre uno da 50 kWp – a seconda della produzione –  attorno ai 20mila euro. Su questi importi il GSE concede una rateizzazione con pagamenti semestrali che possono essere effettuati tramite trattenute sui pagamenti degli incentivi.

Tra i casi di “ritardo” segnalato è però verosimile che siano rari al momento quelli dovuti alla restituzione dell’adeguamento ISTAT. Gli impianti interessati, infatti, tutti del Primo Conto, sono solo 4653; il GSE ha iniziato solo negli ultimi mesi a chiedere la restituzione e lo fa previa comunicazione tramite raccomandata.

Presto più semplicità e trasparenza da parte del GSE

Sia nel caso in cui i ritardi siano dovuti a problemi reali o che siano solo percepiti, resta però un fatto che contribuisce a far arrivare così tante lamentele: in molte delle segnalazioni che riceviamo gli utenti denunciano una estrema difficoltà nel trovare risposte dal GSE, mentre il portale che permette di controllare i pagamenti, per la sua complessità, è pressoché inaccessibile al produttore domestico medio.

Una situazione che cambierà presto, assicurano a QualEnergia.it dall’ente. A breve sapere la situazione di un impianto sarà più semplice: basterà – ci spiegano – inserire un codice fiscale per avere tutti dati su produzione e incentivi pagati e dovuti di tutti gli impianti associati a quel codice.

Quanto dovremo aspettare ancora? “Dipende dai tempi tecnici per la piattaforma informatica – ci rispondono – ci auguriamo che sia operativa già per fine 2016, ma in ogni caso sicuramente sarà ultimata prima della fine del mandato dell’amministrazione attuale, nel 2018.”

(Articolo originariamente pubblicato il 15 gennaio 2016. *N.B. il link all’app MySolarFamily è stato inserito nell’ambito di un accordo commerciale con l’azienda. Per correttezza verso i lettori, su QualEnergia.it non troverete mai pubblicità che non sia esplicitamente dichiarata come tale.)

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