Arrivano i bond per far decollare il fotovoltaico off-grid in Africa

Parte un'operazione per replicare il modello Usa del finanziamento da parte di terzi per il gigantesco potenziale del PV off grid africano. I piccoli impianti, installati a senza investimento iniziale per gli utenti, saranno finanziati con una cartolarizzazione. Si punta a raccogliere 2 miliardi di dollari in 5 anni.

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Il fotovoltaico in molte situazioni, come le installazioni off-grid e le micro-reti rurali, persino senza incentivi e anche abbinato a batterie, è già la soluzione più conveniente rispetto alle vecchie soluzioni alternative come i generatori diesel o alla connessione ad una rete elettrica, spesso troppo distante e poco efficiente.

Il problema del solare FV è che, mentre ha costi operativi quasi nulli, ha invece un costo dell’investimento iniziale relativamente alto; un fattore che frena il dispiegarsi del suo potenziale anche nelle aree più povere del mondo, che è quello di portare l’elettricità a quegli 1,2 miliardi di persone che ancora non vi hanno accesso.

Come superare il problema del costo d’investimento

Per questo motivo è molto utile conoscere tutti i business model e i meccanismi finanziari che permettono di sfruttare questa soluzione tecnologica in grado di garantire l’accesso all’elettricità con una fonte pulita (si veda il caso del FV a scheda prepagata).

Esperienze molto interessanti per aggirare il problema dell’investimento iniziale sono state fatte nel mercato del FV statunitense, con modelli di third part ownership, di crowdfounding (si veda il caso Mosaic) e di finanziamento da parte di terzi di impianti che si ripagano con l’energia che producono. Ora e per la prima volta si avvia una ampia operazione per replicare il modello Usa nell’ambito dell’off grid africano.

Oikocredit International, società di investimento olandese, assieme al financial advisor newyorchese Persistent Energy Capital e a BBOXX Ltd, azienda britannica specializzata nel FV nei paesi in via di sviluppo, hanno lanciato un progetto che punta a raccogliere 2 miliardi di dollari nei prossimi 5 anni per finanziare il fotovoltaico in Africa nelle aree con problemi di accesso alla rete elettrica.

La cartolarizzazione

Obiettivo del progetto è rendere i piccoli impianti residenziali “asset valorizzabili”, creando contratti per migliaia di tetti da trasformare in bond da vendere agli investitori. Cioè una cartolarizzazione, o securitization in inglese, che muta i crediti in titoli da destinare al mercato.

In pratica, si anticipano i capitali per realizzare gli impianti FV, che vengono ripagati con le rate pagate dagli utenti; poi, al fine di “cartolarizzare” questi crediti si è creata una nuova società, BBOXX DEARs. Questa acquisisce i contratti dei clienti di BBOXX, cioè di quegli africani che si sono fatti installare l’impianto e che lo ripagheranno a rate, e rivende i crediti a Oikocredit.

In futuro anche in Asia

Per ora le tre aziende hanno fatto partire il loro progetto in Kenya e in Ruanda; in una seconda fase è previsto che si espanderanno anche in Nigeria e forse anche al di fuori del continente africano. Si pensa nel Pakistan.

Una prima emissione di bond in Kenya per 2.500 contratti ha permesso di raccogliere 500.000 dollari. La prossima emissione avverrà il primo marzo 2016 e si punterà a raccogliere 1,5 milioni di dollari. L’obiettivo per il 2016 è di emettere bond per un valore di 16 milioni di dollari ogni 90 giorni.

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