Il 72% degli italiani favorevole a una carbon tax internazionale

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Un sondaggio SWG diffuso oggi sulla tema dei cambiamenti climatici. Oltre il 70% è disposto a spendere di più per prodotti sostenibili, a boicottare chi fugge alle regole sulle emissioni ed è favorevole a dazi sui prodotti che provengono da nazioni che non rispettino gli accordi sul clima.

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Gli italiani – con quote che oltrepassano i due terzi dell’opinione pubblica – sono preoccupati per i cambiamenti climatici, per le emissioni di gas serra, per l’innalzamento della temperatura della superficie terrestre. Problemi su cui, quasi la metà del Paese, esprime addirittura un livello di apprensione molto alto.

Il dato emerge da un sondaggio SWG sul tema pubblicato oggi (allegato in basso). “Il tema ambientale – commentano gli analisti –  nel corso degli ultimi 10 anni, è assurto a valore di primo livello e, oggi, sta incidendo sul modo di pensare e agire delle persone.” “Se un tempo, la partita sul clima era argomento delegato ai governi (e al comportamento degli altri), oggi è sempre di più un tema di azione individuale, un aspetto su cui tutti, e in modo concreto, devono impegnarsi”, si rimarca.

Pronti a colpire chi non combatte il global warming

Dalle risposte infatti emerge che circa tre quarti degli italiani sono pronti ad accettare tassazioni su base ambientale e a boicottare le aziende che inquinano o che delocalizzano per sfuggire alle norme sulle emissioni.

Alla domanda “I cittadini devono boicottare i prodotti che provengono da Paesi che inquinano di più o che non rispettano gli accordi internazionali sul clima” ad esempio il 73% risponde in maniera positiva.

Stessa percentuale favorevole a boicottare le aziende che delocaizzano per aggirare le regole sulle emissioni.

Favorevoli ad una carbon tax internazionale

Il 72% degli intervistati, emerge dal sondaggio, si dice favorevole “al  fatto che l’Europa introduca dazi sulle merci provenienti dai Paesi che inquinano di più o che non rispettano gli accordi internazionali sulle emissioni di agenti inquinanti”. Cioè quasi tre quarti degli italiani approverebbero una misura che da come descritta nella domanda è una sorta di carbon tax internazionale.

Disposti a spendere di più per prodotti sostenibili

Il 78% degli italiani mostra SWG è a favore di certificazioni che contraddistinguano i prodotti più sostenibili per clima e ambiente. Il 70% si dichiara disposto a spendere di più per acquistare prodotti da aziende certificate per il loro basso impatto ambientale.

“Ecologia integrale”

“Quella che si sta sviluppando nel nostro Paese – commentano da SWG – per dirla con le parole del filosofo francese Edgar Morin, è una forma di ecologia integrale. Un’ecologia che non è né integralista, né militante. Non intende convertire le persone al culto della Terra, ma è consapevole del valore strategico (totale e integrale) dell’ecologia per le nostre vite, la nostra civiltà, i nostri modi d’agire, i nostri figli, il nostro futuro. Un’ecologia profondamente critica sia con il paradigma del profitto sia con la subalternità esasperata alla tecno-economia”.

Un messaggio alla politica

Dal sondaggio anche un messaggio alla politica: questa ecologia integrale, sottolineano gli analisti “non è più disposta a fare sconti ai governi e agli interessi delle multinazionali, che non vuole più cedere al ricatto lavoro contro ambiente, ma pretende dai leader un atteggiamento propulsivo nel progettare e costruire un nuovo paradigma ecologico dello sviluppo e dell’economia.”

La paura più sentita al mondo, ma non in Europa

Un’altra ricerca di cui abbiamo parlato di recente, compiuta dal Pew Research Center a luglio scorso, era emerso come il il cambiamento climatico sia a livello mondiale sia la preoccupazione più grande, specie nei Paesi più vulnerabili come quelli dell’Africa sub-sahariana, dell’Asia e dell’America Latina.

Dove i timori per il clima sono relativamente bassi, però, mostrava la ricerca è in Europa: anche se il 42% degli europei è “molto preoccupato” per il clima, la questione non è tra le prime due citate in nessuna delle nazioni europee. Agli estremi abbiamo la Spagna, con il 59% degli intervistati “molto preoccupati” e la Polonia – ricordiamo fortemente dipendente dal carbone e da sempre ostile a politiche di riduzione delle emissioni – dove la percentuale si ferma al 14%.

I risultati sel sondaggio SWG (pdf)

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