Fotovoltaico italiano, per E&Y ripresa all’orizzonte: 1,6 GW/anno al 2020

Dai 385 MW di installazioni annuali dell'anno scorso, il fotovoltaico italiano arriverà a oltre 1,6 GW nel 2020, dando lavoro a circa 27mila persone, quasi il doppio degli occupati attuali. Anche a livello europeo il settore sarà in ripresa, ma i dazi sul FV cinese appena prorogati sono un freno.

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Il declino del fotovoltaico in Italia sta per finire. Dal minimo storico degli ultimi 6 anni, raggiunto nel 2014 con 385 MW installati, il volume del mercato delle nuove installazioni in 5 anni dovrebbe più che quadruplicare arrivando a oltre 1,6 GW all’anno nel 2020, e gli occupati quasi raddoppieranno.

Anche nel resto d’Europa si prevede una crescita, seppur a ritmi rallentati rispetto agli anni scorsi e che sarebbero più sostenuti senza i dazi sui prodotti cinesi, che la Commissione ha provvisoriamente prorogato per altri 15 mesi.

Una scelta contestabile, quella della proroga delle misure anti-dumping sul FV Made in China, anche alla luce di un altro dato: l’86% delle ricadute positive del FV per l’occupazione e l’83% di quelle per il valore aggiunto è legato alla parte downstream della filiera, danneggiata dalle misure protezionistiche.

La previsione e i dati sull’occupazione arrivano dal nuovo report “Solar PV Jobs & Value Added in Europe” commissionato a Ernst & Young, dall’associazione del FV europeo SolarPower Europe, già nota come EPIA (allegato in basso).

La parabola discendente del fotovoltaico italiano

Lo studio ricorda come il FV nel nostro Paese ha registrato nel 2014 i dati peggiori da 6 anni con un valore aggiunto di 541 milioni di euro, contro ad esempio gli 816 milioni di euro del 2008: un installato di 385 MW, contro i 432 MW di 6 anni prima e un totale di 14.304 occupati contro gli 18.052 registrati al tempo.

Il 2015 non sta andando molto meglio: come sappiamo dai dati Gaudì – Terna, da gennaio ad ottobre 2015 in Italia si sono installati 244,68 MW di nuova potenza da fotovoltaico, soprattutto grazie agli impianti di piccola taglia sostenuti dalle detrazioni fiscali (che la legge di Stabilità in fase di approvazione proroga anche per il 2016). QualEnergia.it stima che a fine anno si saranno installati circa 300 MW.

Installato e occupazione in ripresa nei prossimi 5 anni

La parabola discendente italiana dovuta principalmente al venir meno degli incentivi, secondo il report, è però destinata a una netta inversione di tendenza nei prossimi anni. Nel 2020, sostiene E&Y (vedi grafici e tabelle sotto), il valore aggiunto sarà di 1.060 milioni di euro, gli occupati 26.903 e la nuova capacità annuale installata 1.650 MW (che porteranno il totale a 25.613 MW). Numeri piuttosto ottimistici, che secondo diversi esperti italiani presenti anche nel workshop di QualEnergia.it del 2 dicembre (a breve lo Speciale), saranno comunque molto legati all’evoluzione dell’assetto normativo e regolatorio nazionale.

I dati e le previsioni per l’UE

A livello europeo, i lavoratori impiegati nel FV sono scesi dai 178.879 del 2008 ai 109.650 dell’anno scorso. Sono previsti in recupero a 136.096 nel 2020. Discorso analogo per il valore aggiunto, che dopo essersi contratto da 10.044 a 5.662 milioni di euro risalirà a 6.671 milioni di euro, mentre la capacità installata annua proseguirà il trend di crescita: 5.158 MW nel 2008, 6.575 MW nel 2014 e 10.725 MW nel 2020 (quando il totale dei 28 paesi dell’UE sarà di 138.907 MW).

Come si vede, solo due Paesi, Francia e Regno Unito, hanno un mercato annuale superiore a quello che aveva l’Italia nel 2008, ma, come detto, la crescita anche se a ritmi più lenti riprenderà per tutti nel periodo 2016-2020.

Senza dazi sul fotovoltaico cinese 54.000 posti di lavoro in più

La crescita del FV europeo, evidenzia lo studio, sarebbe più consistente senza i dazi contro i prodotti fabbricati in Cina, che sabato la Commissione ha prorogato per 15 mesi. L’eliminazione delle misure anti-dumping e anti-sovvenzioni su celle e moduli cinesi, si spiega, consentirebbe al prezzo degli impianti (calato del 70% dal 2008 al 2014) di scendere più velocemente, portando a una maggiore crescita dell’installato e degli occupati.

Nel 2014, l’86% degli occupati europei nel FV era dovuto alla parte a valle della filiera (progettazione, installazione, vendita, manutenzione, ecc.), oggi la più danneggiata dalle misure protezionistiche che tengono i prezzi artificialmente alti.

Senza dazi, stima Ernst & Young, gli occupati nel FV europeo arriverebbero nel 2020 a superare i 190.000, dunque oltre 54.000 posti di lavoro in più rispetto ad un scenario in cui restino le attuali misure protezionistiche.

Il report “Solar PV Jobs & Value Added in Europe” di Ernst & Young (pdf)

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