Riforma tariffe elettriche, approvata la delibera: ecco come cambia la bolletta

L'Autorità per l'Energia è rimasta fedele all'impostazione delineata nell'ultimo dco. Vediamo come saranno le nuove tariffe per i clienti domestici in vigore dal 2018, quali cambiamenti saranno introdotti dal primo gennaio 2016 e quali dal 2017. La delibera e una rapida analisi.

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Dopo una lunga consultazione e due documenti di consultazione (dco), l’Autorità per l’Energia ha varato, con delibera 582/2015/R/eel (allegato in basso), la versione definitiva della riforma delle tariffe elettriche per i clienti domestici. Il Regolatore, nonostante le accese critiche di ambientalisti, mondo delle rinnovabili e consumatori, è rimasto fedele all’impostazione delineata nell’ultimo documento di consultazione optando per l’ipotesi di rimodulazione già indicata come preferibile in quel documento, nota come TD.

Aggiornamento. Si veda anche:

Come sappiamo, la riforma, introdotta dalla direttiva europea 27/2012 sull’efficienza energetica, recepita in Italia dal decreto legislativo n. 102/14 che stabilisce che sia l’Autorità ad attuarla, prevede che gradualmente venga superata l’attuale struttura progressiva delle tariffe di rete e per gli oneri generali di sistema, cioè prevede che il costo unitario del kWh non cresca più per scaglioni all’aumentare dei prelievi come avviene ora.

Così la nuova tariffa non progressiva

A regime, quindi dal 2018, secondo la riforma, per i servizi di rete viene definita una struttura tariffaria non progressiva, uguale per tutti i clienti domestici, impostata in base al criterio dell’aderenza ai costi dei diversi servizi:

  • i costi di misura, commercializzazione e distribuzione verranno coperti in quota fissa pro-cliente (€/anno) e in quota potenza (€/kW/anno);
  • i costi di trasmissione in quota energia (c€/kWh).

Per la tariffa per gli oneri di sistema si mantiene invece una differenziazione tra:

  • clienti residenti, ai quali viene applicata tutta in quota energia come oggi, cioè in c€ per kWh prelevato;
  • e non residenti, ai quali viene applicata sia in quota fissa, sia in quota energia.

Nel complesso tre quarti del gettito per gli oneri (per residenti e non residenti insieme) deriverà comunque dalle quote energia.

In sintesi, come si legge anche nel comunicato dell’Aeegsi (allegato in basso) , dal 1° gennaio 2018, la tariffa di rete (cioè i costi pagati per la trasmissione, distribuzione e misura dell’energia elettrica) e la tariffa per gli oneri di sistema (cioè i costi per sostenere attività di interesse generale per il sistema elettrico), in totale oltre il 40% della bolletta, saranno uguali per tutti e per ogni livello di consumo.

Più facile cambiare la potenza impegnata

Verranno introdotti livelli di potenza con un ‘passo’ più fitto rispetto all’attuale, in modo da aumentare la possibilità per il cliente di scegliere quello ottimale per le proprie esigenze: con potenze modulabili in aumento o in riduzione di 0,5 kW fino a 6 kW, e di 1 kW da 6 kW fino a 10 kW.

Contestualmente ci sarà l’azzeramento transitorio dei costi per il cambio di livello (che passano da 30 a 0 euro) e, per scegliere meglio, verranno messi a disposizione i dati storici sulla massima potenza prelevata mensilmente.

Cosa cambia dal 1° gennaio 2016

Dal prossimo primo gennaio 2016 rimane invariata la struttura tariffaria a scaglioni ma, solo per le tariffe per i servizi di rete, viene effettuato un primo intervento teso a ‘smorzare’ l’effetto di progressività ai consumi e ad aumentare le quote fisse (per punto e per potenza), riducendo di almeno il 25% l’entità del sussidio incrociato oggi esistente (per cui chi consuma di più paga in parte per chi ha prelievi più bassi).

Viene inoltre avviata la raccolta e la messa a disposizione dei clienti dei dati relativi ai valori di potenza massima prelevata.

Cosa cambia dal 2017

Dal 1° gennaio 2017 ci sarà la piena applicazione della tariffa non progressiva per i servizi di rete e verrà effettuato il primo intervento anche sulla tariffa per gli oneri di sistema, in modo da diminuire l’effetto di progressività e limitare a 2 il numero di scaglioni di consumo annuo.

Verranno poi introdotte tutte le novità legate all’impegno di potenza, con l’offerta di un maggior numero di livelli tra cui scegliere. Dal 1° gennaio 2018 la riforma sarà a regime, applicando la piena struttura non progressiva anche alla tariffa per gli oneri generali di sistema.

Tariffa D1 per pompe di calore prorogata

In coerenza con il percorso di gradualità e in parallelo alla riforma, verrà prolungata al 2016 la sperimentazione dell’attuale tariffa volontaria per le pompe di calore, consultando la possibilità di una sua estensione ad altri clienti domestici.

Bonus per indigenti rafforzato

Con la riforma nel 2016 viene previsto il potenziamento automatico del bonus sociale da parte dell’Autorità, in modo che per le famiglie a basso reddito che ne hanno diritto già dal prossimo anno non ci sia alcun aggravio di spesa, mantenendo allo stesso tempo la propria agevolazione.

A regime, per neutralizzare ogni effetto, la stessa Autorità ha segnalato a Governo e Parlamento l’opportunità di rafforzare stabilmente il bonus, sia in termini di intensità, portando lo sconto sulla bolletta dall’attuale 20% fino al 35% della spesa, sia con un ampliamento della platea di coloro che ne hanno diritto.

Chi ci guadagna e chi ci rimette

La tabella sotto mostra come varierà la spesa (senza considerare accise e Iva, che viene ancora pagata anche sulle accise, vedi QualEnergia.it) per le 8 tipologie di consumatori ipotizzate dall’Aeegsi con la riforma a regime, cioè dal 2018, in relazione alle tariffe attuali. Ricordiamo che oltre l’81% degli attuali utenti (circa 24 milioni) ha consumi inferiori a 2.640 kWh/anno e, dunque, per tutti questi utenti la bolletta sarebbe comunque più cara.

Come si vede, l’incremento maggiore (+117 €) si avrebbe per il cliente non residente con 3 kW di potenza e consumi bassi (900 kWh), ma anche le prime due classi (consumi tra 1.500 e 2.200 kWh) registrerebbero aggravi sensibili. Le riduzione di costo più marcate (addirittura fino a 582 € per l’utente L) si hanno invece all’aumentare di consumi e potenza impegnata.

Come cambierà la convenienza del fotovoltaico e dell’autoproduzione in genere

Resta valida l’analisi che abbiamo pubblicato dopo il secondo dco: chi produce in casa la propria energia con il fotovoltaico o un cogeneratore o semplicemente investe in misure per ridurre i consumi dalla rete andrà a rimetterci rispetto ad oggi, tranne in alcuni casi, cioè quelli in cui i prelievi dalla rete restano alti, in cui i conti miglioreranno, anche se di poco.

Ad esempio un utente residente con tariffa D2 che ha consumi medi – 3.400 kWh/anno dei quali 2.200 prelevati dalla rete e il resto ottenuti dal FV – con la riforma a regime, cioè nel 2018, vedrà il risparmio ottenibile dal fotovoltaico ridotto di oltre 100 euro all’anno, cioè quasi dimezzato.

Chi ha comunque consumi elevati e attualmente paga l’elettricità cara, perché non residente o con potenza impegnata maggiore di 3 kW (tariffa D3), sarà invece leggermente avvantaggiato: ipotizzando che consumi 4.200 kWh/anno di cui 3.000 prelevati dalla rete, vedrà il risparmio crescere di circa 40 euro.

La delibera 582/2015 (pdf)

Il comunicato stampa Aeegsi (pdf)

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