Incentivi sospesi, interrogazione denuncia “caos nel fotovoltaico ed Enel impreparata”

Il riferimento è alla sospensione degli incentivi per gli impianti per i quali non è stato comunicato l'adeguamento alle prescrizioni dell’Allegato A.70 del Codice di Rete. Un'interrogazione parlamentare M5S denuncia: "ennesimo provvedimento che mette in difficoltà il settore".

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«I proprietari di impianti fotovoltaici sono nel caos per l’ennesimo provvedimento mal programmato e mal predisposto che sta mettendo in difficoltà un settore già bistrattato e che invece dovrebbe anzi essere il fiore all’occhiello del nostro sistema di produzione energetico». Questo l’allarme che arriva da un’interrogazione al Ministero dello sviluppo economico presentata dai deputati del M5S della Commissione Attività Produttive che hanno presentato un’interrogazione che ha per primo firmatario Davide Crippa.

Ci si riferisce al fatto che il Gestore sta procedendo a sospendere l’erogazione degli incentivi, nonché l’efficacia delle convenzioni di Ritiro Dedicato e Scambio sul Posto nei confronti degli impianti di produzione di energia elettrica con potenza superiore a 6 kW, già connessi alla rete di bassa tensione ed entrati in esercizio alla data del 31 marzo 2012 e per gli impianti di potenza fino a 50 kW, già connessi alla rete di media tensione ed entrati in esercizio alla medesima data, per i quali è stato segnalato dalle imprese distributrici competenti il mancato adeguamento alle prescrizioni dell’Allegato A.70 del Codice di Rete.

L’adeguamento in oggetto, come avevamo spiegato, serve a garantire maggiore stabilità e sicurezza agli impianti con potenze superiori a 6 kW, allacciati entro il 31 marzo 2012. Per semplificare, si tratta di modifiche alla taratura dell’inverter e/o installazione di un dispositivo di interfaccia esterno. Per gli impianti più grandi i termini sono scaduti a giugno 2014, la scadenza per quelli tra i 6 e i 20 kW installati era il 30 aprile 2015, mentre quelli sotto i 6 kW sono esonerati dall’obbligo.

I titolari degli impianti interessati dalla sospensione delle convenzioni e/o dell’erogazione degli incentivi ricevono dal GSE una notifica a mezzo e-mail con i riferimenti dell’impianto e del relativo rapporto contrattuale oggetto di sospensione.

La suddetta sospensione – ricorda il GSE in una nota – non comporta alcuna decurtazione degli incentivi spettanti, fermo restando che il ripristino dell’erogazione dei corrispettivi “sospesi” potrà avvenire esclusivamente a seguito della comunicazione dell’impresa distributrice competente che attesti l’avvenuto adeguamento dell’impianto di produzione.

Le cose, però, secondo la denuncia oggetto dell’interrogazione, non starebbero andando così lisce, e anche impianti in regola rischierebbero di avere danni per ritardi nei controlli e nelle comunicazioni da parte delle imprese distributrici: «Dato che – spiega Crippa – anche quando le operazioni siano state portate a termine correttamente bisognerebbe comunque attendere il sopralluogo del proprio distributore di rete per poter vedere ripristinati gli incentivi, vorremmo sapere quali sono le tempistiche con cui Enel sta gestendo questa emergenza e se la struttura a servizio di questa attività sia idonea e strutturalmente pronta. Chiediamo quindi al ministro di verificare queste informazioni e soprattutto di agire, per ripristinare gli incentivi e dare respiro a un settore come sempre bistrattato».

In attesa della risposta ministeriale ricordiamo che per eventuali chiarimenti in merito alla sospenione degli incentivi i proprietari degli impianti possono contattare, dal lunedi al venerdi dalle ore 9 alle 18 il numero verde 800.16.16.16 (da telefono fisso) o il numero 199.20.60.20 (da telefono mobile, secondo il proprio piano tariffario).

Chi non ha adeguato impianti soggetti all’obbligo, se vuole riavere gli incentivi, dunque, deve contattare il proprio installatore per procedere. L’intervento normalmente non è tra quelli coperti dalla garanzia, dipendendo da modifiche normative che installatori e produttori non potevano prevedere.

Se chi ha installato l’impianto nel frattempo ha cessato l’attività ci si dovrà rivolgere a qualche altro professionista, che si dovrà occupare sia della parte tecnica che di quella burocratica. I costi dell’operazione, stando ai tecnici sentiti da QualEnergia.it, in media vanno dai 300 ai 500 euro a seconda della complessità dell’operazione, che dipende anche dalla marca dell’inverter.

A seguito dell’adeguamento dell’impianto, il produttore di energia, cioè il proprietario dell’impianto, deve sottoscrivere il “nuovo regolamento di esercizio” allegando una dichiarazione sostitutiva di atto notorio redatta, ai sensi del D.P.R. 445/00, da un responsabile tecnico di impresa installatrice abilitata o da un professionista iscritto all’albo professionale secondo le rispettive competenze.

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