Regioni: 10 punti per una politica comune su ricerca idrocarburi in mare

CATEGORIE:

La Conferenza delle Regioni ha approvato all'unanimità un documento sottoscritto a luglio dai rappresentanti di sei regioni italiane per condividere una politica comune su ricerca e coltivazione di idrocarburi in mare. Chiedono, in sintesi, di essere coinvolte nel processo decisionale.

ADV
image_pdfimage_print

La Conferenza delle Regioni, nella seduta del 20 ottobre, ha approvato all’unanimità il documento sottoscritto il 24 luglio scorso a Termoli dai rappresentanti di sei Regioni italiane (Abruzzo, Molise, Marche, Puglia, Calabria e Basilicata) riunite per condividere una visione e una politica comuni sul tema della ricerca e coltivazione di idrocarburi in mare (si veda anche QualEnergia.it).

Secondo i dati del Forum H2o, solo per Abruzzo e Molise, sono al momento quattro le istanze di permesso di ricerca in mare e la preoccupazione per lo sviluppo rilevante di attività estrattive in zone costiere con grande pregio storico e naturalistico e con una forte rilevanza economica ha portato le rispettive giunte a elaborare quei 10 punti che oggi, dopo l’approvazione della Conferenza Unificata, costituiscono un indirizzo politico-amministrativo comune.

  1. Le Comunità regionali si sono ritrovate in un comune sentire che avverte con grande preoccupazione lo sviluppo rilevante di attività estrattive in zone costiere caratterizzate da grande pregio, storico e naturalistico, e da una naturale vocazione verso un’economia basata sulla valorizzazione dei beni comuni e sul turismo sostenibile. La comunanza di storia, tradizione e vocazione comuni costituisce il fondamento delle politiche di sviluppo che le Comunità intendono elaborare.
  2. Le Comunità regionali intendono mantenere come propria la prerogativa di elaborare le scelte di protezione e valorizzazione delle proprie coste e del mare antistante, da intendersi come beni comuni preziosi e irrinunciabili, elaborando, d’intesa con lo Stato e nel rispetto di quanto previsto nella Costituzione e negli Statuti regionali e relative norme di attuazione, politiche in campo infrastrutturale, ambientale ed economico.
  3. Le Comunità regionali ritengono la ricerca e coltivazione di idrocarburi in mare un’attività, basata sul consumo di fonti energetiche fossili, che occorre gradualmente superare, rivolgendosi sempre più a fonti energetiche alternative, rinnovabili e con minor impatto ambientale.
  4. Le Comunità regionali ritengono essenziale e ineludibile che l’avvio e il mantenimento di attività estrattive nei tratti di mare prospicienti le coste sia concertato e condiviso con le Comunità stesse, in quanto la materia dell’energia interferisce con altri ambiti di competenza regionale quali la valorizzazione dei beni culturali e ambientali, la tutela della salute, il governo del territorio, il turismo, elaborando così un indirizzo strategico e programmatico comune. Occorre inoltre che detto indirizzo assuma dimensione europea al fine di evitare che scelte contrapposte e inconciliabili possano essere assunte da Regioni o Stati trasfrontalieri.
  5. Le Comunità regionali ritengono urgente e necessario, nell’immediato, costituire una cabina di regia a livello nazionale composta da rappresentanti delle Regioni costiere e dei competenti organi dello Stato, che elabori scelte condivise sulle aree nelle quali avviare o mantenere attività estrattive. A detta cabina di regia potranno essere affidati anche ulteriori compiti in materia di sicurezza, ambiente e salute pubblica correlati alle attività estrattive compatibilmente con il quadro normativo nazionale ed europeo.
  6. Le Comunità regionali ricordano che l’Unione europea ha approvato la strategia “Blue Growth” (Crescita Blu); una strategia a lungo termine per sostenere una crescita sostenibile nei settori marino e marittimo, e che detta strategia, in particolare, è stata precisata per la regione adriatica e ionica con l’obiettivo di promuovere una prosperità economica e sociale sostenibile nella regione, tramite la crescita e la creazione di posti di lavoro e il miglioramento della sua attrattiva, competitività e connettività, preservando al tempo stesso l’ambiente e gli ecosistemi costieri e marini. Le Comunità regionali ritengono quindi necessario che tutte le attività che interessano le aree marine e costiere debbano fare propri tali obiettivi e svilupparsi coerentemente con la strategia “Blue Growth” (Crescita Blu).
  7. Le Comunità regionali, inoltre, sollecitano:
    1. il recepimento della Direttiva 2014/89/UE che istituisce un quadro per la pianificazione dello spazio marittimo, al fine di perseguire il governo sostenibile dei vari usi delle aree marine e della fascia costiera; questa direttiva deve essere recepita entro il 18 settembre 2016;
    2. la ratifica del “Protocollo sulla gestione integrata delle zone costiere”, sottoscritto nel 2010 nell’ambito della “Convenzione di Barcellona”; al riguardo si ricorda che alcune Regioni, avendo adottato “linee guida GIZC”, hanno già aderito agli indirizzi generali del Protocollo;
    3. la riforma della legge sulle aree marine protette.
  8. Le Comunità regionali ritengono la via della condivisione e del dialogo con l’Amministrazione centrale in questa materia preferibile ad ogni altra ed in quest’ottica chiedono al Governo di aprire immediatamente un tavolo di confronto che possa poi sfociare in una cabina di regia con caratura stabile e duratura.
  9. Le Comunità regionali, al fine di qualificare anche ambientalmente le attività e i procedimenti amministrativi, ritengono necessaria l’istituzione di momenti di confronto e di cabine di regia stabili e duraturi sulla ricerca e coltivazione di idrocarburi in mare con i Ministeri competenti per individuare e definire le condizioni di sicurezza di tali attività, le tecniche innovative di valutazione del rischio e di monitoraggio, le modalità di comunicazione atte a garantire l’informazione e la trasparenza di tali attività.
  10. Qualora la condivisione e il dialogo non vengano consentiti, le Comunità regionali faranno ricorso a tutti i mezzi previsti o consentiti dell’ordinamento italiano, europeo e internazionale.

Le Comunità regionali si riuniranno periodicamente fino a quando gli indirizzi e gli obiettivi sopra elencati non saranno compiutamente realizzati e invitano tutte le Regioni costiere europee ad aderire, nell’auspicio che la presente dichiarazione possa divenire un momento di riflessione e di condivisione di politiche comuni nel più ampio contesto dell’Unione Europea.

ADV
×