Rinnovabili non FV, scatto indietro del contatore

Stando all'ultimo aggiornamento del contatore degli incentivi alle rinnovabili elettriche non fotovoltaiche, notificato ieri dal GSE, il tetto dei 5,8 miliardi di € si allontana di 23 milioni. Resta comunque vicino: quali rischi ci sono di sforarlo?

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Passo indietro per il costo degli incentivi riconosciuti agli impianti alimentati da fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico. L’aggiornamento al 31 agosto del contatore del Gse, pubblicato ieri infatti, segna un costo indicativo cumulato annuo pari a 5,713 miliardi di euro, valore inferiore di 23 milioni rispetto a quanto contabilizzato al 31 luglio.

Mancano dunque 87 milioni al tetto dei 5,8 miliardi, superato il quale gli incentivi cessano. Il tetto è mantenuto anche dal nuovo decreto, attualmente all’esame della Conferenza Stato-Regioni, ma si allontanerà sensibilmente con il nuovo metodo di calcolo che questo introduce, metodo che farà camminare all’indietro il contatore di diverse centinaia di milioni.

Oggi, infatti, il contatore si basa su una somma del costo potenziale degli incentivi, con il nuovo metodo invece il costo degli impianti vincitori di aste e registri non verrà più attribuito alla data di svolgimento del registro ma alla (presunta) data di entrata in esercizio delle iniziative. Per questo si libereranno oltre 400 milioni riferiti ad impianti che, pur avendo ottenuto il diritto all’incentivazione con aste e registri, non sono stati realizzati.

Nella maggior parte degli scenari sviluppati dagli analisti di eLeMeNS il picco di spesa del contatore non supererebbe il limite di 5,8 miliardi, facendo giungere il nuovo decreto alla naturale scadenza di fine 2016.

Un piccolo rischio di sforare i tetto – ci spiegava l’analista Tommaso Barbetti in una recente intervista – potrebbe esserci se il nuovo decreto tardasse di molto ad entrare in vigore. Il tetto di spesa potrebbe essere cioè raggiunto prima che si passi al nuovo metodo di calcolo. Se ciò dovesse accadere non è che si fermino gli incentivi: al massimo ci potrebbe essere un brevissimo stop and go e si dovrebbe fare un piccolo aggiornamento al nuovo decreto. Le conseguenze più gravi potrebbero essere psicologiche: se non informati adeguatamente gli investitori potrebbero andare nel panico qualora uscisse la nota del GSE in cui si comunica il raggiungimento del tetto.

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