Riscaldarsi con legna o pellet: come scegliere l’apparecchio più adatto

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In Itallia si è riscoperto il caminetto, la stufa o la caldaia a biomasse come un'alternativa per risparmiare: con una stufa o una caldaia a legna o a pellet si può ridurre la spesa fino al 50%. Una breve panoramica sulle soluzioni disponibili, vantaggi e svantaggi, prezzi ed incentivi in vigore.

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In Italia il 21,4% delle famiglie fa uso di legna a fini energetici. Se ne consumano quasi 20 milioni di tonnellate. Altro combustibile legnoso utilizzato è il pellet. Le famiglie che lo utilizzano sono quasi il 5%. Nel nostro Paese si è riscoperto il caminetto, la stufa o la caldaia a biomasse come un’alternativa per risparmiare sui costi di riscaldamento. Si può ridurre la spesa fino al 50% rispetto ai combustibili tradizionali.

Alla notevole crescita di questo mercato (2 milioni di nuovi apparecchi negli ultimi anni) ha contribuito la produzione nazionale di stufe, termocaminetti e caldaie, spesso tecnologie efficienti e all’avanguardia con ottimi sistemi di controllo della combustione. Legna o pellet vengono utilizzati in dispositivi per il riscaldamento “diretto” degli ambienti oppure mediante il riscaldamento “indiretto” attraverso un fluido termovettore (solitamente acqua). Per il riscaldamento “diretto” si utilizza una stufa o un caminetto posizionati all’interno dei locali da climatizzare, in modo da riscaldare direttamente l’aria (a convezione) o l’ambiente circostante (a irraggiamento). Può essere la giusta soluzione per un bilocale o un piccolo appartamento. Per il riscaldamento “indiretto” si utilizzano invece dispositivi dotati di caldaia che preriscaldano un fluido (generalmente acqua) da inviare nell’impianto di distribuzione dell’edificio (radiatori, ventilconvettori, pavimento radiante, ecc.). Questi apparecchi vengono alloggiati solitamente fuori dall’abitazione da riscaldare, in un adeguato locale caldaia.

Visto che non esiste mai un’unica soluzione è opportuno, valutando i diversi pregi e difetti, considerare le esigenze dell’utente finale e delle caratteristiche dell’abitazione. In commercio le stufe ad aria a legno e a pellet hanno potenze che vanno dai 5 ai 15 kW. Con una potenza di 7 kW, ad esempio, è possibile riscaldare una abitazione dell’Italia centro-settentrionale con isolamento medio e superficie di circa 70 mq.

Per le ‘stufe idro’ le potenze hanno una gamma che in genere va dai 12 a oltre 25 kW. Le caldaie vengono utilizzate in edifici che richiedono una potenza termica fino a 50-60 kW. L’installazione deve essere sempre effettuata da una ditta specializzata che deve rilasciare apposita certificazione a fine lavori. Per le caldaie è necessario un progetto redatto da un tecnico abilitato.

Una soluzione particolare nel riscaldamento a legna è quella dei sistemi ad accumulo inerziale di calore. Stufe e camini possono immagazzinare nella loro massa il calore sviluppato durante la combustione per poi rilasciarlo gradualmente durante molte anche quando il fuoco è spento (l’accensione una volta o due al giorno). L’esempio è la stufa ad accumulo di tipo tirolese, nota soprattutto nella versione classica in maiolica. L’investimento in genere è superiore ad una stufa normale, ma ha diversi vantaggi in termini di efficienza, vita utile dell’impianto, comodità e qualità del calore.

I prezzi dei dispositivi sono molto variabili. A livello puramente indicativo possiamo dire che i più economici sono i caminetti e le stufe a legna funzionanti per convezione. Hanno spesso un costo contenuto che varia da poche centinaia di euro fino a 3.500-4.500 € per macchine più elaborate. I dispositivi a pellet sono un po’ più complessi: i costi base tendono a salire, ma rimanendo al di sotto dei 3.500-4.500 € anche per quelli più sofisticati. Le stufe ad accumulo termico, costruite in loco, hanno costi più elevati attestandosi indicativamente attorno agli 8.000 € per stufe da circa 1000 kg e fino a 15.000 € per stufe da 2500 kg. Le caldaie a legna in pezzi o a pellet possono avere dei costi che si aggirano da circa 1.500-2.000 € per le caldaie meno elaborate, fino a circa 11.000-12.000 € per caldaie più robuste e sofisticate.

La manutenzione della stufa-caminetto-caldaia è un’operazione abbastanza semplice. Prima della stagione invernale è tassativamente necessario provvedere, oltre alla corretta pulizia del camino, anche del controllo e della pulizia approfondita del generatore di calore da parte di personale specializzato.

Gli incentivi previsti per i dispositivi di combustione delle biomasse sono fondamentalmente dati dagli sgravi fiscali del 50% (ristrutturazione edifici) e del 65% (ristrutturazione per risparmio energetico) della spesa sostenuta. Le detrazioni sono distribuite su un periodo di 10 anni. In alternativa c’è il conto termico, un contributo variabile in base alla zona climatica e alla potenza installata: è erogato in 2 anni.

In base agli attuali prezzo del combustibile, una stufa a pellet o a legna nel corso di un anno può tagliare le spese per il riscaldamento in maniera significativa (dai 200 ai 1300 € a secondo del tipo di combustibile sostituito). I benefici economici sono da ricondursi ad un costo inferiore dell’energia della biomassa (calcolata in kWh termici) rispetto ad altri combustibili. Molto più conveniente è la sostituzione di un generatore di calore a gasolio o gpl con uno a biomassa. I tempi di ritorno dell’investimento possono essere di anche soli 5-6 anni.

Se si sceglie il pellet (ce si può acquistare sfuso o in sacchi da 15 kg) accertarsi che sia di qualità. Meglio scegliere prodotti certificati: le certificazioni che troviamo sul pellet in commercio sono Din e Din Plus, ÖNORM M7135, SN 166000 ed ENPlus.

Per approfondire l’argomento vi rimandiamo al nostro speciale tecnico “Riscaldarsi con il pellet e con la legna”

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