“Solare, solare dappertutto”: lo scenario energetico al 2040 secondo Bloomberg

Si prevede che il costo degli impianti fotovoltaici cali del 48% e quello dei parchi eolici del 32%. Al 2040 le rinnovabili produrranno quasi la metà dell'elettricità mondiale. Il boom si avrà soprattutto per il FV su tetto, che coprirà il 22% dei consumi elettrici europei e il 13% di quelli mondiali.

ADV
image_pdfimage_print

Entro il 2040, il mix elettrico mondiale sarà molto diverso da come lo conosciamo ora: se adesso è dominato dalle fonti fossili, che pesano per quasi tre quarti della potenza totale, nei prossimi 25 anni il 60% circa delle nuove installazioni verranno dalle rinnovabili, portando il il contributo delle fonti no-carbon al 56% della potenza totale (vedi grafico sotto). A crescere più di tutti sarà il fotovoltaico, soprattutto su tetto. Le fonti pulite saranno spinte dalla loro convenienza economica, alla luce dei forti cali dei prezzi previsti.

Ma il cambiamento non sarà abbastanza rapido da consentire la decarbonizzazione necessaria per affrontare la sfida clima: le fossili – per l’inerzia insita nel settore elettrico e le riserve a basso prezzo presenti in diversi mercati – continueranno ad avere un peso troppo grande, anche se come visto quasi dimezzato rispetto all’attuale. È questo in estrema sintesi il futuro dell’energia per come lo vede Bloomberg New Energy Finance (BNEF) nel suo nuovo New Energy Outlook.

Come detto, l’accelerazione delle fonti pulite secondo BNEF è destinata a continuare: peseranno per quasi il 60% dei 9.786 GW di nuova potenza che saranno installati nei prossimi 25 anni e per due terzi dei 12.200 miliardi di dollari che si investiranno. Le rinnovabili al 2040 incideranno per il 46% della produzione mondiale, quelle non programmabili passeranno dall’attuale 5% al 30%.

Le fossili manterranno comunque una bella fetta, con il 44% della produzione, cosa che farà aumentare nel complesso del 13% le emissioni mondiali.

Sole e vento, si prevede, saranno sempre spesso l’opzione più economica anche senza incentivi: entro il 2014 i costi totali dei progetti eolici, secondo BNEF, caleranno del 32% e quelli degli impianti FV del 48%. L’eolico, che già ora in vari contesti batte le fossili più economiche, entro il 2026 vincerà ovunque, mentre per il FV utility-scale il sorpasso assoluto arriverà al 2030.

Nei Paesi OCSE le rinnovabili entro 25 anni, si stima, peseranno per il 54% di tutta la potenza elettrica, mentre ora sono a circa un terzo. A proliferare nei Paesi sviluppati sarà soprattutto il fotovoltaico di piccola taglia: si prevedono 882 GW di nuova potenza nei prossimi 25 anni.

La maggior parte della nuova potenza elettrica verrà però connessa nei Paesi in via di sviluppo: nei non-OCSE in 25 anni si connetteranno 7.460 GW, dei quali circa metà da rinnovabili, per circa l’80% degli investimenti mondiali. Qui il carbone continuerà ad avere un ruolo importante e, in quanto a nuova potenza installata, se la giocherà testa a testa con il FV utility-scale

A livello mondiale il FV, secondo BNEF, peserà per il 35% della nuova potenza, con 3.429 GW e circa 3.700 miliardi di dollari di investimenti da qui al 2040. Il vero boom sarà per gli impianti su tetto: il solare a breve sarà in socket parity – cioè più conveniente rispetto all’elettricità al dettaglio – praticamente ovunque e costituirà anche un’alternativa più economica ai generatori diesel laddove la rete non arriva. Il FV di piccola taglia al 2040, secondo BNEF, coprirà circa il 13% della domanda elettrica mondiale e il 22% di quella europea.

La crescita dei consumi a livello mondiale si prevede che rallenterà. Diminuirà la domanda elettrica nei paesi OCSE.

ADV
×