Solare termico, un pessimo 2014: l’Italia è ferma all’11% del suo obiettivo 2020

Il mercato nazionale si è contratto del 25% dal 2013 al 2014, secondo Estif. Anche a livello europeo le cose non sono andate bene con un calo complessivo del 7%, nonostante le buone performance di mercati come Grecia, Spagna e Danimarca. Grandi potenzialità sono in impianti commerciali, per l'industria e per il teleriscaldamento.

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Nel 2014 il mercato europeo del solare termico si è ristretto del 7% in quanto a nuove installazioni e in Italia addirittura del 25% sull’anno precedente. Anche in Germania, il mercato più importante, le installazioni sono andate male, facendo registrare il terzo anno consecutivo di calo, con una contrazione del 12%. A pesare ci sono diversi fattori: crisi economica e dell’edilizia, prezzi bassi del gas e meccanismi incentivanti in alcuni casi non sufficientemente attraenti o più generosi con altre tecnologie concorrenti.

È quanto emerge dal nuovo report di Estif, l’associazione europea del solare termico (allegato in basso). Nel 2014, si legge, il totale di potenza cumulativa installata nell’UE 28 + Svizzera è cresciuto solo del 5,3% (vedi grafico sotto).

Per come stanno andando le cose – commenta il presidente dell’associazione Robin Welling – gli obiettivi sul solare termico per il 2020 contenuti nei vari piani nazionali saranno mancati di molto: di circa il 41-45%.

Per crescere il solare termico deve andare oltre alla classica installazione per ACS sulla villetta monofamiliare: “Vediamo invece sviluppi positivi per il commerciale, l’industriale, il teleriscaldamento – commenta Welling – Questi segmenti sono ancora relativamente marginali rispetto al residenziale, ma la loro rapida crescita conferma il loro enorme potenziale”.

Non mancano nel 2014 mercati in cui il solare termico è cresciuto molto: in Grecia le nuove installazioni sono cresciute de 19%, soprattutto grazie ad investimenti fatti nelle strutture turistiche, in Spagna del 10% soprattutto per le performance dell’Andalusia, unica regione con incentivi e che ha raddoppiato il mercato. Notevole anche la crescita in Danimarca, paese in cui il 95% delle nuove installazioni è avvenuto in impianti di teleriscaldamento.

Qui sotto una sintesi dei dati dei vari Paesi per quanto riguarda la potenza totale pro-capite (ogni 1000 abitanti), e un grafico sull’andamento annuale dell’installato pro-capite.

In Italia, come anticipato, c’è stata una forte contrazione, con il nuovo installato ridotto di un quarto rispetto al 2013 (vedi grafico). Estif cita la crisi e i “colli di bottiglia nell’accesso agli incentivi”, tra i fattori che hanno portato la nuova potenza a scendere fino a 188 MWt, ossia 268.500 metri quadri di collettori.

Al momento, rileva Estif, l’Italia è solo all’11% del suo obiettivo nazionale 2020 per questa tecnologia così come tracciato nel Piano nazionale per le rinnovabili.

Il report Estif (pdf, 8,1 MB)

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