La Germania e l’obiettivo 100% rinnovabili

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In Germania sono molte le realtà, dalle piccole comunità rurali alle grandi città, che vogliono rendersi indipendenti dai combustibili fossili. Nel 2007 è stata creata una rete delle istituzioni con l’obiettivo “100% rinnovabili”, nel 2014 erano ben 140 le comunità aderenti alla rete. E il Paese potrebbe puntare al 100% elettrico anche a livello nazionale.

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Nel Nord della Germania c’è una regione, lo Schleswig-Holstein, la cui produzione eolica nel 2014 ha eguagliato i kWh consumati. Un obiettivo simbolico, raggiunto esportando parte dell’energia generata col vento e utilizzando ancora centrali convenzionali. Quando, solo otto anni fa, l’eolico copriva il 30% dei consumi di questo Land, il risultato veniva citato come esempio del formidabile successo delle rinnovabili. Ma il tempo corre e ormai si ritiene ragionevole e praticabile puntare a soddisfare la totalità dei fabbisogni elettrici o energetici di città, regioni, interi paesi. Lo stesso Schleswig-Holstein punta nel 2025 ad una produzione elettrica da rinnovabili tripla rispetto ai consumi.

In Germania sono molte le realtà, dalle piccole comunità rurali alle grandi città, che vogliono rendersi indipendenti dai combustibili fossili. Nel 2007 è stata creata una rete delle istituzioni con l’obiettivo “100% rinnovabili” che ogni anno a si riunisce Kassel per confrontare le esperienze e i passi in avanti compiuti. Nel 2014 erano ben 140 le comunità aderenti alla rete.

Ma come può un grande centro urbano mirare ad un obiettivo così ambizioso? Prendiamo il caso di Francoforte, che da tempo ha avviato politiche energetiche incisive: tra il 1990 e il 2012, con un’economia cresciuta del 50%, le emissioni climalteranti sono infatti calate del 15% consentendo un risparmio di 100 milioni €.

L’Agenzia energetica della città sta ora mettendo a punto, attraverso un processo partecipativo, una strategia che mira ad uscire dai fossili dimezzando i consumi e garantendo che metà della domanda elettrica sia soddisfatta con le rinnovabili nell’area urbana e l’altra metà con tecnologie verdi installate nelle zone circostanti, connesse in Virtual Power Plants.

Analoghe analisi sono state fatte a livello nazionale. Il Comitato consultivo per l’ambiente del governo tedesco ha elaborato uno studio, pubblicato nel 2011, che valutava tecnicamente ed economicamente fattibile il soddisfacimento del 100% della domanda elettrica del paese con le rinnovabili entro il 2050 (vedi qui studio, pdf).

Ovviamente, in questi scenari si prevede un utilizzo intelligente di sistemi di accumulo giornalieri, settimanali e stagionali. In realtà, la quota di rinnovabili non programmabili gestibile dalla rete è maggiore rispetto a quanto si credeva qualche anno fa.  Attualmente, in Germania sole e vento soddisfano il 13% della domanda elettrica (28% contando anche le altre fonti rinnovabili); il fotovoltaico e l’eolico potrebbero raggiungere il 25% dei consumi con una perdita ridotta a solo l’1%, mentre arrivando al 33% la produzione da accumulare sarebbe pari al 5%5. 

Dunque c’è un ampio spazio di manovra in attesa che si arrivi a percentuali di sole e vento così elevate da richiedere l’attivazione di accumuli stagionali, con la produzione di idrogeno da usare poi direttamente o trasformato in metano.

Questo articolo è un estratto dal nuovo libro di Gianni Silvestrini, “2 °C. Innovazioni radicali per vincere la sfida del clima e trasformare l’economia”, Edizioni Ambiente, febbraio 2015.

www.duegradi.it è il sito dedicato al libro. L’estratto è stato pubblicato con il consenso della casa editrice.

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