In Italia in 10 anni le rinnovabili non programmabili fino al 90% della domanda oraria

Quasi tutta la nuova potenza che si installerà da qui al 2025 in Europa verrà da fotovoltaico ed eolico, in crescita rispettivamente del 60 e 80%. Lo prevede Entso-E, l'associazione europea degli operatori di rete. In calo fossili e nucleare. Le rinnovabili non programmabili in 8 Stati saranno in grado di coprire fino al 100% del carico orario. In Italia fino al 90%.

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Gli operatori delle reti europee vedono un futuro prossimo con una sempre maggiore penetrazione delle energie rinnovabili, che impone di rendere i sistemi elettrici più interconnessi e flessibili. Mentre la potenza da fossili sarà in calo, infatti, quasi tutta la nuova capacità installata da qui al 2025 verrà da fonti non programmabili come eolico e solare: al 2025 le rinnovabili non programmabili saranno in grado di coprire oltre il 50% della potenza oraria in 22 Paesi europei, mentre in 8 potranno arrivare a coprire (in certi periodi) il 100% del carico richiesto e in Italia quasi il 90%.

È quanto emerge dall’edizione 2015 dello “Scenario Outlook & Adequacy Forecast” dell’associazione degli operatori dei sistemi di trasporto elettrico europeo, Entso-E (allegato in basso).

Un outlook basato su una domanda prevista in crescita dello 0,8% l’anno nel periodo considerato grazie ad una graduale elettrificazione dei settori riscaldamento e trasporti e alla ipotizzata ripresa economica. Una stima, si precisa, basata sulle previsioni più alte degli operatori di rete nazionali che non necessariamente sono però le più probabili.

Entso-E stima tra il 2016 e il 2025 un incremento della capacità da rinnovabili europea da 413-419 GW (a seconda dei due scenari considerati) fino a 518-604 GW, con una tappa intermedia di 467-503 GW nel 2020. L’incremento sarà attribuibile quasi esclusivamente a eolico (+80%) e solare (+60%), poiché l’idro resterà praticamente stazionario e le biomasse e le altre rinnovabili saranno marginali.

Le fossili, di contro, scenderanno nel decennio da 399-400 a 344-365 GW a seguito della chiusura di centrali a carbone (in calo del 2,77-3,54% l’anno), a lignite (giù del 2,69-2,78% l’anno) e a olio (-7,21% l’anno). Il gas, invece, resterà sostanzialmente stabile con una variazione annua stimata tra -0,16% e +1,13 (in quest’ultimo caso si tratterebbe di appena 22 nuovi GW).

In calo anche il nucleare, da 122-124 a 103-106 GW, per via delle chiusure previste in Germania (-8,1 GW), Francia (-6,3 GW), Regno Unito (-2,6 GW) e Belgio (-2 GW) che non saranno compensate dalle unità che entreranno in funzione in Lituania (+1,3 GW), Finlandia (+1,2 GW), Ungheria (+1,1 GW), Romania (+0,7 GW) e Slovacchia (+0,5 GW). Tutti fattori che hanno portato Entso-E a tagliare del 9% la previsione sulla potenza atomica al 2025 rispetto all’edizione dell’anno scorso.

Tirando le somme ben il 94% della nuova potenza installata nei prossimi 10 anni verrà da impianti a fonti non dispacciabili: 137 GW conto i 9 che saranno aggiunti con impianti flessibili e programmabili.

Al 2025, si stima, in 22 Paesi le rinnovabili non programmabili saranno in grado di coprire più del 50% del carico orario, in 8 Stati arriveranno al 100%, mentre in Italia si fermeranno a circa il 90% (si veda grafico sotto).

In questa situazione, Entso-E avverte che tra il 2016 e il 2025 sempre più Paesi dipenderanno dalle importazioni per mantenere l’adeguatezza delle forniture elettriche. Sarà perciò essenziale il ruolo degli scambi transfrontalieri e dei meccanismi di risposta del sistema paneuropeo.

Per quanto riguarda l’Italia, il report (basandosi sugli scenari indicati da Terna) prevede nei prossimi 10 anni una crescita della domanda elettrica dell’1% annuo, “grazie ad una moderata ripresa”. Altri, come Moody’s nel report di cui abbiamo parlato ieri, prevedono invece che il calo dei consumi continui, spinto anche dall’efficienza energetica).

La concorrenza delle rinnovabili, le incertezze sull’evoluzione della domanda, e la mancanza di segnali stabili per gli investimenti, secondo la previsione dei regolatori, faranno continuare il declino delle fonti fossili nel nostro Paese, con altre chiusure e nessuna nuova centrale, anche se “il nuovo meccanismo di remunerazione della capacità potrebbe invertire questo trend”.

Il report Entso-E (pdf, 13,4 MB)

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