In Italia emissioni in calo e dipendenza energetica ai minimi, grazie anche alle rinnovabili

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Nel 2014 in Italia le emissioni di CO2 per l'energia sono scese del 7% sul 2013 e nel rapporto tra energia importata e consumi siamo ai minimi dal 1990. L'anno scorso abbiamo risparmiato circa 11 miliardi in gas, petrolio e carbone dall'estero sul precedente. Merito anche della crescita delle rinnovabili, passate dal 5 al 17% dei consumi finali in 10 anni.

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Le emissioni di CO2 derivanti dall’utilizzo di combustibili fossili in Italia nel 2014 sono scese del 6,9%, da 353 a 329 milioni di tonnellate. Lo mostrano i nuovi dati diffusi da Eurostat (vedi allegato in basso). Nel nostro Paese le emissioni sono diminuite più della media UE, che segna un calo del 5% sul 2013, a 3.183 milioni di tonnellate di CO2 equivalente.

L’Italia (vedi grafico sotto) è sesta per riduzione dei gas serra. Cali più consistenti nel 2014 sono stati registrati in Slovacchia (-14,1%), Danimarca (-10,7%), Slovenia (-9,1%), Regno Unito (-8,7%) e Francia (-8,2%). Le emissioni sono scese in tutti gli Stati membri ad eccezione di Bulgaria (+7,1%), Cipro (+3,5%), Malta (+2,5%), Lituania (+2,2%), Finlandia (+0,7%) e Svezia (+0,2%).

Oltre a ridurre le emissioni, il nostro Paese sta tagliando anche l’import di energia dall’estero, dato che le fonti fossili – al contrario delle rinnovabili – sono per la quasi totalità d’importazione.

L’Italia infatti (mostra un’elaborazione del centro studi Confartigianato sull’ultimo dato Eurostat disponibile, riferito al 2013) ha raggiunto il livello di dipendenza energetica più basso dal 1990: la percentuale delle importazioni nette sul consumo interno lordo in Italia è scesa al 76,9%. Una percentuale ancora molto più alta della media europea, del 53,2% (vedi grafico sotto), ma che in 10 anni si è ridotta di oltre 7,1 punti percentuali.

Nel 2014 la riduzione della dipendenza energetica è continuata: anche se non abbiamo ancora un dato complessivo da Eurostat, sappiamo dall’Unione petrolifera che la fattura energetica è scesa di oltre 11 miliardi di euro rispetto al 2013, arrivando a 45 miliardi di euro.

A questa riduzione indubbiamente ha contribuito molto il crollo del prezzo del petrolio avvenuto nella seconda metà dell’anno, ma come per il calo delle emissioni e della dipendenza energetica, il merito, oltre che della crisi economica è anche della crescita delle rinnovabili.

Nel 2005 infatti le fonti pulite coprivano poco meno del 5% dei consumi finali lordi di energia in Italia, nel 2013 – mostrano dati Eurostat (grafico sopra) – questa quota era arrivata al 16,5% e con ogni probabilità ora il nostro Paese ha già raggiunto l’obiettivo per il 2020 assegnatoci dall’UE , del 17%, considerando che nel 2014 i consumi sono diminuiti e la produzione da rinnovabili aumentata (per l’elettrico siamo al 38% della domanda).

Gli ultimi dati Eurostat sulle emissioni (pdf)

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