Primi 5 mesi 2015: la domanda elettrica non cresce, rinnovabili al 36%

A maggio tra le fonti in calo rispetto ad un anno fa c'è solo l’idroelettrico- La domanda diminuisce dell'1,3%. Nei primi 5 mesi dell’anno le rinnovabili soddisfano il fabbisogno elettrico per il 36% e coprono il 42,3% della produzione nazionale. Il fotovoltaico è al 9,2% della produzione e al 7,8% della domanda. I dati mensili di Terna.

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A maggio la domanda di elettricità è stata inferiore a quella del maggio 2014. Il calo è stato pari a -1,3% anche se, visto il giorno lavorativo in meno e una temperatura media di circa 1,5 °C superiore, il dato, rettificato, diventa -0,1%. Nei primi cinque mesi dell’anno la richiesta elettrica italiana è pressoché stabile, solo con un leggero calo dello 0,3% sullo stesso periodo del 2014. Il  valore  destagionalizzato dell’energia elettrica richiesta a maggio 2015 ha fatto registrare una variazione  negativa  pari  a  -1,1%  rispetto  ad  aprile. Questi alcuni dei dati presenti del rapporto mensile di Terna (pdf).

Nel mese di maggio tra le fonti in calo c’è solo l’idroelettrico (-15,8% su maggio 2014) e con il segno meno è anche il saldo di energia con l’estero. Le fonti rinnovabili (incluse le biomasse, inserite nel termoelettrico) coprono nel mese quasi il 50% della produzione nazionale (49,7%) e il 44,8% della domanda.

Per i primi 5 mesi dell’anno, dunque, le energie rinnovabili soddisfano il fabbisogno elettrico per il 36%. In termini di produzione nazionale vanno a coprire il 42,3%. Quote, queste, comunque inferiori rispetto ai primi cinque mesi del 2014, ovviamente per il calo della produzione da idroelettrico (erano rispettivamente 39,1 e del 45,5%). In questa fase dell’anno la generazione da fotovoltaico (quasi 10 TWh, circa 1 TWh in più dello scorso anno), seconda fonte per produzione dopo l’idro, costituisce il 9,2% della produzione domestica e il 7,8% della domanda.

La domanda elettrica su base territoriale nei primi cinque mesi dell’anno è negativa al nord, soprattutto nel Triveneto. Cresce invece nel sud, con l’eccezione della Sicilia.

Nel corso dell’assemblea degli azionisti di Terna della scorsa settimana Matteo Del Fante, ad di Terna, ha dichiarato che la società prevede per il 2015 un aumento dei consumi elettrici non oltre l’1%. Tuttavia, ha sottolineato, che “guardare alla domanda elettrica per leggere l’andamento del Pil non è più un esercizio utile, perché ci sono fattori, come il risparmio energetico, l’efficienza energetica e lo spostamento dei consumi dal manifatturiero al terziario, che non rendono più correlabili queste voci”.

La stima della crescita della domanda secondo Terna nei prossimi 10 anni è dell’1% medio annuale. Un trend che permetterebbe di tornare più o meno ai consumi registrati prima della crisi, appunto tra 10 anni. Vedremo, ma già quest’anno l’incremento, come abbiamo visto, è al momento ancora negativo.

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