Erba e piante sul tetto: costi e vantaggi dei tetti verdi

Mettere terra e piante sul tetto può sembrare un’idea bizzarra, ma in realtà ha molti vantaggi: taglia le bollette per riscaldamento e raffrescamento, aumenta l'isolamento acustico, migliora il comfort abitativo e alza il valore dell'immobile. Uno sguardo ai costi e alle modalità di esecuzione di questi interventi.

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Volete diventare veramente “verdi”? Cominciate dal tetto di casa, facendo diventare verde lui per primo. No, non è uno scherzo. In Italia fino a qualche anno fa non erano molto conosciuti, mentre all’estero, specialmente nel nord Europa, spopolano da decenni: sono i tetti ricoperti di terra e vegetazione, una soluzione che più naturale non si può, per rendere energeticamente più efficiente la casa.

Di tetti verdi ce ne sono essenzialmente di due tipi: quelli estensivi, in pratica tetti ricoperti di circa una ventina di centimetri di terriccio, su cui si piantano  varietà di piante grasse molto resistenti, oppure i tetti intensivi, che sarebbero i veri e propri giardini pensili, con spessori del terreno di oltre un metro, su cui si possono piantare anche alberi e cespugli.

Mettere terra e piante sul tetto può sembrare un’idea bizzarra, ma in realtà ha molti vantaggi. «Il primo e più ovvio – ci spiega Peter Langebner della bolzanina Climagruen, che progetta e crea tetti verdi in tutta Italia – è che così facendo si aumenta di molto il valore dell’edificio, sia per il miglioramento estetico sia, se si crea un giardino pensile, per l’aumento di spazio calpestabile e della qualità di vita di chi abita la casa.»

Va bene, ma noi a QualEnergia.it siamo interessati a vantaggi non meramente venali, ma legati anche ad ambiente ed energia. «Il tetto verde – ci spiega William Palamara, che opera invece con Daku Italia, altra azienda specializzata nel settore presente a livello nazionale – offre un’ottima stabilizzazione della temperatura interna della casa, sia d’inverno, quando ripara dal freddo come un normale strato di isolante di schiuma plastica, ma con molto meno impatto ambientale, sia soprattutto d’estate, quando, oltre a isolare, l’evaporazione dell’acqua che contiene il terreno rinfresca la temperatura interna. Inoltre attutisce molto i rumori esterni, grazie alla configurazione irregolare delle piante che lo ricoprono. È proprio questa qualità isolante termica e acustica, la prima ragione per cui si fanno i tetti verdi estensivi.»

I tetti estensivi hanno anche altri due vantaggi su quelli intensivi: sono più economici e possono essere realizzati praticamente ovunque. «Mentre un giardino pensile costa sui 100-150 euro al metro quadro – spiega Langebner – un tetto verde varia fra i 25 e i 30 euro/mq, a secondo delle difficoltà del lavoro. Bisogna però considerare che inserendo questi interventi nelle ristrutturazioni di abitazioni si gode della detrazione fiscale del 65%, almeno per il 2015. Quanto alla fattibilità in effetti si possono fare giardini pensili solo su coperture piane, preferibilmente di edifici nuovi e appositamente progettati per resistere al loro peso di 2-3000 chili al metro quadro. Invece i tetti verdi estensivi si possono fare praticamente ovunque: noi ci abbiamo ricoperto il padiglione della Bielorussia all’Expo di Milano, che è praticamente una cupola.»

«In effetti, grazie a reti di contenimento del terreno – aggiunge Palamara – si possono creare tetti verdi anche su falde inclinate fino a 45°, e, a differenza di quelli intensivi, questo tipo di tetti è relativamente leggero, 115 chili per metro quadro quando bagnati, e in molti casi si possono usare anche per sostituire una copertura preesistente. Ovviamente, prima dell’installazione, occorre valutare attentamente la resistenza del vecchio tetto.»

Ma non ci sono grane autorizzative, per il cambiamento di aspetto dell’immobile? «A noi – risponde Palamara – non è mai capitato che un ente locale si opponesse. Anzi in genere le amministrazioni sono ben felici di avere tetti verdi nelle città, visto che riducono l’effetto ‘isola di calore urbana’, rallentano tantissimo l’arrivo dell’acqua piovana nelle fogne, riducendo il rischio di allagamenti, assorbono gli inquinanti e sono belli da vedere, certo molto di più delle distese di guaina catramata.»

A proposito di guaina, ma non è che poi con un tetto verde piove in casa, per l’umidità del terreno e le radici che si infilano ovunque? «Ovviamente no – rassicura Langebner – il tetto viene ben impermeabilizzato con una speciale guaina che respinge chimicamente le radici. Anzi il fatto che la guaina sia protetta dal terreno, ne allunga la vita, isolandola dai consueti sbalzi di temperatura a cui va incontro quando è su un tetto normale.»

Ultimo dubbio: ma non è che con un tetto verde, uno si condanna a una vita di perenne manutenzione da giardiniere? «Dipende – conclude Palamara – un giardino pensile, ovviamente, richiede le stesse cure di un comune giardino. Un tetto verde estensivo, invece, viene piantumato con sedum, un insieme di varie specie di piante grasse, molto resistenti e xerofile, che resistono cioè alla siccità, e dotate di fitte reti di radici ottime per trattenere il terreno. Queste piante sono così spartane che non richiedono cure, a parte un paio di visite l’anno per concimarle e levare eventuali erbacce. Se il tetto è nel Sud Italia, però, è bene inserire in esso un impianto di irrigazione, per bagnarlo ogni 15 giorni nei periodi più caldi e secchi, per evitare non tanto la morte delle piante, quanto un loro stress eccessivo, che ne ridurrebbe la vitalità nel resto dell’anno.»

 

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