Prezzi elettrici: l’effetto curativo del FV sul “problema Sicilia”

Nella prima settimana di maggio nelle ore di picco il MWh nella zona Sicilia è costato 9 euro meno del prezzo unico nazionale: un'inversione storica del differenziale. In questo ha avuto un ruolo determinante, accanto alla norma sugli impianti essenziali, la produzione fotovoltaica, spiegano i ricercatori del Polo Solare Sicilia del Cnr.

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A maggio 2015 un cambiamento storico. Sono ancora una volta significativi e di impatto nazionale gli esiti della produzione elettrica fotovoltaica in Sicilia. Con l’avvento del periodo dell’anno più soleggiato, ovvero nella prima settimana di maggio appena trascorsa, il prezzo unico nazionale dell’elettricità (il PUN) e quello zonale siciliano si attestano sullo stesso valore, pari a 51 euro per mille chilowattora (€/MWh).

Ma nelle ore di picco, mentre il PUN saliva a oltre 61 €/MWh, in Sicilia il prezzo dell’elettricità risultava inferiore a 53 €/MWh, con un differenziale negativo pari a quasi 9 €/MWh, contribuendo quindi ad abbassare il prezzo per tutti gli utenti nazionali.

Si tratta della tanto attesa inversione della storica tendenza per cui il prezzo dell’elettricità in Sicilia è sempre stato sistematicamente più alto di quello nazionale, contribuendo ad elevare in modo significativo il valore del PUN.

Il prezzo zonale dell’elettricità formato sul mercato siciliano, infatti, superava quasi regolarmente anche di parecchie decine di euro per megawattora (MWh) il prezzo unico nazionale, collocandosi molto spesso al primo posto tra tutte le zone nazionali.

Cause principali di questo problema erano l’obsolescenza del parco delle centrali termoelettriche e una linea elettrica ad alta tensione rarefatta e collegata in modo insufficiente a quella del resto dell’Italia, col risultato di produrre congestionamenti così frequenti da risultare di fatto sconnessa per buona parte dell’anno dal resto della rete nazionale (problema che sarà a breve risolto in via definitiva con l’entrata in esercizio della nuova linea ad altissima tensione “Sorgente-Rizziconi”).

L’impatto evidente del fotovoltaico

Negli anni più recenti, tuttavia, il differenziale di prezzo Sicilia-Italia si è andato riducendo grazie alla diffusione degli impianti di generazione elettrica alimentati da fonti rinnovabili, sia eolici (la Sicilia ha la maggiore potenza installata in Italia) che fotovoltaici (circa 1400 MW al 2014), che hanno portato nel solo 2014 ad una generazione di 5 miliardi di kWh sui circa 20 complessivamente prodotti in Sicilia (dato Sicily’s Solar Report 2015) e sui 23 prodotti nell’anno in Italia dal FV.

Proprio gli impianti fotovoltaici siciliani si sono dimostrati particolarmente efficienti nella riduzione delle ore operative delle centrali convenzionali, generando elettricità nelle ore diurne di maggior consumo.

I circa 130 MW di impianti solari fotovoltaici installati nel 2014 nonostante la fine degli incentivi del Conto energia hanno contribuito a cambiare la strutturazione storica del prezzo dell’elettricità siciliano. Se infatti nei primi tre mesi del 2014 il differenziale tra prezzo zonale e PUN si attestava in media intorno ai 22 €/MWh, negli stessi tre mesi del 2015 questo si è ridotto ad appena 6 €/MWh.

In realtà, una contributo molto significativo alla riduzione del differenziale di prezzo tra la zona Sicilia e il resto del Paese è dovuto sicuramente alle norme introdotte dal governo lo scorso anno con il cosidetto ‘Taglia-bollette’, effettive proprio dal gennaio scorso, che hanno calmierato i prezzi dell’elettricità generata dagli impianti siciliani di potenza superiore a 50 MW.

Tuttavia, l’effetto altrettanto significativo della generazione fotovoltaica, tanto più importante in quanto fondata sulle dinamiche reali di produzione e non su un’imposizione legislativa, si rivela nel fatto che nelle ore di picco – corrispondenti alle giornate lavorative, dalle 8 alle 20 – la riduzione del differenziale è stata molto più marcata rispetto alla media, portandosi da quasi 25 a circa 3 euro per megawattora.

Nella prima settimana di maggio, come detto, c’è la svolta. I dati comunicati puntualmente dal Gestore dei Mercati Energetici elaborati nella figura 1, mostrano come, mentre nelle ore notturne (quelle ombreggiate) permane un prezzo regolarmente più elevato di quello nazionale (differenziale generalmente positivo), il prezzo zonale della Sicilia sia stato sistematicamente inferiore rispetto al PUN praticamente in tutte le ore di picco (ore diurne dal 4 al 7 maggio), nella misura di quasi 9 euro per MWh, dimostrando la grande efficacia della generazione da fonte solare in relazione all’abbassamento dei prezzi dell’elettricità.

Figura 1 – Differenze tra prezzo zonale della Sicilia e PUN (le ore notturne sono rappresentate dall’ombreggiamento)

Nello stesso periodo, le serie orarie del prezzo zonale siciliano e dei quello nazionale (PUN) in figura 2, mostrano come il minimo del prezzo zonale siciliano cada in ogni ciclo diurno, nelle ore centrali della giornata, seguito dal massimo assoluto nelle prime ore della sera.

Figura 2 – Serie orarie del prezzo zonale della Sicilia e del PUN.
(le ore notturne sono rappresentate dall’ombreggiamento. Le scale per il prezzo zonale siciliano e per il PUN sono diverse)

Nel resto d’Italia, invece, il valore più basso del PUN non sempre coincide con le ore di massimo soleggiamento, indice del fatto che il contributo della generazione fotovoltaica in Sicilia è più efficiente rispetto al Paese nel suo complesso, secondo la logica della formazione del prezzo detta del “merit-order”.

Anche per il PUN i valori massimi della prima serata corrispondono a quelli più elevati in assoluto nel corso dell’intera giornata.
Focalizzandosi ancora nel confronto fra l’Italia e la sua regione più grande si vede come in Italia il picco di consumo della prima serata sia più elevato rispetto a quello diurno soltanto nei giorni festivi (figura 3); mentre il rapporto si inverte nelle giornate lavorative. Inoltre, il differenziale di consumo elettrico diurno tra giorni lavorativi e festivi è molto elevato: dell’ordine di 13.000 MWh per ogni ora, cioè circa il 35% rispetto al consumo medio diurno in un giorno lavorativo.

Figura 3  – Confronto fra il PUN e il fabbisogno elettrico nazionale nella settimana 1-7 Maggio 2015 (le ore notturne sono rappresentate dall’ombreggiamento)

La figura 4, relativa alla Sicilia, racconta una storia molto diversa per quanto riguarda la struttura del consumo elettrico. Per prima cosa, il differenziale di consumo diurno tra un giorno festivo e uno lavorativo raggiunge a malapena il 10%.

Figura 4. Confronto fra il prezzo zonale siciliano e relativo fabbisogno elettrico siciliano nella settimana 1-7 Maggio 2015 (le ore notturne sono rappresentate dall’ombreggiamento)

Inoltre, perfino nei giorni lavorativi il picco di consumo serale è molto più elevato rispetto a qualsiasi picco diurno (circa il 25%). Segnali, questi, di una evidente difformità rispetto alla realtà nazionale non soltanto della struttura del consumo elettrico, ma dell’economia produttiva di una Regione il cui prodotto interno lordo sta diminuendo a un tasso superiore rispetto a quello nazionale.

E siccome, come ormai ampiamente dimostrato, il beneficio apportato ai prezzi elettrici dalla generazione solare fotovoltaica cresce rapidamente con il fabbisogno, per far sì che famiglie e imprese di tutta l’Italia possano continuare a beneficiare di ulteriori riduzioni del prezzo dell’elettricità dovuto alla riduzione del prezzo del kWh in Sicilia, occorre che i consumi di elettricità in Sicilia tornino a crescere.

Questo può avvenire rapidamente spostando gli usi finali dell’energia verso l’elettricità, come accade in questi giorni con le molte corse giornaliere del treno fra Palermo e Catania – che dopo il crollo del viadotto Himera collega le due maggiori città siciliane in poco più di 2 ore e mezza (erano oltre 4 fino a poco prima del crollo) – ovvero sostituendo le caldaie per il riscaldamento con sistemi radicalmente più efficienti alimentati dall’elettricità come le pompe di calore.

Elettrificare i consumi finali di energia significa anche, naturalmente, superare la discontinuità della generazione fotovoltaica ed eolica grazie ai sistemi di accumulo: un settore industriale e tecnologico che nel mondo sta vivendo una fase di impetuoso sviluppo e rispetto al quale l’Italia e in particolare la sua Regione più soleggiata non rimarranno indietro. Non molti sanno, ad esempio, che a Ciminna (Palermo) Terna ha già realizzato significativi sistemi di accumulo elettrico per oltre 3 MW (che diventeranno 8 MW fra pochi mesi).

Di questi formidabili sviluppi, e delle ulteriori conseguenze della rivoluzione in corso dell’energia solare divenuta low cost e generata ormai su scala di utility, si parlerà in Sicilia alla quinta conferenza internazionale SuNEC (www.solar-conference.eu) in programma a settembre.

Mario Pagliaro e Francesco Meneguzzo, Polo solare della Sicilia, Cnr

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