Biocarburanti di prima generazione, dall’Europarlamento un compromesso al ribasso

Il nuovo progetto di legge sui biocarburanti votato ieri alza al 7% il tetto massimo al contributo dei biofuel di derivati da colture agricole sull'obiettivo 2020 del 10%. Per quelli di seconda generazione un obiettivo non vincolante, allo 0,5% e un incentivo: conteranno il doppio nel raggiungimento del target.

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Il Parlamento europeo ha votato ieri il nuovo progetto di legge sui biocarburanti (allegato in basso). Si propone un tetto massimo del 7% al contributo dei biofuel di prima generazione, quelli derivati da colture su terreni agricoli, nell’ambito del raggiungimento dell’obiettivo 2020, di avere da rinnovabili il 10% dell’energia per i trasporti.

Il tetto al 7% per i “vecchi” biofuel – che come noto hanno un impatto molto pesante al punto da essere a volte peggiori per il clima di gasolio e benzina – appare come un compromesso al ribasso, dato che il limite era stato inizialmente fissato dalla Commissione al 5% e poi portato al 6% dallo stesso Europarlamento.

“Avevamo obiettivi molto più alti, sia in termini di riduzione delle emissioni di gas serra, sia di progresso tecnologico. Se l’Europa non avanza, sarà lasciata indietro. Abbiamo anche il problema sistemico della minoranza di blocco in seno al Consiglio, che si sviluppa a volte in una dittatura della minoranza, con gli Stati membri che hanno paura del futuro“, lamenta il relatore della proposta Nils Torvalds.

Il nuovo progetto di legge fissa anche un obiettivo, non vincolante, per i biocarburanti di seconda generazione, allo 0,5%. Per i biofuel di ultima generazione anche un incentivo: conteranno il doppio rispetto a quelli tradizionali nel raggiungimento del target del 10% di rinnovabili nei trasporti.

Le nuove disposizione dovrebbero ora essere approvate entro giugno ed entrare in vigore entro il 2018. Gli stati membri saranno chiamati a legiferare entro questa data per adeguarsi alla nuova normativa europea. L’Italia, però, ha già fissato i suoi obiettivi per la produzione di biocarburanti sostenibili e ha già stabilito una quota del 2 per cento entro il 2020.

Esprime soddisfazione per i provvedimenti il Cib, Consorzio Italiano Biogas. “Per la prima volta – commenta Piero Gattoni, presidente del CIB – si riconosce invece la possibilità di produrre biocarburanti avanzati, come il biometano ottenuto dal biogas, tramite l’utilizzo di colture di integrazione. Queste colture (ad esempio la ‘sulla’ del bacino del Mediterraneo o il loietto invernale) si affiancano alla produzione alimentare senza comportare una riduzione della superficie coltivata destinata alla tavola o ai foraggi, non entrando in competizione con il cibo. Il voto del parlamento europeo – continua Gattoni – delinea uno scenario ben preciso per l’agricoltura europea, spingendo verso una maggiore efficienza delle coltivazioni. L’obiettivo è produrre di più sia per la tavola che per ottenere energia rinnovabile, contribuendo sensibilmente alla riduzione di CO2″.

 

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