Tesla si butta nelle batterie per il FV: come cambierà il mercato?

L'azienda specializzata in auto elettriche annuncerà il suo ingresso nel mercato dello storage stazionario. Tra i prodotti che svelerà ci saranno un sistema di accumulo utility scale e uno per il residenziale da abbinare al fotovoltaico. Su questo versante Tesla, e un po' in sordina, sta già sperimentando con clienti domestici e commerciali.

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L’annuncio ufficiale, anticipato da un tweet di Elon Musk del 30 marzo, sarà fatto giovedì 30 aprile, ma se ne sta già parlando da tempo. Nei 150 caratteri postati, il CEO di Tesla si limitava a parlare del lancio di “una nuova linea di prodotti – non un’auto, ma è stato chiaro fin da subito che la compagnia, finora specializzata in automobili elettriche, si apprestasse ad irrompere nel mercato degli accumuli stazionari.

La società intende usare la propria tecnologia di batterie agli ioni di litio per posizionarsi tra i leader di mercato dello storage anche nelle case, nelle aziende e sulla rete elettrica: la linea di prodotti che sarà svelata giovedì, emerge da alcune mail agli investitori, comprenderà un sistema di accumulo per il residenziale, da abbinare al fotovoltaico, e uno utility scale.

La notizia genera grandi aspettative tanto che le azioni di Tesla stanno registrando rialzi da record: ieri, lunedì 27 aprile, sono salite del 6% a 231,55 $, circa il 16% in più dell’anno scorso. Secondo l’analista di Deutsche Bank, Rod Lache, che ha diffuso una nota ottimistica ai clienti, l’aumento dovrebbe continuare fino a 245 $. Secondo Dan Galves, di Credit Suisse, citato da Bloomberg, il business delle batterie stazionarie fara crescere di 35-40 $ il valore delle azioni Tesla, fino a 290 $.

Qualche dettaglio sui nuovi prodotti Tesla per il residenziale lo troviamo sul Guardian, che li ha ottenuti dall’analista Trip Chowdhry. La batteria per il residenziale, come detto, sarà prodotta per operare insieme al fotovoltaico. Il sistema è già stato reso disponibile a 300 clienti di SolarCity, azienda in ascesa del solare su tetto negli States, della quale Musk è sia presidente che tra i maggiori azionisti.

I sistemi di accumulo in sperimentazione, da 10 o da 15 kWh, riporta Chowdhry, sono contenuti in una sorta di armadi da mettere in garage e vengono dati ai clienti con una sorta di affitto, con un anticipo iniziale di 1.500 $ e una rata mensile di 15 $ per 10 anni. Per una parte della spesa si fa carico l’utility locale, Pacific Gas & Electric, che utilizza le batterie installate a casa dei clienti anche per la gestione della rete.

Tesla peraltro ha iniziato da tempo, sempre in sordina, a realizzare sistemi di accumulo anche presso utenze commerciali: a quanto riporta Bloomberg il 70% degli impianti con accumulo connessi alla rete nell’ambito del Self Generation Incentive Program sono riconducibili all’azienda di Musk, che ha chiesto fondi per 65 milioni e che ha tra i suoi clienti fabbriche, vinerie e anche giganti come Cargill e Wal Mart (peraltro già servito da Solarcity).

Tesla non è certo la prima a fornire sistemi di accumulo abbinati al fotovoltaico, un mercato che secondo diversi analisti vivrà un boom nei prossimi anni: per IHS ad esempio si moltiplicherà per 10 nei prossimi 4 anni.

L’entrata del produttore di veicoli elettrici in questo mercato non potrà che accelerare la presenza di nuovi modelli di business e il decremento dei prezzi. Già ora, come rileva un report che abbiamo pubblicato qualche settimana fa, i leader di mercato delle batterie al litio, tra cui Tesla, stanno producendo a costi che fino ad un paio di anni fa si prevedeva sarebbero stati raggiunti solo nel 2020.

Una forte spinta alla riduzione dei costi dovrebbe venire nei prossimi anni con la “gigafabbrica” che Tesla e Panasonic stanno realizzando in Nevada. Aprirà nel 2017 e 6500 operai saranno in grado entro il 2020 di produrre ogni anno una capacità totale di 50 GWh di batterie al litio. Questa previsione dovrebbe portare la produzione mondiale di batterie al litio al raddoppio, con il relativo impatto sui prezzi.

Valutando queste evoluzioni, in un report recente, Deutsche Bank stima che il costo aggiuntivo per dotare di storage un impianto fotovoltaico in 5 anni calerà di 7 volte: se ora installare una batteria fa aumentare il costo LCOE di un sistema FV di 0,14 $/kWh, nel 2020 aggiungere l’accumulo lo farà salire solo di 0,02 $/kWh. In base a questa previsione, per Deutsche Bank in Italia tra 5 anni prodursi l’elettricità e stoccarla in batterie costerà meno della metà rispetto ad acquistarla dalla rete.

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