Un nuovo piccolo “Salva Alcoa” nascosto nel Collegato ambientale

Un emendamento del presidente della Commissione Ambiente del Senato consentirebbe ad alcuni impianti, completati dopo il 31/12/2012, ma allacciati prima, di godere del più generoso regime incentivante cessato a quella data. Una modifica scritta per favorire alcuni impianti a biogas da discarica che non erano riusciti a rispettare la scadenza?

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Nel cosiddetto “Collegato ambientale”, attualmente all’esame delle Commissioni parlamentari, potrebbe essere nascosto “un nuovo Salva Alcoa”. La denuncia, che arriva dal senatore M5S Gianni Girotto, si riferisce a un emendamento presentato dal presidente della Commissione Ambiente del Senato, Giuseppe Marinello (AP-NCD-UDC) e dal collega di partito Bruno Mancuso (allegato in basso).

Come il Salva Alcoa ‘originale’ ha fatto per il fotovoltaico, la modifica proposta, consentirebbe ad alcuni impianti, in questo caso a rinnovabili elettriche diverse dal FV, di accedere a un regime incentivante più generoso e non più in vigore al momento della loro entrata in esercizio.

In sintesi, se la proposta passasse, per accedere ai più generosi incentivi che erano in vigore fino al 31 dicembre 2012, non servirebbe più dimostrare che a quella data l’impianto era già completo e in esercizio, ma solo che era già allacciato alla rete.

Il DM 6 luglio 2012, proprio per evitare che si allacciassero impianti incompleti solo per approfittare del più favorevole regime incentivante in vigore fino a fine 2012, aveva stabilito che l’operatore, per attestare l’esercizio entro il 31/12/2012, oltre all’allaccio, presentasse la documentazione comprovante il completamento dell’impianto. L’emendamento proposto al Collegato ambientale, contrariamente alla ratio del DM 6 luglio 2012, come detto, permetterebbe di accedere agli incentivi anche ad impianti che al 31 dicembre 2012 non erano stati completati ma solo allacciati.

“Un emendamento improvvido – denucia Girotto – che farebbe godere di benefici economici alcuni impianti già entrati in esercizio che si vedranno riconosciuto un incentivo più alto rispetto a quello attualmente già ottenuto. Il tutto sulle spalle dei cittadini che si vedranno incrementare ancora una volta impropriamente la bolletta elettrica per ripagare qualche favore a produttori che non sono stati in grado di rispettare i termini previsti dalla norma.”

Da quel che dicono gli esperti sentiti da QualEnergia.it, non sembra in realtà che l’emendamento possa avere un impatto rilevante sull’aumento degli oneri, e, dunque, anche sul contatore che sta camminando verso il tetto dei 5,8 miliardi: interesserebbe infatti un numero relativamente limitato di impianti. Sembra invece più che lecito sospettare che sia stato scritto per fare un favore a qualcuno.

“Faciliterebbe in particolare alcune tipologie di impianti, come i termoelettrici alimentati a biogas da discarica che sono ricaduti nel periodo transitorio”, ci spiega una fonte che conosce bene i meccanismi incentivanti. “In particolare sembra un emendamento finalizzato a far rientrare nel vecchio regime incentivante del DM 18/12/2008 qualche impianto termoelettrico alimentato da biogas da discarica che non è riuscito ad entrare nel periodo transitorio del DM 6/7/2012 per la definizione di entrata in esercizio data dal GSE, che prevedeva anche i riempimenti dei digestori di matrice organica in quantità sufficiente ad innescare i processi metabolici di produzione del biogas, quindi di produzione.”

L’emendamento (pdf)

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