Ricerca nel sistema elettrico, risorse per 210 milioni di euro

  • 17 Marzo 2015

CATEGORIE:

Le risorse ammonteranno mediamente a 70 milioni di euro annui, da destinare alle quattro aree di intervento prioritario. La delibera dell'Autorità per l'Energia trasmessa ai ministeri e alla Ccse e lo schema di piano.

ADV
image_pdfimage_print

Sono 210 milioni di euro le risorse richieste per finanziare il Piano 2015/2017 per la ricerca nel sistema elettrico. La delibera è stata trasmessa dall’Autorità per l’Energia ai ministeri dell’Istruzione e dell’Ambiente e alla Cassa conguaglio per il settore elettrico per l’acquisizione del relativo parere, prima del necessario via libera del MiSE.

Le risorse ammonteranno mediamente a 70 milioni di euro annui, da destinare alle quattro aree di intervento prioritario:

  • Governo, gestione e sviluppo del sistema elettrico nazionale interconnesso e integrazione dei mercati (16 mln € nel triennio);
  • Generazione di energia elettrica con basse emissioni di carbonio (65,5 mln €);
  • Trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica (76,5 mln €);
  • Efficienza energetica e risparmio di energia negli usi finali elettrici e integrazione con altri vettori energetici (52 mln €).

All’interno di queste macroaree vi sono poi singole tematiche di intervento. Tra queste, gli stanziamenti più significativi sono destinati alle reti di distribuzione (28 mln), alle bioenergie (20 mln), al solare fotovoltaico, piano e a concentrazione (19 mln), agli accumuli (19 mln) ai processi e macchinari industriali (15 mln). Da segnalare anche gli 8 mln agli edifici intelligenti e i 7 mln alla mobilità elettrica.

Le risorse sono messe a disposizione dal Fondo per la Ricerca di sistema istituito presso la Ccse e alimentato dalla componente A5 della bolletta, il cui ammontare non può superare i 0,0516 cent €/kWh.

L’Autorità si è peraltro “resa disponibile a fornire il proprio contributo per definire una nuova disciplina delle modalità di gestione del Fondo”. Il Regolatore auspica inoltre il passaggio da una programmazione operativa annuale a una triennale (in coincidenza con la tempistica del Piano) al fine di eliminare “vincoli procedurali particolarmente gravosi, ritardi e inefficienze legate anche alla eccessiva frammentazione dei progetti di ricerca”.

I soggetti interessati potranno esprimere commenti allo schema di Piano (allegato in basso) entro 30 giorni.

La delibera (pdf)

Il Piano (pdf)

ADV
×