Strategie energetiche per il Paese secondo Assorinnovabili

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Il prossimo 25 marzo 2015, a Roma presso l'Auditorium Via Veneto, si svolgerà il convegno "Ripensare il mercato elettrico: evoluzione industriale e convergenza europea" promosso da assoRinnovabili. Abbiamo chiesto ad Agostino Re Rebaudengo, presidente dell'associazione, di parlarci dell'iniziativa e di anticipare alcune proposte.

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Il prossimo 25 marzo 2015 dalle ore 9.30 alle 13.00, presso l’Auditorium Via Veneto, in Via Veneto, 89 a Roma si svolgerà l’evento “Ripensare il mercato elettrico: evoluzione industriale e convergenza europea” promosso da assoRinnovabili. Abbiamo chiesto ad Agostino Re Rebaudengo, presidente dell’associazione, di parlarci dell’iniziativa.

Presidente, cosa c’è dietro a questo titolo?
Questo titolo rappresenta una necessità per l’intero settore delle rinnovabili. Significa che dobbiamo lavorare velocemente – e noi lo stiamo facendo – in un’ottica d’integrazione dei mercati e delle reti europee: perché questo sia possibile è fondamentale che i diversi mercati nazionali abbiano regole di funzionamento compatibili tra di loro, che non si creino asimmetrie e possibilità d’arbitraggio eccessive, al fine di non bloccare questo processo di evoluzione, senza il quale non si arriverebbe a un vero mercato unico europeo.

Efficienza e rinnovabili, qual è il loro ruolo in questo processo?
Mi piace usare una metafora mutuata da una vecchia pubblicità. Tra cialda e cialda, cioè tra mercato elettrico ed evoluzione industriale con convergenza europea, c’è una ‘morbida crema’ rappresentata dall’efficienza energetica e dalle rinnovabili. Bisogna considerare il fatto che l’integrazione europea dei mercati è un’evoluzione necessaria e che sarà fatta comunque. In questo senso è evidente che sarà di grande importanza ciò che riusciremo a fare per rendere più funzionale il nostro mercato.

L’Europa però ha dato il via al nucleare britannico e ha fissato obiettivi al 2030 risicati. Non è che siete, come assoRinnovabili, troppo ottimisti?
Sul nucleare l’Europa ha una posizione di accettazione, ma la vera novità è che, visti gli incredibili incentivi dell’atomo britannico, nessuno dice più che il nucleare è meno caro delle rinnovabili. Anche l’eolico italiano è più conveniente del nuovo atomo UK. Per quanto riguarda i produttori da fonte fossile, bisogna dire che, nonostante il basso prezzo del petrolio, a molti ormai è chiaro il costo delle esternalità di queste fonti, come la CO2 e le polveri sottili. E questo è un bene perchè il confronto tra fossili e rinnovabili, considerando questi elementi, diventa vantaggioso per le rinnovabili.

Anche sulla questione incentivi?
Sì certo. Ora si sa che gli incentivi alle rinnovabili equivalgono a quelli alle fossili, sia in Italia, sia in Europa. La condizione d’equilibrio si raggiunge aggiungendo i costi ambientali connessi alla produzione delle fossili, elemento che rende le popolazioni interessate in grado di decidere con consapevolezza tra petrolio, gas e carbone oppure energie rinnovabili. Senza contare l’alta instabilità che domina lo scenario fossile oggi. Ucraina, Iraq, Libia, Iran e Nigeria sono tutte o nazioni produttrici o zone strategiche per le fossili, dove si stanno consumando gravi conflitti. Le rinnovabili, al contrario, sotto questo profilo sono sicure, perché producono sul nostro territorio.

Il Governo italiano però non sembra di quest’idea?
Spero che sia finito il momento della ‘caccia alle streghe’ da parte del Governo e che il Governo produca presto un “Green Act”, attualmente allo studio dell’esecutivo, per rimediare ai ‘pasticci’ come la Robin tax e lo Spalma incentivi, che nella versione ‘volontaria’ impedisce il revamping degli impianti, facendo perdere al Paese l’opportunità di avere più energia pulita. È necessario che si ragioni in termini di sostenibilità ed efficienza energetica per il rinnovo del parco energetico, impiegando sempre più rinnovabili e sempre meno fossili.

É ancora una volta ottimista?
Devo esserlo. Si tratta d’investire sul futuro del Paese. Per il “Green Act” è stato chiesto un contributo di proposte al mondo delle associazioni e delle imprese e sono certo che ne arriveranno di molto intelligenti. Si, continuo a ritenere utile una governance equilibrata sull’energia, non solo mercato e non solo energia.

Parliamo di priorità con una provocazione. Se lei fosse al timone dello scenario energetico italiano, a cosa darebbe la precedenza?
Da una parte lavorerei sull’adeguamento del mercato con l’inserimento di regole smart, per avere meno sprechi d’energia e utilizzarla al meglio e aggiornerei la SEN per avere una strategia nazionale chiara, con l’obiettivo di andare oltre agli obiettivi 2030 del’Unione europea. Dopodiché favorirei la generazione distribuita, che in Italia viene troppo spesso frenata, pensiamo ad esempio ai Seu. Si tratta di un ostacolo che deve essere rimosso perchè tra due o tre anni, grazie all’l’innovazione tecnica e alle nuove batterie, i consumatori potrebbero trovare conveniente staccarsi completamente dalle rete. Occorre rendersi conto per tempo della realtà, fare delle previsioni e contestualizzarle in azioni strategiche. Al convegno, dunque, presenteremo dati e proposte che vanno in questa direzione.

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