Online lo Speciale “Investire nel parco fotovoltaico italiano esistente”

E' possibile scaricare lo Speciale con le relazioni e le presentazioni del workshop organizzato a Roma da Qualenergia.it. Problematiche e business legati agli impianti di media e grande taglia: mercato secondario, revamping, O&M, monitoraggio. Come valorizzare gli investimenti realizzati e operare in un mercato che cambia, anche dopo i recenti provvedimenti normativi.

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In poco meno di due anni, gli investimenti negli impianti fotovoltaici presenti (e anche futuri) sono stati falcidiati da uno stillicidio di provvedimenti che ne ha in parte compromesso la redditività, soprattutto se consideriamo l’impatto cumulativo delle varie novità normative.

Basterebbe fare solo un elenco di alcuni questi provvedimenti a cavallo della chiusura dei ‘conto energia’: l’abolizione dei prezzi minimi garantiti per il ritiro dedicato, i cambiamenti nel trattamento fiscale di alcuni impianti, considerati come immobili e quindi soggetti a tassazione (raddoppio IMU), con conseguente revisione delle aliquote annue di ammortamento, l’applicazione degli oneri di sbilanciamento, l’estensione della Robin Tax, le nuove commissioni per i servizi del GSE, la riforma del trattamento fiscale degli investimenti energetici nel settore agricolo, la non restituzione degli oneri generali di sistema nello scambio sul posto (che penalizza soprattutto gli impianti tra 20 e 200 kW).

Per finire, la ciliegina sulla torta, lo ‘spalma-incentivi’, con cui di fatto viene modificato per decreto un contratto che lo Stato aveva stabilito con migliaia di proprietari di impianti. Un provvedimento che ha prodotto già centinaia di ricorsi legali, anche internazionali, e che per molti giuristi ha gravi vizi di costituzionalità.

Non vogliamo qui discutere se si sia trattato di interventi punitivi, magari eterodiretti da altre lobby energetiche, che hanno avuto peraltro come sponda una campagna informativa denigratoria che ha continuato ad assimilare il fotovoltaico agli speculatori e considerato questa tecnologia (insieme alle altre rinnovabili) causa dell’eccessivo aumento della bolletta elettrica per famiglie e PMI. Non è questa nemmeno la sede per tornare a discutere della maldestra gestione dei meccanismi di incentivazione di questi anni da parte degli ultimi governi.

Sappiamo tuttavia il bilancio per questa tecnologia è ad oggi positivo e il futuro non è affatto nero. Si stanno sviluppando favorevoli condizioni per rilanciare il settore: la delibera sullo storage, l’opportunità offerta dai SEU, lo scambio sul posto innalzato a 500 kW, le maggiori certezze sugli oneri generali di sistema da imputare all’autoconsumo, la continua, anche se più lenta, riduzione dei costi.

Ma tornando a quell’impatto cumulativo dei recenti provvedimenti, ci siamo dovuti porre alcune domande che ci hanno poi portato a pensare il workshop del 28 novembre a Roma (Investire nel parco fotovoltaico italiano esistente) e il suo conseguente follow up, rappresentato da questo Speciale Tecnico (77 pagine – vedi sotto). L’obiettivo era comprendere come stia cambiando il valore degli asset del fotovoltaico, come sia possibile valorizzarlo e proteggere gli investimenti realizzati negli impianti, soprattutto quelli di taglia medio-grande.

Solamente rendendo più solido l’attuale parco fotovoltaico, nel suo valore economico e nella sua produzione, si potrà guardare con più fiducia al futuro, anche prossimo, di un settore che dopo gli incentivi sta raggiungendo la sua piena maturità.

Stiamo in effetti parlando di un insieme di impianti che in Italia ormai supera le 570mila unità, di una fonte energetica che da ‘Cenerentola’ del sistema elettrico ha assunto un ruolo sempre più significativo, come dimostrano questi due grafici: in meno di 6 anni c’è stato un incremento della potenza installata di 17 volte e un contributo alla domanda elettrica nazionale che è passato dallo 0,24% al 7,6% (36 volte di più!).

Lo Speciale Tecnico di Qualenergia.it, così come il workshop del 28 novembre, organizzato da nell’ambito del “Forum Qualenergia?” (con il patrocinio di Solarexpo-The Innovation Cloud), ha voluto dunque dare alcune risposte grazie all’apporto di diversi e quotati esperti del settore.

Le relazioni che seguiranno (unitamente alle presentazioni illustrate nel corso del workshop) ci aiuteranno a capire, partendo dal dovuto esame del beneficio ‘macro’ legato alla produzione da fotovoltaico (Alessandro Marangoni), come ristrutturare gli asset degli impianti di media e grande taglia alla luce del nuovo contesto normativo, anche ai fini degli sviluppi del mercato secondario (Tommaso Barbetti, Lorenzo Colasanti); come prepararsi a vendere l’energia elettrica solare (in un’ottica SEU); come cambia la gestione e la manutenzione degli impianti FV e quali accortezze vanno considerate nella definizione dei contratti per questo servizio, un’attività sempre più complessa che richiede nuove competenze e nuove tecnologie (Pietro Pacchione, Emilio Sani).

Un intervento dell’Autorità (Gervasio Ciaccia) fa il punto sulla normativa su oneri di sbilanciamento, accumuli e SEU. Alcuni casi concreti forniranno interessanti approcci per poter migliorare sostanzialmente il rendimento di alcuni impianti, spesso realizzati negli anni passati con fin troppa velocità (Stefano Indigenti).

Molto interessante è inoltre la documentazione dei nuovi e storici soggetti che operano sul mercato dell’O&M, del monitoraggio e del repowering degli impianti. Tecnologie e servizi a beneficio degli investimenti passati e futuri.

Stiamo dentro una svolta epocale di questa tecnologia e l’Italia può essere il paese pioniere. Tutto ciò passerà necessariamente da un nuovo approccio: non si venderanno più MW, ma MWh. E, a cascata, questo passaggio porterà ad una crescita dei produttori di tecnologie, dell’imprenditoria del settore e anche dell’utente finale.

Quello che ancora non riusciamo a vedere è però la comprensione da parte dei decisori politici di come il fotovoltaico sia diventato ormai un valore economico reale per il nostro Paese. E che siamo solo all’inizio di questo suo sviluppo. Non è improbabile che lo capiranno presto, perché questa tecnologia ha le gambe per diffondersi e crescere ancora molto … malgrado tutto.

(Introduzione dello Speciale “Investire nel parco fotovoltaico italiano esistente”, a cura di Leonardo Berlen)

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